CSOA GABRIO - CINE DROP OUT

Aggiornamento Cine Drop Out 16-02-'01

Dal 14 gennaio al 18 febbraio, tutte le domeniche, sempre a partire dalle ore 22.00, sempre a ingresso libero, sempre in Via Revello 3, il CSOA Gabrio e il Collettivo Cine Drop Out presentano una rassegna cinematografica intitolata:

"AMERICA OGGI"

IL PERCHÉ DI UNA RASSEGNA SULL'AMERICA

Con l'elezione del presidente americano Bush si è nuovamente accentrata l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica sull'America, nonché sui fenomeni culturali e sociali nordamericani. In termini per lo più positivi, ovviamente.
Quest'ultimo elemento ci ha fatto pensare.
Negli ultimi anni è esploso un certo filo-americanismo, legato a un'apologia - spesso acritica - del modello di democrazia americana, dello stile di vita americano, della cultura americana.
Ubriacati da questa nuova moda ci si è protesi nel copiare l'America anche nei suoi lati peggiori: nel sistema politico, nella vita politica, nella televisione (es. con i talk show, o con trasmissioni come "Il grande fratello"), nel giornalismo, nei sistemi di produzione, nei modelli aziendali, nelle relazioni sindacali, nei rapporti di lavoro, nella forma di assistenza sociale. L'America in cattedra insegna al mondo come fare: il modello ecomomico oggi vincente sul piano del mercato internazionale, viene a sua volta copiato, riciclato, riadattato alle diverse formazioni economiche-sociali nazionali. Anche l'Europa, e l'Italia in specifico, si adattano, non solo la Corea o Taiwan. L'imperialismo non è solo "dominio" ma anche "egemonia", ovvero cultura, politica, società. E oggi, nell'epoca della cosiddetta "globalizzazione", del trionfo del "pensiero unico", tutte le nazioni e i popoli (anche quelli più secessionisti e "antimperialisti") inseguono il modello dominante e trionfante, cioè quello americano. Nel nostro paese addirittura la sinistra storica sembra aver acquisito completamente quel modello (vedi il congresso di Torino dei DS), quasi a voler rimediare - e sotterrare - gli errori di decennali acritici filosovietismi. Ebbene, in questo periodo di rosolie nordamericane, ci è venuta in mente una rassegna di film che parlasse dell'America, ma di quell'America che non si vede, fatta di contraddizioni e orrori sociali, di vizi più che di virtù quotidiane, legate alla miseria della middle class o del broker di Wall Street, alla follia dei mediocri politici telegenici o all'insopportabile oligofrenia della famiglia americana, per non parlare dell'alto livello di inciviltà rappresentato dalla pena di morte.
Abbiamo voluto dar voce e far parlare di America in maniera antiamericana da parte degli stessi americani: registi indipendenti, attori atipici, sceneggiatori radical che criticano dall'interno il sistema americano, rappresentando un punto di vista decisamente più prezioso e interessante di tanti e inflazionati critici terzomondisti o tradizionalisti filoeuropei. Di qui la scelta di film come "Mars Attack" (parodia dell'antisoviettismo maccartista) o "Essi Vivono" (graffiante critica del reaganismo dell'impareggiabile Carpenter) od ancora "Happiness" (una bella commedia noir iconoclastica della famiglia americana), senza tralasciare momenti divertenti come "La seconda guerra civile americana" (un bouffet ricco di stereotipi american ridicolizzati) o altrettanto critici come "Bob Roberts" (glorie e tragedie della campagna elettorale di un candidato senatore americano), che qui da noi potrebbe insegnare e rammentare qualche cosa.

Il calendario delle proiezioni:

DOMENICA 14 GENNAIO

Mars Attacks!, di Tim Burton, 1996

DOMENICA 21 GENNAIO

Happiness, di Todd Solondz, 1998

DOMENICA 28 GENNAIO

Essi vivono, di John Carpenter, 1988

DOMENICA 4 FEBBRAIO

Bob Roberts, di Tim Robbins,1992

DOMENICA 11 FEBBRAIO

Fino a prova contraria, di Clint Eastwood, 1999

DOMENICA 18 FEBBRAIO

La II Guerra Civile americana, di Joe Dante, 1997


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I sommari dei film in rassegna:

DOMENICA 14 GENNAIO

MARS ATTACKS! (USA 1996, 105')

Regia di Tim Burton

Tim Burton, geniale e pestifero eterno ragazzino adottato da Hollywood (che deve amarlo e temerlo al tempo stesso), si e' baloccato questa volta con un giocattolo da 80 milioni di dollari. Burton, spiritello porcello, ha preso spunto da una serie di figurine che nel 1962 circolo' con i bubblegum Topps e che venne subito ritirata dal commercio a causa dello strepito dei genitori americani, indignati dal mix di violenza, horror e sesso che le figurine, a sentir loro, sprigionavano.
Come nei piu' rappresentativi film americani di sci-fi degli anni `50 (``La guerra dei mondi'' di B. Haskin, 1953, e' un chiaro riferimento per Burton), i Marziani sono ripugnanti e cattivissimi e mettono a ferro e fuoco la Terra.
Ma a differenza di quei film di epoca maccartista, che celebravano i sani valori della nazione contrapposti alla minaccia comunista, Mars Attacks! fustiga ferocemente manie e idiozie della societa' americana contemporanea. E l'idiozia sembra affliggere in modo particolare i grandi, i forti e i potenti, mentre l'insperata salvezza per l'umanita' non puo' che giungere dai ``paria'', un ragazzino e una vecchietta amante della micidiale musica country-hawaian-yodel di Slim Withman.
L'animazione dei ferocissimi e ``politicamente scorretti'' marziani, gli effetti speciali e la sincronizzazione con il set nutritissimo di star hollywoodiane e' opera delle sofisticate tecniche di computergrafica in 3D utilizzate dalla ILM (Industrial Light and Magic) e dalla WDS (Warner Digital Studios).

DOMENICA 21 GENNAIO

HAPPINESS (USA 1998, 135')

Regia di Todd Solondz

Gli asettici residence e le linde villette a schiera del New Jersey fanno da sfondo ideale ad una galleria di personaggi che ricorda il migliore Altman, regista ben piu' navigato del giovane Todd Solondz il quale tuttavia ha gia' vinto nel 1996 il Sundance Film Festival con Welcome to the Dollhouse ed e' autore di questo Happiness, premio della giuria a Cannes nel 1998.
Si tratta di una commedia molto nera e disturbante (a tratti puo' far ridere, ma a denti stretti) sul destino di infelicita' profonda che la societa' contemporanea (e quella americana, in particolare, ne e' il prototipo) riserva all'essere umano. Tutti i personaggi di Happiness mostrano di avere desideri frustrati o deviati: un padre esemplare che non puo' fare a meno di inchiapparsi i compagnucci di scuola del figlio, un undicenne con problemi di eiaculazione, un onanista che appiccica cartoline al muro con lo sperma, una giovane trasognata vicina all'implosione, un'obesa sessuofobica che uccide il suo stupratore e lo conserva a pezzi nel frigo, una coppia di anziani attoniti di fronte alla fine del desiderio...
E Todd Solondz, faccia da sfigato che deve averne subite anche lui parecchie, presenta questi casi umani, per disgustosi che siano, con rispetto e compassione. Cio' e' valso al film l'estromissione dal circuito commerciale americano: al cinema si possono vedere le peggio schifezze, ma guai a chi osa mostrare l'umanita' dei ``mostri'' che popolano il nostro inferno quotidiano.

DOMENICA 28 GENNAIO

ESSI VIVONO (They live, USA 1988, 97')

Regia di John Carpenter

John Carpenter, dopo alcune deludenti prove nella grande produzione, torna al low budget e con tre milioni di dollari gira They live per la indipendente Alive Films.
In una Los Angeles dove proliferano le baraccopoli e spadroneggia la polizia, un giovane disoccupato scopre, grazie a degli strani occhiali neri, che il mondo e' ormai dominato da orribili alieni i quali, con la complicita' dell'intellighenzia terrestre, occultano le loro reali fattezze e condizionano l'umanita' attraverso messaggi subliminali emessi dalle onnipresenti reclame pubblicitarie.
Ispirandosi alla struttura di un racconto di fantascienza risalente agli anni `60 (Eight o'clock in the morning, di Ray Nelson), Carpenter costruisce il suo film piu' esplicitamente politico: Essi vivono e' una denuncia senza mezzi termini del disastro sociale generato da 8 anni di ``reaganomics''. Gli alieni facce-da-morto sono ``ultra-yuppies'' e le armi con cui impongono il Nuovo Ordine Mondiale sono la pubblicita' e la connivenza o l'ignoranza di molti esseri umani.
E' necessario che qualcuno, con ogni mezzo necessario e anche a costo della sua stessa vita, scuota
finalmente dal torpore gli ignari e gli indifferenti rivelando a tutti la vera natura del potere che opprime il mondo. E la rivelazione e la salvezza vengono, guarda caso, dalla classe operaia.
Ma con Essi vivono, Carpenter affronta anche un tema polemico piu' squisitamente professionale. Proprio negli anni `80 dilagava il bussiness di ``colorizzare'' i vecchi film in bianco e nero: un vero scempio per qualunque cinefilo, tanto piu' per un serio professionista del settore... ecco perche' in Essi vivono il mondo a colori troppo vivaci e suadenti cela l'inganno e solo attraverso occhiali speciali, che restituiscono una dimensione in bianco e nero, i condizionamenti sono svelati e gli alieni smascherati.

DOMENICA 4 FEBBRAIO

BOB ROBERTS (USA 1992, 93')

Regia di Tim Robbins

Bob Roberts (Robbins) è un candidato reazionario in lizza per il Senato della Pennsylvania. Self-made man, folk singer che imbonisce le platee con canzoncine country demenziali e fascistoidi, a furia di calunnie, intimidazioni, e truffe riuscirà a farsi eleggere sbaragliando il suo rivale democratico (interpretato dallo scrittore Gore Vidal).
Robbins, al suo esordio alla regia, traveste il film da documentario, come se lo spettatore vedesse le immagini girate dalla troupe al seguito del candidato senatore. Si vedano, a conferma della correttezza della ricostruzione di Robbins, le immagini della vera campagna elettorale del tenente colonnello Oliver North (do you remember Iran-Contras?) nel 1994, nel film di R.J. Cutler e D. Van Taylor ``A perfect candidate''.
Da un'intervista a Tim Robbins: ``... Volevo mostrare qualcosa che preoccupa molti americani: l'espandersi nel nostro paese di un nuovo fascismo non rumoroso, non ridicolo, che non ha bisogno dei baffetti di Hitler o delle divise per farsi sentire. Oggi i nuovi fascisti sono gente normale, perbene, quelli con la faccia carina e la bella casetta, sempre piu' egoisti, sempre piu' sprezzanti verso i diseredati, sempre piu' ansiosi di non essere chiamati in causa. Quello che vogliono e' il loro ordine, la loro sicurezza, la loro giustizia: e che gli altri si arrangino senza dare fastidio...''.

DOMENICA 11 FEBBRAIO

FINO A PROVA CONTRARIA (True crime, USA 1999, 115')

Regia di Clint Eastwood

Clint Eastwood si dirige interpretando un vecchio cronista di ``nera'', Steve Everett, che tutti danno ormai per finito. Oltre al professionista, anche l'uomo fa' acqua da tutte le parti: cinico, infedele, donnaiolo, non proprio ex alcolista, fumatore incallito (specie se e' vietato), padre assente... ma, nonostante i difetti, Everett ha un'etica personale che lo porta a diffidare di tutto cio' che e' dato per scontato, a vedere la verita' dove altri, piu' ``retti'' e ``onesti'' di lui, cercano di seppellirla.
Il suo fiuto (`` ...e' tutto cio' che mi rimane!'') lo porta a dubitare della colpevolezza, e infine a dimostrare l'innocenza, di un nero che sta per esser messo a morte per l'omicidio di una bianca. Per quanto una ferma condanna della pena capitale sia implicita nella lunga sequenza che documenta il rituale minuzioso, asettico e ipocrita con cui si vorrebbe dar parvenza di umanita' e legalita' a cio' che non puo' essere definito altrimenti che un atto di barbarie, Fino a prova contraria non e' un film contro la pena di morte. Piuttosto Eastwood, con il suo antieroe individualista e politicamente scorretto, mette in luce alcuni degli elementi che sostengono un sistema la cui apoteosi e' appunto ``l'omicidio di Stato'': il latente razzismo della maggioranza silenziosa, l'iniquita' di un sistema giudiziario che non garantisce difesa efficace agli indigenti, la finzione di una democrazia formale ma non sostanziale, la volgarita' dei media preoccupati soltanto di alzare le vendite a colpi di ``poppe, pianti e pupi'', il clericalismo ipocrita e untuoso, l'asfittica famiglia borghese e persino Babbo Natale.

DOMENICA 18 FEBBRAIO

LA SECONDA GUERRA CIVILE AMERICANA (The Second Civil War, USA 1997, 100')

Regia di Joe Dante

Autore di pellicole di culto, come L'ululato (1981), Gremlins (1984) e piu' recentemente Small soldiers, Joe Dante, formatosi guarda caso nella scuderia di Roger Corman, e' un autore sovversivo con il chiodo fisso della contromanipolazione della storia americana contemporanea.
Ne La Seconda Guerra Civile americana gli USA sono assediati da migranti provenienti da ogni angolo del pianeta. Il governatore dell'Idaho, in un sussulto nazionalistico, decide di chiudere le fontiere dello Stato, proprio mentre sopraggiunge un aereo carico di orfani pakistani che chiedono asilo. La Casa Bianca ordina la riapertura; in caso contrario, allo scadere di un termine calcolato in modo da non interferire con la soap opera del momento, e' previsto l'intervento delle truppe federali.
Il film e' intriso di satira feroce e disseminato di esilaranti parodie del potere politico e mediatico: i profughi pakistani vengono usati come cuscinetto umano tra le truppe federali e la guardia nazionale dello Stato ribelle; il Presidente degli USA non riunisce il suo gabinetto ma si fa' consigliare dal maggior lobbista del paese, il governatore e' fuori di testa perche' e' stato piantato dall'amante chicana; la TV amplifica la crisi e la diffonde; le comunita' etniche residenti contrattano favori politici in cambio dell'appoggio ai contendenti... ma Joe Dante avverte: fatti che possono sembrare solo assurdi o grotteschi possono, nel loro sviluppo, tracimare nell'incubo. La Seconda Guerra Civile americana esplode davvero e in tutto il suo orrore. Ed e' una follia sinistramente verosimile.