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Affrontare la questione delle droghe significa per noi attraversare le sfere della politica e dell'economia, dell'etica e delle scienze, dell'estetica della libertà e dei codici, delle cure e dei bisogni, dei desideri e dei piaceri e infine quelle dell'immaginario, del simbolico e della comunicazione. Le droghe costituiscono da sempre un complesso di fenomeni, comportamenti, scelte che, da qualunque prospettiva li si osservi e si intervenga,presentano volti complessi, contradditori (esclusione, autoesclusione e autodistruttività, ma anche ricerca di performance e/o di benessere) che svelano quanto sia necessario introdurre nuove forme di regolamentazione e approccio, tentare di disegnare una nuova direzione nelle attuali politiche in materia. La War On Drugs si è dimostrata come un fallimento storico in quanto strumento di oppressione e controllo sociale in grado di creare esclusivamente profitti formidabili, caratteristica tipica del mercato nero. Crediamo che le alternative partino dall'esistente: 40 milioni di cittadini europei hanno fumato cannabis almeno una volta nella loro vita; il 31% degli italiani in un'età compresa tra i 15 e i 34 anni ha fumato cannabis e di questi solo lo 0,8% rientra nelle c.d. situazioni problematiche.(Dati dell'Osservatorio Italiano sulle Droghe e Le Tossicodipendenze). In altri termini dovremo riconoscere che esiste una molteplicità di maniere di usare le sostanze psicotrope e numerose differenze tra uso e abuso, tra consumo e dipendenze, tra una sostanza e l'altra. Sarebbe auspicabile che l'opinione pubblica e i responsabili politici ammettessero che le "droghe" possono dar luogo ad un uso prettamente ricreativo, intermittente e non esclusivamente a fenomeni di abuso. In Italia, attualmente ancora meno che in passato, si sta facendo poco, molto poco per affrontare la questione in un ottica di riduzione del danno (RdD). Quando parliamo di RdD ci riferiamo a quegli esempi in Europa che, indipendentemente dagli schieramenti politici ed istituzionali che li sostengono, mostrano di funzionare. In Olanda e in Svizzera, dove la distribuzione controllata di eroina migliora la qualità della vita dei consumatori e diminuisce la criminalità e dove l'accesso legale ad hashish e marijuana non ha prodotto alcun danno. In Spagna e in Francia, dove si pratica con successo l'analisi chimica delle sostanze, una delle più efficaci forme di intervento nel campo delle cosiddette "nuove droghe". E questi non sono altro che esemplificazioni di un ampio scenario entro il quale si sono costruiti negli anni interventi di riduzione del danno, di tolleranza e depenalizzazione del consumo e del possesso che adeguano le moderne società agli stili di vita delle nuove generazioni. Imparando a convivere con sostanze che da più di trent'anni hanno fatto il loro ingresso nelle nostre vite, modificando lentamente, ma ineluttabilmente mentalità e comportamenti. Rispetto alle sostanze non può bastare un approccio giuridico e socio-sanitario, riduzionistico e insufficiente, è necessario un nuovo sguardo che tenta un approccio in termini di "come" e non di "perché". Perché il consumo di droghe è un fatto sociale, un'esperienza umana diffusa, un fattore culturale. E poi perché il mondo del consumo di massa è motivato da un principio del piacere che non può essere rimosso. Per tutte queste ragioni c'è bisogno di nuove politiche sulle droghe. E per nuove politiche c'è bisogno di nuovi attori e nuove strategie.C'è bisogno di una nuova COSCIENZA DI MASSA.
>richiesta di APPROVAZIONE
USO TERAPEUTICO DELLA CANNABIS IN FRIULI-VENEZIA GIULIA |
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