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Il revisionismo storico italiano
diverso da quello spiccatamente europeo, soprattutto inglese e tedesco,
che si pone lo scopo di riabilitare il nazismo negandone le parti peggiori,
ad esempio sostenendo che le camere a gas di Auschwitz non sono mai esistite,
che non vi fu un genocidio del popolo ebraico, che i documenti esistenti
in merito sono dei falsi storici, come ad esempio lo stesso diario di
Anna Frank.
In Italia pi che di riabilitazione del fascismo ci troviamo di fronte ad una denigrazione del movimento partigiano, forse perch, essendo gi passata nella coscienza popolare lidea che il fascismo di Mussolini fu una dittatura allacqua di rose (cosa che pi difficile da sostenere per Hitler), necessario alzare il tiro e quindi capovolgere le parti. Trasformare gli antifascisti da oppressi che si erano ribellati ai propri oppressori in terroristi, eversori, fuorilegge, dando per assodato dunque che la legge fascista fosse giusta e da rispettare. Dimenticando che il fascismo non era andato al potere con libere elezioni ma mediante un colpo di stato, e che i suoi metodi di governo non erano propriamente democratici. Significativa da questo punto di vista lesistenza di una Consulta per revisione storica della quale farebbero parte, secondo lANSA del 5.1.1999, i nazisti Merlino e Signorelli e lavvocato Sinagra. Di questultimo abbiamo gi parlato e parleremo ancora; Signorelli labbiamo precedentemente incontrato e Merlino forse quel Mario Merlino di Avanguardia Nazionale che fece linfiltrato nei gruppi anarchici romani alla fine degli anni 60? Ed lo stesso Mario Merlino che lavvocato Sinagra ha citato come teste di parte civile nel cosiddetto processo per le foibe del quale parleremo pi avanti? Trieste, essendo stata dopo l8.9.1943, direttamente annessa al Terzo Reich (sotto la denominazione di Adriatisches Kstenland, Litorale Adriatico), ha avuto sul proprio territorio un forno crematorio annesso ad un campo di concentramento e sterminio: la Risiera di San Sabba. I revisionisti sostengono che tale campo non fu di sterminio ma di smistamento (come se da un punto di vista morale le cose fossero diverse!), il che corrisponde solo parzialmente al vero, perch, se esatto che gli Ebrei rastrellati e portati in Risiera furono poi per la maggior parte deportati nei lager tedeschi (dove del resto trovarono quasi tutti la morte), daltra parte nella Risiera furono assassinate, si calcola, circa cinquemila persone, per lo pi partigiani sloveni e croati ed italiani. Nel 1992 il Movimento Fascismo e Libert diffuse un volantino nel quale affermava che nella Risiera " non mai esistito un campo di sterminio, non mai esistita una camera a gas, non mai esistito un forno crematorio " fu " solo parzialmente campo di transito per prigionieri politici. Durante tutto quel periodo, nella ex risiera, morirono per mano nazista e per cause naturali, una decina di persone. (...) La verit che il campo di sterminio stato inventato negli anni sessanta per contrastare la tremenda realt delle foibe nelle quali i comunisti slavi, con la complicit di quelli italiani. avevano massacrato oltre diecimila triestini, istriani e goriziani... ". Per la diffusione di questo volantino il Movimento fu assolto dallaccusa di apologia del fascismo: difatti non si riesce a capire perch furono denunciati per quel reato e non per quello di diffusione di notizie false ed incitamento allodio etnico. Ma purtroppo cos che si muovono le cose in Italia. Le foibe, dunque, cio il grosso cavallo di battaglia della storiografia nazionalista sul confine orientale. Con questo termine si intendono le pretese esecuzioni sommarie che sarebbero state operate dai partigiani jugoslavi dopo la liberazione di Trieste e Gorizia e della regione istriana. La propaganda nazionalfascista, dal 1945 in poi, ha sostenuto che migliaia di persone sarebbero state infoibate (cio gettate nelle foibe, le cavit naturali presenti nel Carso triestino ed istriano) sol perch italiane. Col passare degli anni la storiografia progressista, invece di fare chiarezza sulle menzogne di marca fascista e neoirredentista, si invece appiattita su di esse, e troviamo oggid sindaci progressisti, storici democratici ed esponenti del centrosinistra sostenere le stesse tesi che fino a dieci-quindici anni fa erano patrimonio esclusivo degli ambienti della destra pi retriva, con lunica differenza che dalla causale etnica (infoibati sol perch italiani) si passati a quella politica (infoibati perch contrari al comunismo titoista). Tutto ci ovviamente strumentale alla nuova demonizzazione del comunismo, quella in atto da una decina danni a questa parte, dopo la caduta del muro di Berlino: mentre prima lanticomunismo viscerale era patrimonio esclusivo dalle destre, da una decina danni in qua abbiamo assistito ad una conversione su questi temi da parte di certi settori che potremmo definire i pentiti della sinistra, proprio per questo ancora pi fanaticamente anticomunisti. In questa trasformazione della storiografia democratica in funzione anticomunista abbiamo assistito addirittura a delle (pseudo - n.d.r. di Linea Rossa [L.B.] ) "rivalutazioni" di Stalin in chiave antititoista, ma marcatamente revisionistiche, attribuendo alla figura e all'opera di Stalin il solito ritrito compendio di accuse (notoria revisione/falsificazione storica, sulla falsariga di quanto ne deriva dalle "accuse" di Krusciov fatte al XX Congresso, nel 1956, e fatte proprie dai moderni revisionisti - n.d.r. [L.B.] di Linea Rossa Genova). Per quanto concerne le foibe va detto che in realt di esecuzioni sommarie alla fine del conflitto nella cosiddetta Venezia Giulia ve ne furono, ma in misura molto inferiore a quanto accadde nelle altre citt dItalia, come a Milano o nel famoso triangolo rosso. Lo storico Mario Pacor cos descrisse il malcontento operaio nel maggio del 45, quando Trieste era sotto amministrazione partigiana jugoslava: " Fu cos che agli operai insorti non fu permesso di procedere a quelle liquidazioni di fascisti responsabili di persecuzioni e violenze, a quegli atti di giustizia sommaria che invece si ebbero a migliaia a Milano, Torino, in Emilia e in tutta lAlta Italia nelle giornate della liberazione e poi ancora per pi giorni. Non ce lo permettono mi dissero ancora alcuni operai pretendono che arrestiamo e denunciamo regolarmente codesti fascisti, ma spesso, dopo che li abbiamo arrestati e denunciati, essi li liberano, non procedono. E allora? ne erano indignati... " [14]. Basiamoci sulle fonti della stessa destra, Luigi Papo, ad esempio, figura carismatica del negazionismo storico nazionalista e neoirredentista. Oggi sedicente ricercatore storico, fu comandante del presidio della Guardia Nazionale Repubblicana di Montona, in Istria, che si rese responsabile di rastrellamenti ed azioni contro partigiani e contro civili, combattendo sotto comando tedesco (ricordiamo che dopo l8 settembre del 43 le provincie di Trieste, Udine e Gorizia, lIstria e Fiume erano state annesse al Reich tedesco sotto la denominazione di Litorale adriatico); fu arrestato dai partigiani a Trieste dopo la liberazione ma venne rilasciato dopo due mesi di campo di prigionia, perch, presentatosi sotto falso nome, non era stato riconosciuto. Indicato tra i criminali di guerra per i quali la Jugoslavia aveva chiesto lestradizione, cos descrive il modo in cui riusc a cavarsela: " Lon. Mario Scelba, allora ministro degli Interni, sollecitato dallon. Nino de Totto (uno dei fondatori del M.S.I. triestino, n.d.r.) e dallA. (cio lo stesso Papo, n.d.r.), si adoper per larchiviazione della richiesta di estradizione presentata dalla Jugoslavia. La Magistratura aveva, peraltro, gi dato corso alla procedura, ma fu soltanto il prof. Bruno Artusi (...) ad essere estradato (...) fu rimesso in libert alcuni mesi dopo..." [15]. Papo ha compilato un ponderoso Albo dOro con ventimila nomi di giuliano-dalmati morti durante la seconda guerra mondiale. Nonostante la copertina riporti il disegno dello spaccato di una foiba, i ventimila nomi non sono tutti di infoibati, anzi lo sono in minima parte. Papo ha preso in considerazione tutta larea che comprende le vecchie provincie di Trieste e Gorizia (che allora avevano un vasto retroterra oggi compreso nella repubblica di Slovenia), lIstria, Fiume, la Dalmazia, ed ha elencato tutti i nomi dei militari originari di queste zone morti in combattimento sui vari fronti (Africa, Russia...) oltre che tutti i militari caduti in combattimento nella zona, i caduti civili sotto i bombardamenti, una buona parte dei deportati dai nazisti nei lager tedeschi, molti partigiani, ed infine anche coloro che, dopo la Liberazione, furono arrestati dalle autorit jugoslave, processati e fucilati, oppure morirono nei campi di prigionia per militari, oppure ancora furono vittime di giustizie sommarie e regolamenti di conti. Il numero degli scomparsi appartenenti a queste tre ultime categorie ammonta, per la provincia di Trieste, a circa 500 persone. Ciononostante sia la propaganda nazionalista che i rappresentanti democratici istituzionali continuano a parlare di migliaia di infoibati. E tutta questa mistificazione propagandistica contro gli infoibatori viene usata in maniera strumentale dalle destre per avallare sia i propri discorsi neoirredentisti che quelli razzisti di rifiuto di riconoscere alla comunit slovena il diritto ad una legge di tutela. Altro epigono del negazionismo storico, e pi famoso di Papo, il pordenonese Marco Pirina. |
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