LO HANNO BRUCIATO |
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Alla fine ce
l’hanno fatta. Dopo quasi due anni di intimidazioni, danneggiamenti,
minacce, aggressioni fisiche e verbali, diffamazioni a mezzo stampa, i
"soliti ignoti" hanno raggiunto il loro più macabro scopo:
distruggere lo stabile di via Fiamme Gialle, spazio del Centro Sociale
"Gatanegra".
Quasi sicuramente non si identificherà mai la mano che ha fatto divampare l'incendio, ma ciò che lo ha alimentato per noi è chiaro: l'intolleranza cieca ed ignorante cavalcata dalle destre; l'oltranzismo di quanti hanno esasperato un clima di persecuzione, creando una campagna denigratoria definendoci: terroristi, spacciatori, violenti. Ora è chiaro a tutti chi sono i veri violenti, ed è altrettanto chiaro che finchè verranno legittimati atteggiamenti da "Nuova Inquisizione", come quelli verificatisi in assemblea a Vallenoncello, questi eventi si moltiplicheranno. E' infatti questo clima ottuso che serpeggia in più livelli della realtà pordenonese a rendere possibili e normali atti del genere. Atti vili, premeditati, che chiudono ogni agibilità a chi si esprime a favore delle diversità. Questi atti criminali sono un "no" secco e chiaro a qualsiasi spazio non-conforme, critico e propositivo: si "ripuliscono" le piazze dai migranti, si bruciano i centri sociali (pratica diffusa: chiedete ai compagni del CSOA Pinelli di Genova), si riempiono le strade di poliziotti e telecamere, per attuare la società omologata, omologante che tanto piace ai Fini e Bossi di turno. Vorremmo, per questo, far pervenire un messaggio agli anonimi incendiari ed ai loro numerosi padrini in città: NON CI FERMERETE MAI !! Riavremo il nostro spazio sociale autogestito; rivendichiamo il diritto ad una vita sociale diversa, fondata sul rispetto e sulla libertà; continueremo a realizzare attività politiche e culturali alternative e slegate dalla logica del profitto. |
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GATANEGRA BRUCIA… DI RABBIA Alla fine ce l’hanno fatta. Dopo quasi due anni di intimidazioni,
danneggiamenti, minacce, aggressioni fisiche e verbali, diffamazioni a
mezzo stampa, i “soliti ignoti” hanno raggiunto il loro più
macabro scopo: distruggere lo stabile di via Fiamme Gialle, sede del Centro
Sociale “Gatanegra”. L’incendio doloso sviluppatosi
nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio è, infatti, solo l’atto
finale di una vera e propria campagna persecutoria (orchestrata dai politicanti
più beceri) che ha sistematicamente teso a denigrare l’autogestione
di via Fiamme Gialle, fino al punto di associarla alla “violenza”
ed al “teppismo”. Oggi tutti possono vedere chi sono i veri
violenti e tutti possono capire ciò che denunciavamo da diverso
tempo: il ritorno dei peggiori istinti fascisti nella Pordenone opulenta
e dorata, gli attacchi deliranti contro ogni esperienza politico-sociale
non allineata, la negazione degli spazi a tutti i “diversi”.
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VOGLIAMO UNO SPAZIO, NON UN GHETTO ! Come abbondantemente ribadito in una intervista televisiva dall’assessore Zanolin, l’amministrazione comunale intende riproporre nuovamente al collettivo Gatanegra un’idea che credevamo morta e sepolta: la realizzazione di un prefabbricato nell’area dell’ex-Cerit. Non solo. L’assessore e tutti i fautori di tale soluzione intendono presentare il progetto all’opinione pubblica come fosse l’unico, degno compromesso ragionevole in una situazione nella quale gli stabili di proprietà comunale sono terribilmente ridotti. Il nostro rifiuto, pubblicamente espresso agli amministratori e ribadito sui giornali, è tutt’altro che pretestuoso e non può essere liquidato come un semplice “capriccio”. I motivi che stanno alla base della nostra scelta sono diversi: 1) Nell’area dell’ex-Cerit si sta sviluppando un “polo culturale” la cui ideazione e realizzazione non vede minimamente coinvolto il collettivo Gatanegra; 2) La costruzione ex novo di un prefabbricato è un’ottima soluzione, ancor più se realizzata economicamente e con la nostra collaborazione attiva, ma perché vincolarla rigidamente all’area verde dell’ex-Cerit e non ad altre aree verdi cittadine che sarebbero così salvaguardate dalla speculazione edilizia? 3) Riteniamo che lo stabile di via Fiamme Gialle possa essere recuperato, nonostante i faraonici lavori di “riqualificazione urbana” che comprendono una palestra, un gigantesco parcheggio e la grossa lottizzazione residenziale di Cimolai. Il Centro Sociale, infatti, interessava una zona che conterrà una piccola parte dei parcheggi della palestra. 4) Il nostro trasferimento al Cerit era, inoltre, uno degli obiettivi di quella vergognosa petizione, promossa da alcuni abitanti del quartiere di Vallenoncello, che intendeva dipingerci come “casinisti” e nullafacenti. Alcuni dei promotori dichiararono, poi, alla stampa che la nostra collocazione all’ex-Cerit era necessaria “per una migliore integrazione ed un miglior controllo delle [nostre] attività”. 5) Non abbiamo ancora capito perché quella che martedì 7 gennaio ci è stata ventilata come una “soluzione temporanea” da parte del sindaco Bolzonello, sia poi diventata, il giorno dopo, un “progetto definitivo” (anzi, un ultimatum) nelle parole dell’assessore Zanolin… 6) l'associazione "spazio cultura" non è stata ancora contattata perché il Comune gli sottoponga la sua "meravigliosa" proposta… 7) La Famosa "grande area verde" di cui disporrebbe il Cerit si inonda ogni anno (costruire un C.S.A. in quella zona serve forse a prevenire altri attentati incendiari?) 8) Se (bontà sua) l'amministrazione volesse evitare alluvioni all'ipotetico C.S.A./cerit dovrebbe alzare di un metro e mezzo il terreno "disponibile", costruendo quindi un ulteriore "tappo" per il deflusso delle acque…Tutte queste considerazioni ci fanno supporre che gli amministratori non stiano affatto tentando di reagire al messaggio intimidatorio che gli ignoti piromani hanno lanciato attraverso la distruzione del nostro Centro Sociale. Anzi: alla prevaricazione brutale rispondono con il fatalismo e con la rassegnazione del “non si può fare”. Non solo: abbiamo la convinzione che l' "idea splendida" di Bolzonello e Zanolin non sia nient'altro che una "favola", per far tacere le "masse" e per imbonire gli allocchi. Visto che i ghetti, di qualsiasi specie siano, ci fanno schifo, continueremo a considerare la proposta comunale come inaccettabile e continueremo ad alimentare il dibattito sugli spazi sociali in questa città, perché il 3 gennaio 2003 in questa città è stata distrutta un’importantissima esperienza libertaria. E’ ora che qualcuno lo ribadisca con forza. L'AUTOGESTIONE RESISTE GATANEGRA PERSISTE |
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