IRAN: GIORNALISTI ANCORA SOTTO TIRO
Giornalisti ricevono minacce di morte dopo aver testimoniato di aver subito torture durante la detenzione, dinanzi alla commissione presidenziale.


Gennaio 2005. Da HRW. Traduzione di Claudia Candido

 

( New York, 6 gennaio 2005) ­ " Dopo aver testimoniato dinanzi alla commissione presidenziale riguardo alle loro torture durante la detenzione, un gruppo di giornalisti iraniani ha ricevuto delle minacce di morte da parte di ufficiali giudiziari al servizio del capo esecutore di Tehran, Saeed Mortazavi", ha dichiarato oggi Human Rights Watch, organizzazione per la difesa dei diritti umani).
Human Rights Watch si interessa in particolare della sicurezza dei giornalisti, la cui testimonianza alla commissione presidenziale, che ha la funzione di investigare sui maltrattamenti dei detenuti, fornisce delle informazioni dettagliate sulle loro torture e sui maltrattamenti subiti durante la detenzione. Si tratta di torture inflitte senza accuse da squadre segrete che sono al servizio della magistratura.
"Vogliamo che il governo iraniano sappia che il mondo sta guardando ciò che succede a questi giovani giornalisti. Il governo iraniano è responsabile della loro incolumità", ha detto Sarah Leah Whitson, direttore generale della Divisione Medio Oriente e Nord Africa di HRW. "Le autorità iraniane dovrebbero difendere i cittadini che testimoniano dinanzi alla commissione presidenziale anziché mandar loro delle minacce di morte."
Il 25 dicembre, Hanif Mazroi, Massoud Ghoreishi, Fereshteh Ghazi, Arash Naderpour e Mahbobeh Abasgholizadeh, tutti giornalisti fatti arrestare dal governo, hanno testimoniato sulla loro detenzione dinanzi alla commissione presidenziale. Fereshteh Ghazi ha fornito, durante gli interrogatori, dettagli sul modo in cui veniva trattata, incluse le violente percosse di cui era testimonianza il suo naso ferito. I detenuti venivano reclusi in lunghe celle di rigore all'interno di un carcere minorile segreto e subivano ripetutamente torture fisiche e psicologiche.
Il primo gennaio anche altri due ex detenuti, Omid Memarian e Ruzbeh Mir Ebrahimi, si sono presentati dinanzi alla commissione. Nelle loro testimonianze, come reso noto da Mohammad Ali Abtahi, un membro della commissione, essi confermarono i particolari delle loro torture.
Saeed Mortasavi, capo esecutore di Tehran ha minacciato ognuno degli ex detenuti, fin dalla loro comparizione dinanzi alla commissione, ricattandoli con la minaccia di lunghe pene detentive e di ritorsioni ai danni dei membri delle loro famiglie, come punizione per aver testimoniato. Mortazavi continua ad emettere numerosi mandati di comparizione per i giornalisti senza specificare le accuse. Anche i suoi dipendenti molestano i giornalisti tramite il telefono quotidianamente.
Il 3 gennaio, Mortazavi ha tenuto una conferenza stampa in cui negava ogni maltrattamento ai detenuti e minacciava di far causa agli ex detenuti per "aver accusato le forze di sicurezza e le guardie carcerarie di essere motivate politicamente."
Le testimonianze dei giornalisti smascherano il ruolo di Mortazavi nell'autorizzare le loro torture per ricavarne informazioni e nel costringerli ad apparire in televisione al fine di negare i loro maltrattamenti durante la detenzione.
"La coraggiosa testimonianza di questi giovani giornalisti ha costituito la prova del ruolo-guida di Mortazavi nelle torture dei detenuti", ha detto la Whitson. "E' ora che il governo iraniano indaghi sugli abusi di Mortazavi e lo consegni alla giustizia."
Saeed Mortazavi ha condotto l'attacco giudiziario sulla libertà di stampa fin dall'attuale inasprimento delle pene cominciato nel 2000. E' responsabile della chiusura di numerosi giornali e anche dell'arresto e dell'esecuzione di giornalisti, come risulta dal recente rapporto sull'Iran, redatto dalla Human Rights Watch, "Come i morti nelle loro bare."
Si veda tale rapporto su:
http://www.hrw.org/reports/2004/iran0604/