:: Tremate! tremate! i Mostri son tornati!! Freaks di Tod Browning, 1932
Questa è la seconda rassegna di film che organizziamo con l'associazione culturale Villapallavicini, associazione di cui apprezziamo il lavoro di divulgazione culturale e di organizzazione di attività ricreative. Di cui apprezziamo il tentativo di creare un luogo che si situa un po' al limite della vita quotidiana, dei suoi ritmi frenetici: un luogo in cui si possa stare insieme, comunicare, divertirsi e riflettere al tempo stesso. L'anno scorso abbiamo scelto un ciclo di film piacevoli e leggeri che presentavano l'omosessualità come una catastrofe, come un terremoto o un'eruzione vulcanica che cambia il panorama. Quest'anno abbiamo scelto tre film forse un po' più difficili, che si confrontano non solo con il tema dell'omosessualità, ma in generale con il tema della diversità. Tre film che appartengono a tre stagioni differenti della storia del cinema e della storia della nostra società - gli anni '30, il '68, i giorni nostri - e che testimoniano tre differenti strategie che una minoranza di esclusi, di freak, può più o meno consapevolmente elaborare per rapportarsi alla maggioranza. Nel primo film, che si intitola appunto "Freaks", esploreremo il mondo dei fenomeni da baraccone, nel secondo - "Flesh" - il mondo di un giovane che si prostituisce e dei suoi amici in una città della fine degli anni '60, nel terzo - "Boys don't cry" - il mondo di una ragazza di provincia che ama le ragazze, e che cerca di farsi accettare da un gruppo di giovani sbandati fingendo di essere un ragazzo.

Freaks: l'orgoglio del limite assoluto: Il motivo per cui abbiamo messo insieme questi tre film così diversi, è che ci sembra che questi tre mondi abbiano qualcosa in comune. Sono mondi "altri", sono mondi periferici che si situano in una prospettiva eccentrica rispetto al mondo dei "normali". Anzi forse non sono neppure propriamente dei mondi, ma sono dei fuori-mondo, linee di confine, sono limiti di mondo. È proprio sulla nozione di limite, di confine, che vorremmo riflettere con voi. Essere minoranze significa essere considerati diversi, "altri" dalla maggioranza: e la diversità è sempre diversità rispetto a una normalità. La diversità è il limite della normalità, è il contorno che serve a definirla. Essere minoranza significa essere esclusi dalla maggioranza, significa essere messi al limite. Ecco, forse noi del glo sul limite ci vogliamo restare: non vogliamo varcarlo, ma restarci sopra, sorvolarlo. Vorremmo cancellare ogni limite, ma siccome forse è impossibile, ci accontentiamo di abitare ogni limite: di dargli vita, di dargli senso con il nostro sorvolo. Non vogliamo essere ammessi nel mondo della maggioranza se il prezzo di questa ammissione è quello di dovere essere complici di altre esclusioni, di dover accettare acriticamente il persistere di altre discriminazioni, di altre ingiustizie.

Se anche domani fosse approvata la legge antidiscriminatoria, e se fosse approvata anche la legge sulle unioni civili, noi del glo, con il nostro essere lesbiche e con il nostro essere gay, resteremmo sul limite, e cercheremmo di allearci con altri soggetti esclusi. Anche se ci battiamo per la legge antidiscriminatoria, per la legge sulle unioni civili e sulle adozioni alle coppie di fatto, e per una legge equa in materia di riproduzione assistita, il nostro scopo non è solo quello di poter costituire un giorno delle rispettabili coppie lesbiche o gay, magari con figli nati per inseminazione o adottati. Questo non ci basta, perchè per noi la rispettabilità non è un valore: magari quelle rispettabili famiglie potrebbero scegliere per i propri figli le scuole private dei preti e delle suore, per difenderli da ogni contaminazione con il mondo degli esclusi, dei poveri, degli immigrati, dei tossici. Il nostro scopo è quello di edificare un mondo che sia accogliente per tutti, e se non ci riusciamo, allora è quello di resistere contro ogni ingiustizia politica, economica e sociale. La verità è che forse non c'è mai fine, non c'è mai limite definito per le lotte per la libertà e per la resistenza contro il potere. E allora forse il nostro orgoglio lesbico e gay, e il nostro orgoglio comunista, è un orgoglio del limite assoluto. Ed è con questo orgoglio che vi dichiariamo che noi non vogliamo essere normali, perchè vogliamo essere freak. Consapevoli che la mostruosità è nello sguardo di chi la vede, noi vogliamo essere mostri trai mostri, per denunciare questo sguardo ogni volta che si riproduce. Noi siamo freak: siamo mostri, fenomeni da baraccone, nani deformi, puttane, drogati, extracomunitari, handicappati, emarginati, ebrei, albanesi, comunisti, transessuali, lesbiche e gay. Noi vogliamo essere la maggior parte delle cose che "la gente" non vuole essere.

È così che vogliamo presentarci a voi nelle tre serate che passeremo assieme.


Famiglia freak di Marco Pustianaz >>