Costruire una rete antifascista,
antileghista, antirazzista, antiomofobica!
La
risoluzione della redazione di REDS sulla lotta all'estrema destra. Novembre
2000.
Il vento della xenofobia sta investendo l'intera Europa. Per la sinistra questa ondata di simpatia di massa nei confronti della destra è tanto più allarmante quanto più si pensi che essa coinvolge in pieno i giovani e gli operai, due soggetti sociali che sono sempre stati all'avanguardia delle trasformazioni progressiste in questo Paese e nel mondo, e base sociale della sinistra.
La Lega si è resa protagonista di una azione di protesta nei confronti della giunta di Lodi che aveva concesso il terreno per la costruzione di una moschea. Ci sembra grave che nessuno abbia pensato a contrastare una mobilitazione che aveva caratteri interregionali. I mass media hanno pubblicizzato quell'evento senza che si potesse registrare una voce contraria. Così, argomenti ipocriti come quello che non dobbiamo pagare di tasca nostra edifici religiosi (quando da sempre i terreni vengono concessi gratis alle chiese cattoliche, anche se in Italia non tutti sono cattolici) o come quello che si dovrebbe chiedere agli immigrati la libertà di propaganda cattolica nei loro Paesi (come se loro avessero una qualche influenza sui propri governi) sono potuti diventare luogo comune. L'azione leghista ha sortito i suoi effetti: il Corriere della Sera, l'organo di stampa più autorevole della borghesia italiana, ha avviato una intensa campagna di stampa antiaraba (vedi gli editoriali di Sartori, Panebianco, Galli della Loggia), di fatto coprendo le spalle ai Biffi e ai Bossi. Noi pensiamo che simili mobilitazioni razziste non debbano più passare senza una massiccia mobilitazione della sinistra.
Un esempio positivo è venuto dalle (purtroppo sporadiche) contestazioni che vi sono state alla raccolta di firme contro i gay promossi dai gruppi militanti omosessuali e da alcuni centri sociali. Il metodo deve essere esattamente questo: inseguirli ovunque, essere là dove loro si spostano con i nostri materiali, i nostri controbanchetti, i volantini, l'energia di parlare instancabilmente con la gente che passa lì accanto.
Non chiediamo a nessuno di compiere azioni illegali, la contestazione e la presenza pacifica, ma attiva e vivace, è cosa che non costa denunce. Troppe volte in passato i compagni impegnati in iniziative di "antifascismo militante" hanno pagato prezzi salatissimi e spesso sono stati lasciati soli dalla sinistra e dai loro stessi ex compagni a scontare condanne comminate con solerzia e abbondanza da apparati repressivi che tra fascisti e democratici hanno sempre saputo subito scegliere l'ala da proteggere e quella da colpire. Non dobbiamo essere autolesionisti, un certo tipo di antifascismo militante ci allontana dall'obiettivo principale che è raccogliere sempre più gente per contestare le iniziative razziste, omofobe, leghiste e fasciste.
Perché è importante essere presenti ad ogni gazebo, ad ogni iniziativa, ad ogni corteo con i nostri volantini, spiegando alla gente chi sono i razzisti e quali sono i loro veri fini? Perché se li lasciamo essere gli unici ad alimentare il senso "comune", la gente già assai insoddisfatta di come stanno andando le cose a questo mondo, ma che non vede come possibile un'alternativa globale di società, sarà tentata dal credere che davvero sono gli immigrati e gli omosessuali la causa dei propri problemi. Anche i giovani attratti dalla destra per il suo carattere antisistema, devono percepire fisicamente l'esistenza di altre persone, altri modi di pensare, altre maniere di combattere questo sistema. Spesso è sufficiente anche una sola voce contraria, alternativa, in controtendenza per innestare il ragionamento, la dialettica, la riflessione.
Sappiamo che vi sono dei gruppi che meritoriamente si battono e contengono l'espansione di organizzazioni fasciste pericolose come Forza Nuova. Altri ancora si stanno mobilitando anche in Italia contro Haider. Noi pensiamo che si tratti di manifestazioni utili. Ma dobbiamo renderci conto che il pericolo maggiore in Italia si chiama Lega Nord, perché da un paio d'anni ha abbandonato il discorso antimeridionalista concentrandosi in campagne antimmigrati e antimomosessuali. Costituisce un pericolo maggiore per la semplice ragione che è forte da ogni punto di vista e ha serie possibilità di influenzare il futuro governo, ed oggi è già governo in tutta una serie di realtà. Inoltre ha sfondato nella classe operaia del Nord, dove da tempo, come Haider in Austria, è il primo partito. Non stiamo affermando che non vale la pena occuparsi di Forza Nuova, ma che la Lega Nord costituisce un pericolo maggiore, e che dunque dobbiamo trovare le energie per contrastare tutti e due i pericoli.
E' necessario che queste mobilitazioni siano unitarie. E' assurdo dividersi tra duri e morbidi o sperare di portare a casa risultati preoccupandoci unicamente di far pubblicità alla propria organizzazione o gruppo o movimento. Dobbiamo essere aperti a chiunque concordi su un piano d'azione minimo che immaginiamo possa essere accettabile da tutti: essere presenti in forze ad ogni manifestazione ed iniziativa della destra xenofoba e omofoba con materiali, parlando alla gente e disturbando pacificamente e senza attirare denunce le vergognose iniziative dei nostri avversari. Questo piano minimo di azione non impedisce a nessuno parallelamente di portare avanti anche proprie iniziative di sigla in altre occasioni.
Si stanno già attivando in Italia gruppi che vogliono muoversi in questa ottica. Dobbiamo lavorare per costruire sul modello olandese e inglese (modelli vincenti che hanno segato le gambe alle organizzazioni xenofobe), una solida rete di gruppi locali che raccolgano informazioni, le divulghino, creino materiali di propaganda, siano presenti alle iniziative dei gruppi razzisti e omofobi. C'è la necessità di una assemblea dei gruppi, partiti, associazioni, centri sociali, e singoli che abbiano intenzione di muoversi su questo terreno.