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From Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
Date Thu, 17 Mar 2005 17:53:33 +0100
Subject Re: [Hackmeeting] Information wants to be free

Il giorno 16.57 17/03/2005, pbm ha scritto:

>Alt. Questa da dove esce?

Tutto nasceva da una mia perplessita' su questa mail di RaRo:

>si mette la legnda con le motivazioni non solo i giornalisti hanno
>makkinafoto - videocamera)... se poi tu sei un imbecille convito di essere
>furbo al limite ti accompagnamo all'ospedale piu vicino.

Secondo me un giornalista che vuole fare foto in un luogo pubblico fa solo 
il suo mestiere, mi rendeva perplesso il fatto che qualcuno volesse 
"accompagnarlo" in ospedale solo perche' cerca di raccontare anche per 
immagini una iniziativa pubblica e aperta a tutti. Se poi erano solo parole 
buttate li' alla cazzo per fare un po' la voce grossa, allora ho capito 
male io.

>La policy dell'hackit è sempre stata: foto individuali solo con consenso 
>esplicito,
>niente foto di massa; gestione individuale delle foto.

Questa e' la stessa policy che adotti quando sei tu a fare delle foto? Se 
sei per strada e vedi qualcosa, qualcuno o una situazione che ti sembra 
interessante, chiedi il permesso ai singoli e ti astieni dal fare foto di 
massa? Oppure il mediattivista in azione ha piu' diritti del giornalista?

Personalmente se ci sono delle situazioni belle e interessanti da 
raccontare me ne fotto abbastanza, faccio foto e basta, ho fotografato la 
base navale Usa a La Maddalena dopo aver litigato con i carabinieri, ho 
fotografato il corteo dell'Inmensa a Genova rischiando di prendere botte, 
ho fotografato l'interno del Cpt di Agrigento con la polizia che si parava 
davanti per coprire l'obiettivo, ho fotografato il Moca a Pescara senza che 
nessuno mi facesse la schedatura, continuero' a fotografare seguendo 
l'istinto e fregandomene di tutte le polizie ufficiali e ufficiose del 
mondo, di tutte le regole e i regolamenti e le pattuglie e le autorita' che 
impediscono alla mia memoria digitale e al mio occhio elettronico di 
catturare le cose che registrano la mia memoria cerebrale e il mio occhio 
biologico. Il mio approccio e' "se e' un luogo pubblico, puoi fotografare 
cio' che vedi, scegliendo il rischio delle reazioni altrui". Io questo 
rischio finora l'ho scelto sempre, e mi e' andata bene, magari ad un 
check-point israeliano starei piu' attento, ma sinceramente per cose che 
accadono in italia la mia regola e' quella di scattare sempre e comunque, 
ovviamente chiedendo il permesso quando mi sembra necessario, ma per mia 
sensibilita' e cortesia umana, non perche' qualcuno ha scritto un cartello 
con delle regole.

Ma poi perche' tutta questa paranoia? Vi assicuro che i giornalisti che 
verranno, anche i piu' stronzi, non cercheranno delle facce da sputtanare, 
ma qualche immagine d'ambiente per condire un racconto... mettete in fila 
due o tre case mod con dei neon sgargianti che imprimono bene la pellicola, 
due pupazzetti del pinguino, un po' di Cd vergini in colonna e vedrete che 
nessuno andra' a ficcanasare oltre.

Asbesto, ce l'hai ancora quel sistema di raffreddamento ad acqua del 
processore? Portalo cosi' i servi dei media mainstream non rompono i 
maroni, fanno una bella foto a te che tanto sei gia' superschedato, si 
dilettano con il tuo case e se ne vanno fuori dalle palle :-)


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Hackmeeting mailing list
Hackmeeting@kyuzz.org
https://inventati.org/mailman/listinfo/hackmeeting

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