RICORSO ALLA CORTE
DI GIUSTIZIA CONTRO LA DIRETTIVA SUL RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE
LESIVA DEI DIRITTI UMANI DEGLI IMMIGRATI
LA
COMMISSIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO "LIBERTA', DIRITTI DEI
CITTADINI, GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI" SI PRONUNCIA A FAVORE
DEL RICORSO, E' NECESSARIO CONTINUARE LE PRESSIONI PER ASSICURARNE
L'ESITO
novembre 2003, dal Coordinamento Europeo per il diritto degli stranieri
a vivere in famiglia
Prosegue la nostra azione presso il Parlamento Europeo per ottenere il ricorso alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee contro la Direttiva sul Ricongiungimento Famigliare degli Immigrati cittadini dei paesi terzi residenti nel territorio dell'UE, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee il 3 ottobre 2003, in vista del suo annullamento.
Sicuramente grazie anche alle associazioni che hanno appoggiato la nostra iniziativa (94 tra associazioni e coordinamenti europei, nazionali e locali) la Commissione del Parlamento Europeo "Libertà e Diritti dei Cittadini, Giustizia e Affari Interni" ha esaminato la possibilità di un ricorso alla Corte di Giustizia in occasione della riunione straordinaria del 21 ottobre 2003. di cui trovate il verbale qui di seguito.
Riunione della commissione delle Libertà- Strasbrugo, 21 ottobre 2003
Presentazione da parte del signor DUINTJER TEBBENS del parere del servizio giuridico del Parlamento europeo sulla legalità della direttiva relativa al diritto al Ricongiungimento famigliare rispetto al diritto comunitario.
Alcune constatazioni:
- il ricorso per l'annullamento è reso possibile dal trattato di Nizza, ma sarebbe la prima volta che il PE attua questo nuovo dispositivo;
- in caso di ricorso, quest'ultimo deve essere presentato entro il 27 dicembre 2003
- per quanto riguarda l'eventualità del riconoscimento di un vizio di procedura nell'adozione della direttiva, il servizio giuridico considera che il PE è stato ripetutamente consultato e che in definitiva il testo adottato dal Consiglio non si allontana dall'ultima risoluzione adottata dal PE; sulla questione: non può dunque esservi alcun vizio di procedura.
- per quanto riguarda la sostanza della direttiva, bisogna distinguere:
* le disposizioni a carattere obbligatorio per gli Stati membri, rispetto a cui il servizio giuridico non constata nessuna violazione manifesta della legalità (art. 8 della Convenzione Europea sui Diritti Umani); tanto più che nel preambolo della direttiva si afferma il rispetto dei diritti fondamentali;
* le disposizioni facoltative per gli Stati membri: le deroghe previste in questo caso possono essere considerate non conformi all'art:8 sul diritto a una vita di famiglia; soprattutto per quanto riguarda la necessità di un test d'integrazione per i bambini di più di 12 anni arrivati soli in uno Stato membro; tuttavia, due interpretazioni sono qui possibili: o il Consiglio viola insieme agli Stati membri l'art. 8 e i suoi principi, o solo gli Stati membri si troverebbero ad applicare tali disposizioni e in questo caso il ricorso non sarebbe valido.
A proposito di queste constatazioni la signora Cerdeira et la signora Hazan hanno ricordato che il Consiglio non aveva tenuto conto del parere espresso nel marzo 2003 dal PE, a causa dell'accordo raggiunto e ampiamente reso noto nel corso del mese di febbraio. In questo caso si dovrebbe far ricorso alla Corte di Giustizia di Lussemburgo e non a quella di Strasburgo.
Conclusione: tenuto conto dei dubbi espressi dal servizio giuridico del PE, la maggior parte dei membri della commissione delle Libertà è favorevole al ricorso. Tale ricorso va presentato alla commissione giuridica del Parlamento europeo in forza del Regolamento del PE che definisce le competenze (VI. Commissione giuridica e del mercato interno. Questa commissione è competente nelle questioni riguardanti [...] 9 la protezione dei diritti e delle prerogative del Parlamento e soprattutto la partecipazione del Parlamento nei ricorsi alla Corte di giustizia e al Tribunale di prima istanza; [...]) di questa commissione Giuridica, quest'ultima è l'unica competente nell'esercizio di tale ricorso.La questione è ora nelle mani della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo. Un eventuale ricorso alla Corte di Giustizia di Lussemburgo deve essere consegnato entro il 27.12.03. Secondo le nostre informazioni, dovrebbe riunirsi e pronunciarsi sulla questione a fine novembre-inizio dicembre 2003. I nostri giuristi stanno preparando un breve testo da inviare ai membri di questa Commissione.
Vi invitiamo a contattare personalmente i Membri della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo che conoscete, per comunicare loro a viva voce le ragioni per cui chiediamo l'annullamento della direttiva in questione.
In un prossimo messaggio riceverete quindi la lista dei Membri della Commissione Giuridica del PE del vostro paese insieme al testo che abbiamo loro inviato.