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RASSEGNA STAMPA GAZZETTINO

Domenica, 5 Gennaio 2003
«Vittime dell?intolleranza ignorante cavalcata dalle Destre. È chiaro chi sono i violenti»
Gatanegra, squilli di rivolta
Dopo l?incendio il collettivo va in piazza e annuncia: «Riavremo i nostri spazi»
Pordenone
«Alla fine ce l'hanno fatta. Dopo quasi due anni d'intimidazioni, danneggiamenti, minacce, aggressioni fisiche e verbali, diffamazioni a mezzo stampa, isoliti ignoti hanno raggiunto il loro più macabro scopo: distruggere lo stabile di via Fiamme Gialle, spazio del Centro sociale Gatanegra ». I portavoce del collettivobruciano di rabbia, dopo l'incendio che venerdì pomeriggio ha devastato la sede che occupavano dal marzo 2001. «Quasi sicuramente - puntualizzano - non s'identificherà mai la mano che ha fatto divampare l'incendio. Ma ciò che lo ha alimentato per noi è chiaro: l'intolleranza cieca e ignorante cavalcata dalle Destre; l'oltranzismo di quanti hanno esasperato un clima di persecuzione, creando una campagna denigratoria e definendoci terroristi, spacciatori, violenti. Ora è chiaro a tutti chi sono i veri violenti».
A PAGINA II

Domenica, 5 Gennaio 2003
Le reazioni dopo l?incendio che ha distrutto la sede del Centro sociale di via Fiamme Gialle. Danni per 20 mila euro
Ora i Gatanegra occupano la piazza
Nel pomeriggio manifestazione del collettivo: «Non ci fermeranno». Zanolin: «Martedì un confronto»
«Alla fine ce l'hanno fatta. Dopo quasi due anni d'intimidazioni, danneggiamenti, minacce, aggressioni fisiche e verbali, diffamazioni a mezzo stampa, iSoliti ignoti hanno raggiunto il loro più macabro scopo: distruggere lo stabile di via Fiamme Gialle, spazio del Centro sociale Gatanegra ». I portavoce del collettivo naonianobruciano di rabbia, dopo l'incendio che venerdì pomeriggio ha devastato la sede che occupavano dal marzo 2001.
«Quasi sicuramente - puntualizzano a una voce Alvise, Emma e compagni - non s'identificherà mai la mano che ha fatto divampare l'incendio. Ma ciò che lo ha alimentato per noi è chiaro: l'intolleranza cieca e ignorante cavalcata dalle Destre; l'oltranzismo di quanti hanno esasperato un clima di persecuzione, creando una campagna denigratoria e definendoci terroristi, spacciatori, violenti. Ora è chiaro a tutti chi sono i veri violenti, ed è altrettanto chiaro che finché verranno legittimati atteggiamenti da Nuova Inquisizione, come quelli verificatisi in assemblea a Vallenoncello, questi eventi si moltiplicheranno. È questo clima, che serpeggia in più livelli in Pordenone, a rendere possibili e normali atti vili, premeditati, che chiudono ogni agibilità a chi si esprime a favore delle diversità. Questi gesti criminali sono un no secco e chiaro a qualsiasi spazio non conforme, critico e propositivo. Siripuliscono le piazze dai migranti, si bruciano i Centri sociali, si riempiono le strade di poliziotti e telecamere per attuare la società omologata - omologante che tanto piace ai Fini e Bossi di turno. Il nostro messaggio agli anonimi incendiari e ai loro numerosi padrini in città è: non ci fermerete mai. Riavremo il nostro spazio sociale autogestito - promettono -. Rivendichiamo il diritto a una vita sociale diversa, fondata su rispetto e libertà. Continueremo a realizzare attività politiche e culturali alternative, slegate dalla logica del profitto. Per questo diamo appuntamento a tutti, oggi alle 16, in piazzetta Cavour, visto che non abbiamo altro posto dove andare».
In municipio, dal canto loro, non se ne restano con le mani in mano. «Per martedì alle 18 - informa l'assessore Gianni Zanolin - ho convocato un incontro con i ragazzi del Centro. Faremo il punto della situazione, insieme, cercando di trovare una soluzione logistica valida e veloce. Loro hanno bisogno di una sede e noi intendiamo offrirgliela, su questo non ci piove. Anche perché sono già stanziati a bilancio 100 mila euro in proposito: avrebbero dovuto essere utilizzati per sistemare ilcilindrodi Valle, ma sapete tutti com'è andata...».
La sua valutazione sul caso? «Credo più all'atto vandalico puro e semplice che a quello politico. Unaragazzata? Non saprei. Tocca alla Polizia, attraverso un'indagine approfondita, capire se davvero possono essere stati dei giovani senza cervello a causare l'incendio o se invece c'è dell'altro. Io posso dire soltanto che da mesi, in città, non respiro un'aria di tensione politica tale da giustificare un atto mirato di questo tenore».
«D'altra parte - racconta ancora Zanolin - ci erano già stati segnalati vandalismi nella zona di via Fiamme Gialle e via Montereale. In quest'ottica il Centro autogestito non c'entra nulla: certe cose sembrano proprio l'espressione di un disagio giovanile d'altro genere, da identificare e combattere. È un po' come incendiare gli alberi o i cassonetti dell'immondizia: dietro c'è un fenomeno che non si può liquidare in due parole».

Domenica, 5 Gennaio 2003
LE INDAGINI
Il fuoco è partito dall'esterno, la pista politica non trova sostanza
Le prime indagini hanno escluso la pista dell'attentato. Ormai è certo che si sia trattato di un atto doloso, ovvero di un gesto destinato a cagionare danni, ma la tesi più accreditata dagli inquirenti è quella del vandalismo - per così dire - puro e semplice, senza matrici legate alla fede o alla militanza politica.
PERIZIA CONGIUNTA -Ieri mattina, per oltre un paio d'ore, in via Fiamme Gialle 1 sono stati impegnati gli agenti della Digos, gli investigatori della Scientifica della Questura di Pordenone e i tecnici dei Vigili del fuoco. Ne è uscita un'approfondita perizia che il pubblico ministero Fabio Moretti, colui che coordina l'inchiesta, sta già esaminando. Non c'è una pista privilegiata su tutte le altre, ma è chiaro a tutti che l'incendio non è scoppiato per un caso fortuito, né si è sviluppato da un banale corto circuito legato ai macchinari ospitati nell'ex Centro sociale.
LA PORTA -Tutto è partito all'esterno, nell'area d'ingresso. Poi il fuoco haaggreditocon violenza le pareti inmonopaneldella struttura comunale, trovando facile esca proprio nel materiale utilizzato per costruire l'edificio. I danni, come anticipato ieri, sono quantificabili in non meno di 20 mila euro, tra materiale distrutto (strumenti musicali e dei laboratori, libri, dischi in vinile, compact, materiale tecnico destinato ai concerti, amplificatori) e problemi causati dal fuoco allo stabile. Buona parte del tetto è crollata su se stessa e il pm ha posto l'intera area sotto sequestro per chiari motivi di sicurezza.
TRACCE -E gli indizi che fanno propendere gli inquirenti per l'atto doloso? Sono molteplici: la dinamica dell'episodio, la presenza in loco di giovani segnalata da una testimone pochi minuti prima del rogo, lo sviluppo delle fiamme, l'esclusione del corto circuito. Nessuna traccia concreta, invece, spinge la Procura a ipotizzare una valenza politica nel gesto. Sembra più una "sciocchezza" o un atto vandalico individuale, decontestualizzato rispetto alla Destra e alla Sinistra. Alla Digos non è giunta alcuna forma di rivendicazione, né è stato trovato fra la cenere un messaggio destinato a motivare (o afirmare in qualche modo) l'incendio del Centro sociale. Accertato, infine, che nessun ordigno è esploso davanti alla porta e che non si è trattato del lancio di una bottigliamolotov.
SPAZI -Nel frattempo, il Circolo naoniano di Rc ha diffuso una nota al riguardo. "Qualsiasi sia la natura dell'episodio - sostengono i rifondatori comunisti - è evidente la suaradice dolosa che, vista la vicinanza di un edificio scolastico, senza il pronto intervento dei pompieri avrebbe potuto causare danni molto più gravi. Oggi i giovani del collettivo, che da tempo chiedevano uno spazio definitivo per le loro attività, sono senza sede. Chiediamo allora al Comune, senza più indugi, di trovare entro poche settimane uno stabile o un'area in cui collocare un prefabbricato. Alle forze politiche di maggioranza, poi, chiediamo di presentare subito in Consiglio un ordine del giorno di piena condanna del grave episodio d'intolleranza, nonché di solidarietà con il collettivo Gatanegra ".
Pier Paolo Simonato

Lunedì, 6 Gennaio 2003
Dopo l?incendio doloso nella sede di via Fiamme Gialle ai ragazzi del Centro sociale sono arrivati tanti attestati di solidarietà
Gatanegra batte il fuoco con la musica
Occupata piazza Cavour in pieno centro. «Andremo avanti con le nostre attività in un altro edificio»
Pordenone
Sotto un cielo plumbeo e minaccioso, nel centro storico di Pordenone frequentato nonostante il freddo pungente, ieri alle 16, i ragazzi del Centro sociale Gatanegra hanno simbolicamente occupato piazzetta Cavour, a suon di musica etnica, volantini, striscioni e slogan. «L'incendio doloso che venerdì ha distrutto la nostra sede non ci toglie il diritto di esistere - hanno spiegato in coro -. Non ci fermeremo mai e proseguiremo le nostre attività in un nuovo edificio».
Confermata la matrice dolosa dell'atto, i ragazzi del Centro sociale non si lasciano andare alle recriminazioni, puntando dritti all'obiettivo principale: ripartire al più presto con incontri, concerti, seminari, dibattiti. Ma dove? La sede di via Fiamme Gialle, tuttora sotto sequestro, ormai è inagibile e, viste le condizioni in cui versa, nel giro di pochi mesi potrebbe essere abbattuta, considerando che da tempo quell'area è destinata alla nuova palestra comunale, con relativi parcheggi.
«Non disporre di una sede non ci spaventa - puntualizzano -. Abbiamo dovuto spostare qualche incontro in programma, ma abbiamo trovato delle valide alternative. Ad esempio, il 15 gennaio, alla Casa del popolo di Torre, si terrà un incontro-dibattito, da noi organizzato, sui problemi dell'America Latina. Certamente sarà più difficile trovare un posto adatto per le nostre serate: siamo abituati a riunirci quasi ogni giorno. Quale soluzione? La piazza oppure, meglio ancora, la stazione, dove l'ambiente è riscaldato»!
Intanto, mentre la Digos prosegue le indagini, il collettivo s'interroga sul possibile movente dell'incendio doloso: «Non abbiamo dubbi sull'esistenza di un mandante, perché le fiamme sono state appiccate alla struttura dall'esterno, esattamente nel retro, utilizzando probabilmente benzina verde che non lascia alcuna traccia di piombo. Non crediamo molto all'atto vandalico e nemmeno alla bravata di un gruppo di ragazzini scapestrati».
Le indiscrezioni trapelate riportano di possibili esecutori esterni, forse anche da fuori regione, ma non esiste allo stato dei fatti alcuna certezza in merito, così come nessuna rivendicazione. La valenza politica dell'atto non è esclusa.
«L'aspetto positivo di tutta questa vicenda - dicono i soci del Gatanegra , da quasi un anno costituito in associazione - sono i numerosi gesti di solidarietà espressi nei nostri confronti: la disponibilità di Spazio Cultura e Coop Service Noncello, che ci hanno aiutato a portare fuori le strumentazioni dall'immobile; la collaborazione del Zapata e dell'Associazione emigranti e, non ultimo, l'incoraggiamento dei Centri sociali di Veneto (Chioggia), Puglia, Brianza, Svizzera (Lugano)».
Alessandra Betto
p.p.s.

Martedì, 7 Gennaio 2003
CHI SONO
Un gruppo senza un capo che rifiuta le etichette e si impegna nel sociale
Enrico ha 26 anni, si sta laureando in Storia. Alvise di anni ne ha 29 è laureando in Filosofia, ha lavorato cinque anni come operaio ed ora fa l'animatore in una struttura psichiatrica. Gigi fa l'educatore, ha 29 anni e quotidianamente si occupa di minori e persone con handicap. Leo di anni ne ha 23 e fa il disegnatore. Marianna è la più piccola, ha 21 anni e studia. Infine c'è Emma, ventinovenne, studia e lavora. «Ma non scrivere che mi occupo di handicappati è un termine che non mi piace. Preferisco si dica che mi occupo di ragazzi che hanno difficoltà genetiche». No, non è un gruppo di giovani cattolici delle Acli, anche se le caratteristiche sono probabilmente le stesse, sono alcuni dei giovani del Collettivo Gatanegra .
L'incontro è oramai datato. Allora era il momento dello strappo di Vallenoncello,subito dopo l'assemblea nella scuola, quando gran parte della gente del quartiere in maniera fragorosa e irrispettosa (basta pensare che qualcuno parlò di immondizia) non ne volle sapere della sede nell'ex cilindro dell'acquedotto. Allora c'era ancora la sede occupata di via Fiamme Gialle, lo stesso immobile oggi inagibile dopo che il fuoco doloso ha bruciato le strutture portanti e ha chiuso - probabilmente in maniera definitiva - le porte della sede lasciando spazio a quella che adesso diventerà una palestra.
Sono seduti in cerchio i giovani del Gatanegra . Prima di rispondere alle domande si guardano, ma non è un segno di debolezza. La verità è che loro sono abituati a parlare dopo essersi riuniti in assemblea. È Emma la più loquace. «Nelle nostre assemblee non c'è un capo, non c'è un referente che cerca consenso. Ci sono tante persone, tutte responsabili che discutono». È l'assemblea dunque che regola i rapporti. Ma come si fa a trovare sempre l'unità? «E chi ha detto che dobbiamo pensarla sempre allo stesso modo. Quello che conta e che ci interessa - spiega ancora Emma - è trovare i modi, anche diversi per riflettere insieme. La rete delle relazioni nasce dall'ascolto e dalla relazione stessa».
In tutto sono una quarantina. Il grado di cultura è medio alto. Nessuno ha il piglio del capo, nessuno parla per gli altri. Lavorano su progetti, parlano di relazioni sociali, si scambiano idee. E allora perchè all'esterno il loro messaggio positivo non arriva. Perchè per la gran parte della gente sono gli anarchici, quelli che imbrattano i muri, quelli dei centri sociali? «Forse non siamo stati in grado di comunicare la nostra immagine nella dimensione corretta. Ma noi siamo dubbiosi, abbiamo poco in comune con chi vuole apparire, con ragazzi e ragazze che si preoccupano solo della loro immagine. Noi vogliano far nascere una relazione intensa, comunicare». Pensare.In via Fiamme Gialle prima dell'incendio era un continuo progettare. Spettacoli teatrali impegnanti, musica, sale prove, computer, libri e biblioteca. "Ma facciamo anche le castagnate per stare insieme, discutere, crescere, confrontarci. L'importante è che tutto sia senza alcun fine di lucro" tengono a precisare. Forse anche per questo l'ex Cerit gli va stretto.
Nessuno di loro ha avuto problemi di droga. Anzi, hanno liberato la zona da alcuni spacciatori che avevano scelto lo stabile di via Fiamme Gialle per i loro traffici. Nessuna denuncia per violenze, qualche festa rumorosa, ma -ci tengono a sottolinearlo - quando nel quartiere qualcuno ha presentato una petizione per mandarli via, hanno firmato in pochissimi. Eppure i giovani del Collettivo sono costantemente "sotto processo". Sociale almeno. Perchè? «Forse perchè vogliamo la libera circolazione dei saperi, forse perchè non siamo globalizzati, forse perchè rifiutiamo le etichette».
Non sono santi e non vogliono neppure essere santificati, chiedono solo rispetto e spazio. Autogestito. Però - si dice - occupano. E questo non va bene. «Invece va bene lasciare stabili e immobili abbandonati, in decadimento, acquistati con soldi pubblici?».
Bella domanda!
ldf

Martedì, 7 Gennaio 2003
Oggi l?assessore alle Politiche Sociali incontrerà i giovani del Collettivo che hanno fretta di riprendere l?attività
Gatanegra, rispunta l'ex Cerit
L?ipotesi non piace ai ragazzi del centro sociale, ma ora è l?unica che il Comune può offrire
Questo pomeriggio l'assessore comunale alle Politiche sociali, Gianni Zanolin, incontrerà una rappresentanza dei giovani del Collettivo Gatanegra . Si tratta senza dubbio di un incontro importante, soprattutto dopo l'incendio che ha reso inagibile la sede di via Fiamme Gialle e che di fatto ha stoppato tutte le iniziative. L'assessore, dopo labattaglia di Vallenocello,ha tutta l'intenzione di andare con i piedi di piombo. Nessuna fuga in avanti, quindi, nessuna indicazione di sedi alternative e soprattutto nessuna volontà di creare altri strappi. Una situazione difficile da gestire, dunque, anche perchè i ragazzi del Gatanegra hanno intenzione di proseguire nelle loro attività e quindi di trovare risposte in tempi brevi. Resta però un fatto non da poco: l'amministrazione comunale pur avendo ben in mente la volontà di reperire una soluzione, non ha al momento nè spazi, nè sedi da poter offrire. C'è di più. Mentre l'occupazione dell'immobile di Fiamme Gialle era stata più o menodigerita fermo restando il fatto che i giovani avrebbero comunque dovuto liberare i locali in quanto in quel posto sorgerà una nuova palestra e poco distante un centro residenziale, una nuova occupazione potrebbe creare tensioni oltre che di carattere sociale anche politico all'interno della maggioranza stessa.
Difficile azzardare dunque quello che oggi l'assessore Zanolin dirà ai ragazzi. È comunque chiaro che l'incendio della sede, le cause e sopratutto uno scambio di opinioni su chi possa aver appiccato il fuoco sarà preliminare ad ogni altra cosa. Facile intuire che l'assessore vorrà capire dai rappresentanti del Collettivo quali possano essere le loro intenzioni. Non è da escludere però il fatto che Zanolintorni all'attacco su un vecchio pallino dell'amministrazione: convincere i Gatanegra a trasferirsi all'ex Cerit. C'è la possibilità - ma si tratta di indiscrezioni - che possa essere trovato un sito seppur all'interno dell'area, totalmente indipendente e autonomo. Qualcuno ha ipotizzato la vecchia sede dei vani tecnologici. Un'opzione questa che non è mai piaciuta ai giovani del Collettivo anche se ora senza una base d'appoggio visto che lo stabile di via Fiamme Gialle e inagibile e con la volontà di ricominciare al più presto l'attività, la cosa potrebbe essere riconsiderata. Del resto potrebbe trattarsi di una sistemazione provvisoria, in attesa che l'amministrazione trovi uno spazio diverso. C'è però un particolare non da poco: l'ex Cerit è gestito dall'Associazione Spazio Cultura e - da quanto si è appreso - i progetti presentati dai vari soci occuperebbero tutti gli spazi disponibili.
Loris Del Frate

Mercoledì, 8 Gennaio 2003
Delusione dei giovani del Collettivo dopo l?incontro di ieri con il sindaco e l?assessore Gianni Zanolin
Gatanegra, fumata nera in Comune
Chiusa ogni trattativa per una soluzione provvisoria all?ex Cerit. La palla alla maggioranza
Se non era proprio scontato, era quasi certo già dall'altro giorno che l'incontro di ieri sera non avrebbe dato i frutti sperati. Ed effettivamente, anche se si tratta di indiscrezioni visto che dall'amministrazione comunale non è trapelato assolutamente nulla, dalfaccia a faccia tra il sindaco e l'assessore alle politiche sociali Gianni Zanolin e i giovani del Collettivo Gatanegra sarebbe uscita una copiosa fumata nera. Segno evidente che la situazione, dopo l'incendio doloso che si è sviluppato nella sede di via Fiamme Gialle, non è cambiata. Il Comune allo stato non sarebbe in grado di garantire alcun locale per i giovani del Collettivo.
E sempre da quanto si è appreso proprio ieri sera i rappresentanti del Gatanegra avrebbero chiaramente espresso il loro diniego per una soluzione, seppur provvisoria, all'ex Cerit. Una posizione questa già nota da tempo, ma che ieri sera sarebbe stata ribadita in maniera inequivocabile. Del resto la ristrutturazione dell'ex Cerit ancora in corso e gestita dall'associazione Spazio Cultura, non avrebbe permesso spazi adeguati per i giovani del Collettivo. Il problema comunque non si pone, visto che i rappresentanti dei Gatanegra sono stati chiarissimi con Bolzonello e Zanolin.
A questo punto dunque la situazione sarebbe in vicolo cieco. Da un lato, come detto, l'indisponibilità di locali da parte dell'amministrazione comunale che del resto dopo Vallenoncello vuole andare con i piedi di piombo, dall'altro invece la necessità del Collettivo di trovare in tempi brevi nuovi spazi per poter continuare le attività.
Tra leaccuse mosse dai rappresentati dei Gatanegra all'amministrazione comunale, quella di non essere riuscita a gestire la questione con i partiti che compongono la maggioranza che regge il sindaco Bolzonello. Non a caso le posizione sono differenziate. Fiume e Ds sarebbero anche disponibili aforzare la mano e a trovare una soluzione, Vivo Pordenone e Margherita invece vanno molto più cauti. In mezzo c'è l'assessore Zanolin che dopo l'esperienza di Vallenoncello non se la sentirebbe di farefughe in avanti, pur nella consapevolezza che la questione in qualche maniera dovrà essere risolta.
Non è da escludere che a questo punto l'intera palla passi nelle mani del sindaco Bolzonello che potrebbe girarla prima in giunta, poi al vaglio di una sorta di vertice di maggioranza. È evidente infatti che solo con la compattezza dei partiti che sostengono l'esecutivo si potrà affrontare e tentare di risolvere una situazione sempre più spinosa.
Intanto il Collettivo è senza una sede e praticamente tutte le iniziative in corso sono stoppate. Per il quindici di gennaio comunque sono riusciti ad organizzare una manifestazione sull'America latina alla Casa del popolo di Torre.
Loris Del Frate

Mercoledì, 8 Gennaio 2003
AZIONE GIOVANI
«Smettetela, non siete certo voi i martiri di questa provincia»
«Domenica pomeriggio in piazzetta Cavour, il centro sociale Gatanegra tra qualche decina di lattine di birra ed uno spettacolo di saltimbanchi, ha distribuito un vergognoso volantino sull'accaduto dei giorni scorsi che esordiva con unalla fine ce l'hanno fatta i soliti ignoti hanno distrutto lo stabile di via Fiamme Gialle - adducendo come motivazione -l'intolleranza cieca ed ignorante cavalcata dalle Destre». A parlare è Barbara Bortolussi, responsabile pordenonese di Azione Giovani.
«Noi reputiamo - va avanti - che se verrà confermata l'ipotesi di incendio doloso, tali atti di vandalismo siano riprovevoli e da condannarsi a priori. Dissociandosi quindi da coloro che probabilmente hanno appiccato il fuoco alla sede del centro sociale, respingiamo però con fermezza e sdegno le più o meno esplicite accuse di aver alimentato un clima di tensione, degenerato poi nell'episodio di venerdì rivolte aquelle Destre di cui siamo esponenti. Ci domandiamo inoltre con quale sfrontatezza i soliti ed ormai noti estremisti di sinistra si permettano ancora di affermare che sono stati loro negli ultimi due anni oggetto di "intimidazioni, danneggiamenti, minacce, aggressioni fisiche e verbali", proponendosi come i martiri della realtà pordenonese!».
La nota va avanti e la responsabile di Azione giovani, alza i toni. «Smettetela! Avete ragione solo in una cosa: a dire che è chiaro a tutti chi sono i veri violenti ed intolleranti. Lo avete ampiamente dimostrato tutte le volte che con i vostri atti di ostruzionismo avete cercato di compromettere la buona riuscita di tante nostre iniziative. O forse la vostra memoria è così corta da farvi dimenticare quello è successo nelle ultime manifestazioni del 25 Aprile (solo per citare un episodio) quando tra insulti e sputi avremmo rischiato il linciaggio se non fossero intervenute le forze dell'ordine? Voi, i paladini di "una vita sociale fondata sul rispetto e sulla libertà", pronti a contraddire subito questo principio se qualcuno dimostra di non pensarla come voi!».

Venerdì, 10 Gennaio 2003
Mentre l?amministrazione Bolzonello sta cercando una soluzione e pensa a un prefabbricato sale la tensione
Gatanegra, schiaffo al Comune
«Sindaco e assessore dopo un anno ci hanno liquidato. Scenderemo in strada»
Pordenone
Frattura tra il collettivo Gattanegra e l'amministrazione comunale: «Dopo più di un anno didialogo - scrivono in un documento i Gatanegra - l'amministrazione comunale di Pordenone nelle persone del sindaco Bolzonello e dell'assessore Zanolin ha deciso di liquidare interamente l'esperienza del nostro Centro sociale autogestito. È emersa tutta l'ipocrisia di quanti, dopo aver tessuto per mesi gli elogi del Collettivo e dichiarato di averne a cuore le sorti, oggi non sono più nemmeno in grado di attribuire al Collettivo stesso un adeguato riconoscimento politico». Nel documento si annuncia anche una presa di posizione: «Visto che il sindaco ci ha lasciati per strada, per strada rimarremo: le nostre iniziative avranno per palcoscenico le vie di Pordenone ed i protagonisti saranno tutti i passanti. Cominceremo sabato e continueremo in consiglio comunale». Nel frattempo il Comune è pronto a proporre al collettivo l'installazione di un prefabbricato da sistemare nella zona dell'ex Cerit.
A PAGINA V

Venerdì, 10 Gennaio 2003
LA PROPOSTA
Il Comune offre un prefabbricato nell'area Cerit
Un ultimo tentativo in extremis per cercare di recuperare il rapporto con i giovani del Collettivo Gatanegra . Non ci sono notizie ufficiali che escono dal palazzo comunale, ma da indiscrezioni si è appreso che questa potrebbe essere la strada che l'amministrazione comunale intende perseguire per evitare la rottura. Non sarà una cosa facile anche perchè allo stato il Comune non è in grado di soddisfare le richieste dei Gatanegra .
Da un lato infatti il sindaco non ha alcuna intenzione di tornare indietro sulla decisione di trovare uno spazio in via Fiamme Gialle: in quel luogo sorgerà una nuova palestra e la zona residenziale. Dall'altro poi il Comune non dispone di un altro immobile da affidare. L'offerta che l'amministrazione comunale potrebbe fare ai giovani del Collettivo, quindi, non può prescindere da questi due aspetti. Ecco allora che riappaiono i 100 mila euro che erano stati stanziati a bilancio per il riatto del cilindro dell'ex acquedotto di Vallenoncello. Con quei soldi l'amministrazione comunale, fermo restando comunque un passaggio in giunta e soprattutto una sorta di verifica di maggioranza, potrebbe realizzare un prefabbricato da adibire a sede del Collettivo. Quello che però è ancora motivo di contrapposizione è il sito. Già, perchè il Comune quel prefabbricato lo vuole inserire nell'area dell'ex Cerit. Lo spazio è decisamente sufficiente e questo garantirebbe la piena autonomia gestionale e organizzativa delle manifestazioni. Non solo. Sempre da quanto si è appreso anche l'ingresso potrebbe essere autonomo. Resta però il fatto che sull'area dell'ex Cerit c'è una sorta di veto da parte dei rappresentanti del Collettivo.
Sempre da indiscrezioni si tratterebbe di un prefabbricato molto spartano che poi gli stessi giovani dovrebbero completare e rendere idoneo ad ospitare le loro iniziative. L'amministrazione comunque vuole comunque chiudere la questione in tempi brevi. Per questo potrebbe essere realizzato un progetto che per fine mese sarà illustrato ai Gatanegra . Se le cose non dovessero andare per il verso giusto lo strappo a quel punto sarebbe definitivo.
ldf

Venerdì, 10 Gennaio 2003
Con una nota i giovani prendono le distanze dal sindaco Bolzonello e dall?assessore alle politiche sociali Zanolin
Gatanegra, lo strappo del Collettivo
«Troppa ipocrisia: le persone che per mesi ci hanno tessuto gli elogi non ci riconoscono più»
Lo avevano fatto capire, seppur senza ufficializzarlo subito dopo l'incontro con il sindaco Bolzonello e l'assessore Zanolin che si era tenuto martedì scorso. Ora invece i giovani del Collettivo Gatanegra sono scesi allo scoperto. E la frattura con l'amministrazione comunale è diventata palese. «Dopo più di un anno didialogo - si legge in una nota - l'amministrazione comunale di Pordenone nelle persone del sindaco Bolzonello e dell'assessore Zanolin - ha deciso di liquidare interamente l'esperienza del Centro sociale autogestito Gatanegra ».
Un inizio molto chiaro che viene ulteriormente esplicitato nei passaggi successivi. «Dalla riunione di martedì 7 gennaio, infatti, - spiegano ancora - è emersa solamente tutta l'ipocrisia di quanti, dopo aver tessuto per mesi gli elogi del Collettivo e dichiarato di averne a cuore le sorti, oggi non sono più nemmeno in grado di attribuire al Collettivo stesso un adeguato riconoscimento politico. Nulla ci è dovuto, naturalmente, specie se viene ribadito insistentemente che siamo unaminoranza e se viene, invece, completamente ridimensionato il fatto che una sede ce l'avevamo, ma è stata incendiata (pardon: è andata a fuoco), che l'atto è chiaramente intimidatorio (pardon: vandalistico) e che non è esattamente la stessa cosa bruciare un albero, un cassonetto o un Centro Sociale (vero, assessore Zanolin?)».
Lo strappo dunque è evidente e i Gatanegra vogliono chiarirlo sino in fondo. Non manca poi un affondo al primo cittadino. «La proposta del sindaco di trasferirci nell'area dell'ex Cerit è, da questo punto di vista, esemplare: per lui sarebbe troppo bellorecuperarci piazzandoci in una realtà che, seppur rispettabile, non ha nulla a che vedere con noi! Al contrario, di fronte alla nostra proposta di ricostruire uno stabile proprio in via Fiamme Gialle (soluzione verso cui volgevano le trattative prima dell'incendio) - sia per reagire fermamente all'attentato, sia per riprendere quelle attività rivolte al quartiere che la stessa amministrazione ha più volte definitomeritorie - il rifiuto è stato secco: i cospicui interessi edilizi e l'approssimarsi della gara d'appalto rendono assolutamente improponibile la ricostruzione del Centro Sociale nel posto dal quale doveva comunque sparire».
I Gatanegra vanno avanti.- «È sintomatico che coloro che sono abituati a dirsi rappresentanti della cittadinanza vogliano dire l'ultima parola su ogni questione, ma noi vogliamo saperne di più: vogliamo sapere cosa ne pensano tutte le persone di questa città, tutte. Da quelle che, magari, hanno seguito in silenzio le nostre vicissitudini a quelle che sono chiamate ad amministrare il fantomaticobene pubblico e non vedranno nemmeno presa in esame dal consiglio comunale la vicenda dell'attacco incendiario al nostro Centro Sociale».
Infine le conclusioni che vanno verso una decisa presa di posizione, anche se i giovani del Collettivo non chiudono tutte le porte. «E visto che il sindaco ci ha lasciati per strada, per strada rimarremo: le nostre iniziative avranno per palcoscenico le vie di Pordenone ed i protagonisti saranno tutti i passanti. Cominceremo questo stesso sabato, 11 gennaio, e continueremo certamente quando si riunirà il consiglio comunale. E quando saremo stanchi della strada, qualcosa inventeremo!»
Loris Del Frate