Cannabis.info '98
Stop alla criminalizzazione della Cannabis
 PREMESSA

Il problema è come strappare dall’elenco dei narcotici stupefacenti le sostanze psicotrope naturali, riducendo così il danno umano e legale legato alla loro presenza nel narcotraffico, riconducendole nell’alveo della sperimentazione e della medicina, in cui sono sempre state nella maggior parte delle culture storiche, almeno prima della Grande Isteria Americana (1937).

Tra queste la canapa (Cannabis Sativa Linneus) che in questi giorni abbiamo voluto festeggiare insieme ai suoi amici.

Avremmo potuto parlare di ero o di coca, o di exstasi che va molto di moda, e invece abbiamo preferito incontrarci per parlare di agricoltura e medicina della canapa, di ecologia alla J.Herer, guardandoci molti filmati inediti in italiano (La rivoluzione della canapa, Canapa per la vittoria ad

Esempio) e visitando una mostra didattica sulla canapa e molti siti internet, comprando prodotti della Hanf haus da Fuzzy, biscotti e "sapienza" da Parva.

Ciò che segue non potrà esserne il resoconto ma indubbiamente ne ricorda l’aria.

MOLECOLA RIDENS

Il Ministero delle politiche agricole in data 2.12.’97 dispone agli Assessorati regionali all’agricoltura, che con successiva legge regionale (nella Regione Emila Romagna la L. n. 23 del 07.04.1998) delegano alle Comunità Montane (e comunque ai territori sottoposti all’obiettivo 5b) la capacità di attribuire contributo (per un totale di 1.000 ha) di Euro 600 (circa 1.400.000 lire) per ha di coltivo di lino e canapa, in esecuzione della misura 1308/70 e succ. per la reintroduzione "protetta" di queste coltivazioni nei paesi membri.

In particolare di Cannabis sativa il cui seme sia all’origine certificato a contenuto di THC pari o inferiore allo 0,3% in gascromatografia di massa.

Quest’operazione apre, nel panorama agricolo e giuridico italiano, un precedente interessante.

Qualunque seme nato in Italia, proprio perché non certificabile allo 0,3% non potrà accedere al contributo comunitario, ma non per questo non potrà essere, finalmente, riseminato. Vedremo di nuovo la Carmagnola e la Fibranova garrire al vento? O no?!

Altrettanto interessante appare il movimento delle case farmaceutiche intorno alla canapa, ad una cannabis a ben altre percentuali in THC (anticinetosico, antidepressivo, ipotensivante in oculistica, ,antidolorifico, ,antispasmodico, antibiotico, antiasmatico e cefalalgico antitremore,antidismenorroico), dove il CBD ha già cominciato il suo percorso per trasformarsi in farmaco e dove gli altri 59 Cannabinoli cercano nelle vie della sintesi una dignità terapeutica e di mercato.

Al reparto operativo Viagra è stata affiancata l’unità operativa "raccolta del miele" che già ordina all’unita farmaceutica di fare compresse: così dal Dronabinolo nasce il Marinol (225 euro per 25 cprs nelle farmacie olandesi ed americane) e dal Nabilone inglese nasce il Cesmet (250 euro per 20 cprs) nelle farmacie tedesche.

Nel frattempo la Camera Alta inglese ne comprende, come tutti, gli usi compassionevoli, mentre Blair nicchia e tre stati USA ne permettono l’uso, a seguito di referendum.

L’ONU intanto ci ricorda che la Convenzione unica sugli stupefacenti, firmata da tutti, Italia compresa, recita che "la produzione di canapa è punita solo se destinata alla produzione di droga" ed è "permessa solo per scopi industriali e botanici" (SCND.1988) continuando a costringere il THC nel mercato nero delle Mafie, delle Andranghete e dei Cartelli.

Come scrive Rabelais "il problema non fu Pantagruele ma l’erba pantagruelion" e, aggiungiamo noi: il problema non è l’erba pantagruelion ma la sua molecola ridens, il THC.

Ma proviamo ad analizzarlo questo inebriante non alcolico criminalizzato, a torto o a ragione vedremo, fino ad essere spinto tra le droghe d’abuso e la cui sintesi dobbiamo a Raphael Mechulan (nel lontano 1978 all’Università ebraica di Gerusalemme), così come gli dobbiamo l’estrazione due anni dopo dal cervello dei maiali del suo analogo Anandamide (o amide della gioia profonda).

E’ il THC, come ci spiega la fisiologia vegetale (e come ci ha insegnato durante il convegno Angela Grimaldi di Assocanapa) il naturale sistema immunitario della pianta canapa (Cannabis Sativa) più o meno presente a seconda delle avversità, dei climi, del lavoro umano di sperimentazione, specie sul fotoperiodo.

Si dice che sotto il 30° parallelo cresca al punto da rendere la pianta inebriante, al di sopra possa calare fin quasi allo 0,1%, come vorrebbe che fosse la UE nel 2001 per beneficiare della misura economica.

Per queste ragioni la stessa circolare ministeriale del 2.XII.1997 introduce tra l’altro il finanziamento ai marcatori cromatici e genetici (canapa colorata (tricolore, come la chiama in un recente articolo apparso in lingua tedesca Enrico Fletzer) e canapa triploide monoica in cui gli attributi sessuali, che nella pianta distinguono individui maschi e femmine vengono fatti portare dallo stesso individuo anche se poi le piante, pur apparendo esteriormente androgine, finiscono per avere comportamenti maschili e femminili , maturando ed invecchiando prima tutti i maschi (al solito a minor contenuto di THC), poi, più lentamente invecchiano le popolazioni a comportamento femminile).

Ma per le stesse ragioni, richiamando la Circolare il DPR 09.10. 90 n.309 (disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope), istruisce l’azione degli Organi (G.di F., Stazioni dei CC., Commissariati di P.S.) di controllo alle piantagioni CEE "confinate" (denuncia di messa a dimora del seme, denuncia di emersione delle piantarole, sopraluoghi e prelievi, gascromatografia di massa, eventuale informativa alla commissione di non conformità per comminare gli Euro pattuiti, e supponiamo, distruzione della piantagione).

I primi anni del secolo morente videro l’Italia competere con la Russia per il mercato mondiale della Canapa. Benito Mussolini, in tempo di embargo e di sanzioni, istigò a tal punto le popolazioni rurali che già nel lontano 1938, l’ Italia vantava 100.000 ha di coltivazione a canapa e, se non fosse intervenuta la guerra, come ‘sogna’ nel suo libro ‘Canapa’ il fitologo L. Donà dalle Rose "chissà dove sarebbe potuta arrivare la canapicoltura italiana!."

I canapicoltori si sono associati in Assocanapa (presidente l’ex Sindaco di Carmagnola Giraudo); i canapicultori si associano in chiese più o meno estese o nei centri sociali, come finirà?

Noi continuiamo a credere che la canapa dovrebbe essere liberata delle misure che la confinano tra le droghe. Solo il tempo potrà essere galantuomo.

Benedetto

Basta far finta, è ora d’informare.

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