lunedì 6 gennaio 2003.
Sono le 11:0
L’impegno dell’assessore Zanolin
«Quei ragazzi avranno
una nuova struttura
per le loro attività» Consapevole di camminare su un terreno
minato, che è quello dell’impopolarità, l’amministrazione
comunale intende garantire una sede per il collettivo “Gatanegra”,
dopo che l’incendio del prefabbricato di via Fiamme Gialle ha messo
fuori uso l’immobile. «Un problema – afferma l’assessore
alle Politiche sociali, Giovanni Zanolin – che era comunque nell’agenda
dei nostri impegni, anche se quanto è avvenuto non ha fatto altro
che accelerare i tempi». Un primo confronto si terrà domani
con il sindaco, Sergio Bolzonello, anche se, allo stato, sostiene Zanolin,
«non ci sono delle idee concrete».
Sull’intera vicenda pesa la bocciatura della proposta di destinare
al collettivo, costituitosi in associazione, il cilindro che era funzionale
all’acquedotto in viale Treviso. Una proposta che l’assessore
aveva presentato all’assemblea convocata dalla circoscrizione, incontrando,
però, una forte maggioranza di pareri negativi. Ora la procedura
riparte da capo, ferma restando la volontà di raggiungere lo scopo
da parte dell’esecutivo. «La vicenda di Gatanegra –
sostiene – è paradigmatica della società che intendiamo
costruire, un ambiente che non esclude. Vogliamo essere coerenti con i
propositi del nostro programma, cercando di trasformare le cose che abbiamo
detto in realizzazioni concrete. Per questo va trovata una soluzione,
che non è facile visto che dopo il fallimento del progetto di Vallenoncello
non abbiamo delle soluzioni precostituite».
L’assessore non nasconde i timori per quello che potrà accadere,
ovvero le reazioni rispetto alla riapertura, questa volta forzata, del
problema trasloco. «Non occorre essere profeti – sostiene
Zanolin – per immaginare che dovremo fronteggiare delle proteste
e l’iniziativa politica di chi vuole soffiare sul fuoco di questa
vicenda. C’è il rischio, in sostanza, che venga innescata
una campagna tale che impedisca di arrivare ad una soluzione concreta
nel rispetto di tutti».
Per quanto concerne il prefabbricato di via Fiamme Gialle, Zanolin esclude
che i danni siano ingenti (si è parlato di 20 mila euro). «In
realtà – sostiene – sono limitatissimi, in considerazione
anche del fatto che quei locali dovevano e dovranno essere comunque abbattuti
per consentire i lavori di realizzazione della nuova palestra».(s.p.)
martedì 7 gennaio 2003. Sono le 10:58
“Gatanegra” senza sede:
oggi vertice in municipioIl problema relativo all’individuazione
di una nuova sede per il collettivo Ganategra sarà al centro di
un incontro, che si terrà oggi, tra il sindaco, Sergio Bolzonello,
e l’assessore alle Politiche sociali, Giovanni Zanolin. Alla ripresa
dell’attività amministrativa torna in primo piano la questione
dopo che un rogo, di probabile origine dolosa, ha lesionato il prefabbricato
comunale di via Fiamme Gialle, occupato dal gruppo nei mesi scorsi.
Già nel recente passato l’esecutivo aveva cercato di risolvere
la questione individuando per Gatanegra i locali dell’ex sede dell’acquedotto
di viale Treviso. La protesta emersa nel corso dell’assemblea circoscrizionale
ha fatto desistere il Comune dal perseguire tale strada, in ogni caso
vincolata, in via prioritaria, alla trasformazione del collettivo in associazione.
Ma è soprattutto il clima politico ad infervorarsi, con una netta
contrapposizione tra destra e sinistra. Il presidente provinciale di Alleanza
nazionale, Alessandro Ciriani, ha annunciato iniziative clamorose nel
caso in cui il Comune provvedesse a trovare un immobile per il collettivo.
Un obiettivo che, invece, l’esecutivo, supportato dalla maggioranza,
intende perseguire, anche se non nasconde la preoccupazione per la trasformazione
di questo problema in una scontro di carattere politico.
Da definire, peraltro, la possibile nuova sede, anche se qualcuno ipotizza
l’individuazione di un’area nell’ambito dello stesso
terreno di via Fiamme Gialle dove sorgerà la nuova palestra del
quartiere Nord, i cui lavori dovrebbero iniziare in estate.
mercoledì 8 gennaio 2003. Sono le 10:57
Vertice su “Gatanegra”
Fumata nera per la sede di STEFANO POLZOT
Come era prevedibile l’incontro tra l’amministrazione comunale
e il collettivo Gatanegra, tenutosi nel tardo pomeriggio di ieri, non
ha prodotto risultati apprezzabili. Fumata nera, quindi, alla ricerca
di quella sede che le parti vogliono, ma che è difficile individuare.
Un esito, quello dell’incontro, che sta tutto nel “no comment”
che, da entrambe le parti, viene rilasciato a conclusione del faccia a
faccia. Non parlano gli esponenti del collettivo; non intende dichiarare
neppure l’amministrazione comunale, che era rappresentata dal sindaco,
Sergio Bolzonello, e dall’assessore alle Politiche sociali, Giovanni
Zanolin.
D’altronde affrontare il tema è come percorrere una strada
minata. Le opposizioni, in particolare Alleanza nazionale, sono sul piede
di guerra nel caso in cui una soluzione venisse individuata, soprattutto
dispendiosa per l’esecutivo comunale. E l’ipotesi dell’ex
Cerit, fatta nuovamente balenare, non convince il collettivo, perché
si tratterebbe di una ripartenza rispetto alla trattativa avviata un anno
e mezzo fa con il collettivo. Non ci sono le condizioni, si afferma, e
tantomeno la possibilità di convivenza con un gruppo che ha già
avviato una serie di iniziative.
Che fare quindi? Un problema che rimane sul tappeto e all’ordine
del giorno. Gatanegra ha annunciato un comunicato nella giornata odierna
e ieri sera gli esponenti del gruppo si sono ritrovati per tracciare una
linea unitaria, tra delusione per la mancata individuazione di spazi e
la tentazione di procedere con una nuova occupazione, riportando al centro
del dibattito la necessità di luoghi d’aggregazione.
Il Comune, da parte sua, ha fatto chiaramente intendere che possibilità
immediate non ce ne sono. La soluzione non è dietro l’angolo,
anzi, probabilmente bisogna ancora tracciare una strada. Intanto da un
lato le attività di Gatanegra sono bloccate e dall’altro
si preme sull’amministrazione affinché non conceda spazi
ad una organizzazione che si ritiene di chiara matrice politica. Un conflitto
d’opinioni che non lascia grandi spazi alla mediazione.
mercoledì 8 gennaio 2003. Sono le 10:57
Tra Ds e An si esaspera
la disputa sul collettivo
Venier: non sono clandestini Gatanegra fa litigare i Democratici di sinistra
e Alleanza nazionale. Sotto accusa le dichiarazioni, rilasciate al Messaggero
Veneto dal presidente provinciale di An, Alessandro Ciriani, il quale
ha minacciato azioni legali nel caso in cui l’amministrazione cittadina
trovasse una nuova sede per il collettivo. Nel contempo ha sottolineato
la natura politica del sodalizio. Parole dure che hanno provocato la replica
di Fabrizio Venier, segretario provinciale della Quercia. «Non è
la prima volta – afferma – che Ciriani si produce in dichiarazioni
da “guerra fredda”, affermazioni da muro contro muro».
Per Venier l’incendio del prefabbricato, se si confermerà
di origine dolosa, «è frutto anche di un clima bellicoso.
Questi segnali – rimarca il responsabile dei Ds – rischiano
di farci tornare indietro negli anni».
Per Venier è opportuno che l’amministrazione individui una
nuova sede per il collettivo «che non può essere equiparato
ad un’associazione clandestina per il lavoro che fa. Il Comune –
conclude Venier – deve cercare di trovare una sede per tutti i gruppi,
a prescindere dalla loro inclinazione o formazione politica».(ste.pol.)
mercoledì 8 gennaio 2003. Sono le 10:57
Peregrinazione infinita E’ stato un peregrinare di sedi il percorso
di occupazioni operato dal collettivo Gatanegra. Primo, in ordine di tempo,
l’ex consorzio agrario di via Dante, “preso in carico”
per alcune settimane, prima che venissero avviati i lavori di ristrutturazione,
ancora in corso, per la realizzazione di un centro residenziale e di servizi.
Quindi l’immobile ex Armani e, infine, il prefabbricato comunale
di via Fiamme Gialle, bruciato nei giorni scorsi a seguito di un incendio
che pare sia di natura dolosa.
giovedì 9 gennaio 2003. Sono le 1:26
Gatanegra: «Il Comune ci ha deluso»
Per il collettivo sono stati compiuti passi indietro sul problema della
nuova sede C’è delusione all’interno del collettivo
Gatanegra per l’esito dell’incontro con il sindaco, Sergio
Bolzonello, e l’assessore alle Politiche sociali, Giovanni Zanolin,
sulla nuova sede, dopo l’incendio che ha parzialmente distrutto
il prefabbricato di via Fiamme Gialle. L’impressione è che
non ci sia la volontà politica di procedere nell’assegnazione
di uno spazio. «In realtà – si afferma dal collettivo
– sono stati fatti dieci passi indietro dopo la delibera del consiglio
comunale del luglio scorso che riconosceva la legittimità per Gatanegra
di poter godere di un luogo di aggregazione».
Assolutamente improponibile la destinazione dell’ex Cerit di Villanova,
dove già opera “Spazio cultura” che ha finalità
diverse rispetto a Gatanegra.
Non si capisce, sostengono dal collettivo, perché non possa essere
ristrutturato lo stesso prefabbricato, che non è stata danneggiato
in maniera sostanziale dal rogo. La nuova palestra, infatti, che verrà
realizzata nell’area non insiste sullo stesso terreno, visto che
al posto del prefabbricato è previsto un parcheggio, le cui dimensioni
potrebbero essere ridotte per lasciare un ambito di operatività
al gruppo.
Non è esclusa, da parte di Gatanegra, l’attivazione di una
consulta popolare per poter fare pressione sulle istituzioni.(s.p.)
venerdì 10 gennaio 2003. Sono le 10:55
Nota polemica del collettivo contro il sindaco Bolzonello e l’assessore
Zanolin: «Ci rivolgeremo ai cittadini»
Gatanegra senza sede, protesta in piazza
Respinta la proposta del Comune per l’ex Cerit. Domani una manifestazione
«Dopo più di un anno di “dialogo”, l’amministrazione
comunale di Pordenone - nelle persone del sindaco Bolzonello e dell’assessore
Zanolin - ha deciso di liquidare interamente l’esperienza del Csa
Gatanegra». Esordisce in qusto modo una nota inviata dal collettivo
cittadino in questione, la quale prosegue affermando che «dalla
riunione di martedì 7 gennaio è emersa solamente tutta l’ipocrisia
di quanti, dopo aver tessuto per mesi gli elogi del collettivo e dichiarato
di averne a cuore le sorti, oggi non sono più nemmeno in grado
di attribuire al collettivo stesso un adeguato riconoscimento politico.
Nulla ci è dovuto - si dice ancora - naturalmente, specie se viene
ribadito insistentemente che siamo una “minoranza” e se viene,
invece, completamente ridimensionato il fatto che una sede ce l’avevamo
già ma è stata incendiata (pardon: è andata a fuoco),
che l’atto è chiaramente intimidatorio (pardon: vandalistico)
e che non è esattamente la stessa cosa bruciare un albero, un cassonetto
o un centro sociale».
La proposta del sindaco di trasferire la sede di Gatanegra nell’area
dell’ex Cerit è, secondo i diretti interessati, esemplare:
«per lui - si dice nel comunicato - sarebbe troppo bello “recuperarci”
piazzandoci in una realtà che, seppur rispettabile, non ha nulla
a che vedere con noi! Al contrario, di fronte alla nostra proposta di
ricostruire uno stabile proprio in via Fiamme Gialle (soluzione verso
cui volgevano le trattative prima dell’incendio), sia per reagire
fermamente all’attentato sia per riprendere quelle attività
rivolte al quartiere che la stessa amministrazione ha più volte
definito meritorie - il rifiuto è stato secco: i cospicui interessi
edilizi e l’approssimarsi della gara d’appalto rendono assolutamente
improponibile la ricostruzione del centro sociale nel posto dal quale
- insistono quelli di Gatanegra - “doveva comunque sparire”
in un modo o nell’altro».
Gli esponenti del collettivo ritengono «sintomatico che coloro che
sono abituati a dirsi rappresentanti della cittadinanza vogliano dire
l’ultima parola su ogni questione. Ma noi - si afferma nel comunicato
- vogliamo saperne di più: vogliamo sapere cosa ne pensano tutte
le persone di questa città; tutte: da quelle che, magari, hanno
seguito in silenzio le nostre vicissitudini, a quelle che sono chiamate
ad amministrare il fantomatico bene pubblico e non vedranno nemmeno presa
in esame dal consiglio comunale la vicenda dell’attacco incendiario
al nostro centro sociale».
Così, «visto che il sindaco ci ha lasciati per strada - conclude
la nota - per strada rimarremo: le nostre iniziative avranno per palcoscenico
le vie di Pordenone e i protagonisti saranno tutti i passanti. Cominceremo
questo stesso sabato 11 gennai, e continueremo certamente quando si riunirà
il consiglio comunale. E quando saremo stanchi della strada, qualcosa
inventeremo».
domenica 12 gennaio 2003. Sono le 10:51
Ieri pomeriggio, in piazzetta Cavour, nuova manifestazione del collettivo
anarchico
«Non vogliamo un ghetto»
Firme per ripristinare il centro sociale in via Fiamme gialle No al prefabbricato
nell’area ex Cerit, sì a ricostituire il centro sociale in
via Fiamme gialle, compatibilmente con gli spazi riservati alla futura
palestra. Posizioni già note, che ieri i ragazzi del collettivo
Gatanegra hanno pubblicamente ribadito con una manifestazione in piazzetta
Cavour. Oltre a chiarire i perché della loro posizione per mezzo
di volantini, i ragazzi hanno allestito un banchetto per raccogliere firme
a testimonianza della fattibilità della soluzione “via Fiamme
gialle”. «Il nostro rifiuto all’ipotesi ex Cerit è
tutt’altro che pretestuoso – hanno spiegato ieri una volta
di più – e non può essere liquidato come un semplice
“capriccio”. Innanzitutto, la costruzione ex novo di un prefabbricato
è un’ottima soluzione, ancor più se realizzata economicamente
e con la nostra collaborazione attiva, ma perché vincolarla rigidamente
all’area verde dell’ex Cerit e non ad altre aree verdi cittadine,
che sarebbero così salvaguardate dalla speculazione edilizia? In
più, la famosa “grande area verde” di cui disporrebbe
il Cerit si inonda ogni anno e, se l’amministrazione comunale volesse
mettere al riparo il prefabbricato da questa evenienza, prima di costruirlo
dovrebbe alzare di un metro e mezzo il terreno disponibile, creando quindi
un ulteriore “tappo” per il deflusso delle acque. Queste le
considerazioni per quanto concerne l’attuazione prettamente pratica
del progetto. Sul fronte delle attività, c’è da sottolineare,
poi, che nell’area dell’ex Cerit si sta sviluppando un “polo
culturale” la cui ideazione e realizzazione non vede minimanete
coinvolto il collettivo Gatanegra».
«Relativamente alla ricostituzione del centro sociale in via Fiamme
gialle, negata da sindaco Bolzonello e assessore Zanolin in vista del
faraonico progetto di riqualificazione urbana – dichiarano ancora
i ragazzi del collettivo – riteniamo invece che lo stabile possa
essere recuperato senza danno per alcuno. Il centro sociale – fanno
notare – interessava infatti la zona che conterrà, in futuro,
una piccola parte dei parcheggi della palestra. Ora – concludono
– tutte queste considerazioni ci fanno supporre che gli amministratori
non stiano affatto tentando di reagire al messaggio intimidatorio che
gli ignoti piromani hanno lanciato attraverso la distruzione del nostro
centro sociale. Anzi: alla prevaricazione rispondono con il fatalismo
e con la rassegnazione del “non si può fare”. Non solo:
abbiamo la convinzione che “l’idea splendida” di Bolzonello
e Zanolin non sia nient’altro che una favola, per far tacere le
masse e imbonire gli allocchi. Visto che i ghetti, di qualsiasi specie
siano, ci fanno schifo, continueremo a considerare la proposta comunale
come inaccettabile e continueremo ad alimentare il dibattito sugli spazi
sociali in questa città». (mb)
martedì 14 gennaio 2003. Sono le 12:56
I Gatanegra raccolgono firme
per l’apertura a Pordenone
di un centro sociale autogestito Sono 263 le firme che sono state fino
ad ora raccolte dal collettivo Gatanegra sulla petizione popolare volta
alla creazione di un centro sociale autogestito in città. Nel documento
viene chiesto al sindaco e al consiglio comunale di impegnarsi concretamente
per il ripristino del prefabbricato di via Fiamme Gialle. Nel dispositivo
si rimarca che la soluzione proposta dall’amministrazione cittadina,
ovvero il trasferimento nell’area dell’ex Cerit, porta all’impossibilità
di mantenere integra l’identità specifica del collettivo.
Il gruppo riconosce «il valore sociale espresso con le attività
su vari livelli, che vanno dai laboratori interattivi alle conferenze,
fino ai concerti». Contestualmente alla petizione, Gatanegra ha
promosso una consultazione popolare, attraverso questionari, nella quale
si chiede ai cittadini di esprimersi sull’autogestione, sulla ristrutturazione
del prefabbricato andato parzialmente distrutto a causa di un incendio
che potrebbe avere origine dolosa e sull’effettività volontà
della giunta Bolzonello di risolvere il problema.
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