I DIRITTI RIPRODUTTIVI
DELLE DONNE SONO DIRITTI UMANI
APPELLO
DELLE DONNE FILIPPINE ALLA SOLIDARITÀ INTERNAZIONALE
febbraio 2000, dalla Green
Left Weekly
Sylvia Estrada Claudio e Alexandrina Marcelo, del Reproductive Rights Resource Group, si sono appellate alla solidarietà internazionale nel corso di una conferenza sull'aborto svoltasi a Coolum, in Qeensland, nel novembre scorso, riferendo alcuni dati relativi al loro Paese, le Filippine. Nelle Filippine le donne si vedono negare il diritto all'aborto in tutte le circostanze.
La costituzione del 1987, promulgata dopo il rovesciamento della dittatura di Marcos, ha garantito molte riforme in altre aree. Ma, haspiegato Marcelo, il potere della Chiesa Cattolica ha lasciato il segno nella forma di un obbligo costituzionale di "proteggere la vita del nascituro", dal concepimento.
Non vengono raccolti dati statistici ufficiali, così è difficile ottenere informazioni precise, ma Marcelo ed Estrada stimano che da 300.000 a 500.000 donne inducono l'aborto ogni anno nelle Filippine, nelle condizioni insalubri dell'illegalità.
Le complicazioni mediche degli aborti sono tra le dieci cause più comuni di ricovero ospedaliero. Queste donne ricoverate sono spesso punite dal personale sanitario, trattate senza rispetto e malamente soccorse. Di contro, i guaritori tradizionali locali sono percepiti come una fonte di aiuto più sensibile. Il movimento per la salute delle donne nelle Filippine è emerso nella seconda metà degli anni '80. Secondo Estrada, molte delle attuali attiviste del movimento erano impegnate nella lotta contro la dittatura. Negli anni '90, esse si sono impegnate a promuovere l'accesso delle donne all'aborto come una questione di salute pubblica. Nel 1998 il Dipartimento di Salute ha promulgato una direttiva amministrativa volta alla prevenzione e alla cura delle complicazioni dell'aborto. Comunque, in seguito alle elezioni del Presidente Erap Estrada, questa direttiva non è stata applicata.
Sylvia Estrada e Marcelo ritengono ora che l'approccio all'aborto come una questione di salute pubblica abbia fallito. Invece, esso va affrontato nel quadro dei diritti delle donne, sostenendo che la decisione - il potere riproduttivo - sia un diritto individuale inalienabile. Nel 1998, Likhaan, un gruppo per i diritti riproduttivi e la salute delle donne, ha promosso una alleanza tra donne attiviste per la salute e avvocati, e altri professionisti, costituendo il Reproductive Rights Resource Group. Il RRRG sta tentando di costruire un movimento politico per consentire alle donne di accedere all'aborto in condizioni di sicurezza e ad altri servizi di salute riproduttiva.
Secondo Estrada, si assiste nelle Filippine a "una massiccia violazione dei diritti delle donne, in tutti i sensi: sia legale che per la scarsità dei servizi. Il personale sanitario non viene addestrato adeguatamente, e i maltrattamenti ai danni delle donne che hanno provocato l'aborto sono molto diffusi".
Il diritto delle donne all'aborto "è vincolato alla più ampia lotta delle donne", ha detto. "Le donne povere non hanno servizi sanitari adeguati. E non solo, esse non hanno diritti: alla terra, a buoni posti di lavoro, o ad essere sostenute nei loro bisogni riproduttivi". L'attuale approccio del movimento, che fornisce sia avvocati, sia servizi sanitari di qualità clandestini, è un sistema a "due piste". Ci sono ancora barriere al lavoro del RRRG, naturalmente. Estrada ha detto: "Il movimento delle donne nelle Filippine non ha messo bene a fuoco la questione dell'aborto. I sindacati sono ancora condotti dagli uomini. Così dall'ostilità all'adesione puramente formale, al genuino interesse rispetto a questi argomenti... apertamente discussi, emerge una comprensione minima dell'importanza di questa questione nei movimenti progressivi e nel sindacato."
Estrada ha insistito sull'importanza dell'appoggio internazionale, sia in termini di aiuti per i servizi sanitari, sia sul fronte legale. Quale veterana della lotta contro la dittatura, che negli anni '80 ha ricevuto la solidarietà internazionale, Estrada è stata critica per la mancanza di sostegno sulla questione dell'aborto. Chiedendo "perché il pregiudizio di genere nella comunità dei diritti umani?", ha sottolineato che i diritti riproduttivi delle donne sono diritti umani e che "una minaccia a un diritto ovunque nel mondo è minaccia a tutti i diritti in ogni luogo".