No al fascismo ed al razzismo.
Intervista di REDS al collettivo di "Resistenza AntiFascista" di Milano. Gennaio 2001.



1 - Potete dirci cos'è la R.A.F.?
La sigla R.A.F. significa Resistenza AntiFascista ed è il nome di un collettivo di compagni e compagne milanesi che, all'interno di un discorso anticapitalista, lavorano per contrastare ogni forma di razzismo e fascismo.

2 - Come è nata la vostra organizzazione?
Il collettivo è nato poco più di un anno fa dalla consapevolezza di alcuni compagni della necessità di riorganizzare un lavoro di analisi e di intervento rispetto ai nuovi tentativi della destra radicale di reinsediamento nel territorio. Si sono coinvolti altri compagni di realtà e percorsi politici differenti interessati a praticare l'antifascismo militante e il progetto è partito. In un anno e qualche mese questo collettivo ha prodotto quattro numeri de "IL FOGLIO" che è il nostro bollettino di controinformazione, alcuni approfondimenti (tra cui il dossier sul programma politico di FORZA NUOVA), ha attivato una rete di contatti con altre realtà interessate all'argomento in Italia e con le maggiori organizzazioni antifasciste europee, ha prodotto un proprio sito Internet, ha partecipato a molte iniziative e mobilitazioni antifasciste e anticapitaliste, ha organizzato il 10 novembre 2000 un convegno internazionale a Milano sull'estrema destra in Italia e in Europa, ha organizzato insieme con altre realtà il corteo antifascista dell'11 novembre 2000 che si è opposto alla sfilata dei neofascisti a Milano, ha aperto uno spazio occupato che fungerà da centro di documentazione antifascista a Milano.

3 -Perché pensate che sia molto importante oggi per dei giovani occuparsi di estrema destra ?
E' importante oggi occuparsi di estrema destra perché questa si sta pericolosamente riorganizzando e si può facilmente percepire il fatto che c'è una controtendenza in atto che, alimentata da diversi fattori (immigrazione di massa, cambiamenti sostanziali dei meccanismi produttivi, mutazione delle relazioni sociali, cospicui finanziamenti di centrali europee) presuppone una nuova fase storica. E' oggi altresì importante battersi contro il fascismo istituzionale che si permette, tra le altre cose, di imprigionare in centri di detenzione gli immigrati solo perché non in possesso di un permesso di soggiorno e reprime pesantemente attraverso l'apparato di polizia chi si rende protagonista di azioni antifasciste militanti e non parolaie.

4 - Qual è la situazione dell'estrema destra oggi in Italia?
Incominciamo a parlare di quella che oggi per scopi elettorali si definisce destra liberale: Alleanza Nazionale col suo leader tendono ad accreditarsi come post-fascisti, pur mantenendo al proprio interno personaggi (basti pensare a D. Gramazio o a T. Buontempo) che in qualche modo rappresentano la continuità con lo spirito coatto del vecchio Movimento Sociale Italiano e che, specie a Roma, garantiscono larghi consensi elettorali in settori sociali periferici certo poco entusiasti verso l'alleanza con Berlusconi. A.N. inoltre mantiene dei rapporti assai "camerateschi" anche con i gruppi della destra extra-parlamentare, questo atteggiamento è dimostrato dalla puntuale difesa, proprio sulle pagine del Secolo d'Italia, di queste formazioni ogni volta che vengono attaccate e quando i loro aderenti si mettono nei guai con il codice penale possono sempre contare su qualche avvocato di fiducia del partito. Inoltre a livello giovanile, sia attraverso Azione Giovani che altre strutture studentesche ed universitarie, gli steccati ideologici sembrano assai più sfumati e non mancano esperienze di iniziativa comune.
Discorso analogo vale anche per il Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Rauti che attualmente sembra attraversare una grave crisi. Nata all'indomani della trasformazione del vecchio M.S.I. in A.N., "Fiamma Tricolore" intendeva raccogliere l'eredità nostalgica del fascismo e per un certo tempo il suo percorso è sembrato che stesse riuscendo a radunare attorno a sé buona parte della composita galassia fascista, ma le lotte interne per la leadership ed il suo avvicinamento ad ipotesi di accordi elettorali col Polo hanno stroncato tale tendenza.
Tra le organizzazioni della destra estrema quelle più rilevanti, sia sul piano numerico che per capacità politica, sono attualmente senz'altro Forza Nuova e il Fronte Nazionale; entrambe, pur risultando divise e concorrenti, appaiono come facce di una medesima inquietante medaglia. Forza Nuova secondo molti osservatori è il fenomeno più consistente, dinamico e aggressivo nel panorama dell'ultradestra italiana. Forza Nuova nasce raccogliendo militanti in parte fuoriusciti da "Fiamma Tricolore" e in parte già facenti capo nei primi anni '90 alla struttura nazionale Base Autonoma, tra cui a Roma il Movimento Politico di M. Boccacci. Forza Nuova dichiara cinque mila aderenti (più realisticamente potrebbero essere al massimo un migliaio), pubblica il "Foglio di Lotta", ha un accattivante sito Internet e conta su una trentina di sedi, a questa formazione sono attribuite innumerevoli aggressioni, provocazioni ed attentati quasi sempre ai danni di realtà antirazziste, centri sociali ed immigrati, oltre ad una consolidata presenza nelle curve di alcuni stadi . Pur richiamandosi idealmente al Front National di Le Pen ed avendo punti in comune con omonimi raggruppamenti in Spagna e in Francia, l'aspetto più originale di Forza Nuova è il tentativo di coniugare sia sul piano ideologico che propagandistico due diverse anime della destra: quella conservatrice e tradizionalista con quella "sociale" e "antagonista". Per cui l'impianto teorico di Forza Nuova a prima vista appare un collage di posizioni interclassiste e di parole d'ordine che sembrano voler abbracciare un'area comprendente il cattolico integralista, l'universitario perbene iscritto ad A.N., il naziskin veneto, il produttore padano di latte, l'ultrà di borgata e il disoccupato napoletano. Da notare comunque che, sul piano filologico e linguistico, Forza Nuova non si discosta molto dal neofascismo degli anni '70; non è mai stato un mistero che tra gli ispiratori e i principali finanziatori del gruppo vi sono Massimo Morsello (ex NAR) e Roberto Fiore (ex Terza Posizione) per un decennio "latitanti" in Gran Bretagna, dove hanno goduto di coperture istituzionali grazie alla loro collaborazione coi servizi segreti britannici.
Oltre a Roma un notevole sviluppo organizzativo si registra nel Veneto, attorno all'asse Treviso-Padova-Vicenza-Verona, tanto che in occasione dell'ultima consultazione elettorale a Padova, per le elezioni comunali, Forza nuova ha raccolto 1451 voti, pari all'1,1%. In questa regione Forza Nuova ha raccolto a Padova tutta l'area ex-Gioventù Nazionale facente capo a Paolo Caratossidis, a Vicenza e Schio Alternativa d'Azione di Alessandro Ambrosini e Alex Cioni, mentre a Verona e a Treviso vi ha aderito gran parte del Veneto Front Skinhead di Pietro Puschiavo.
Il Fronte nazionale, nato da una scissione-espulsione avvenuta nel giugno '97 all'interno del M.S. Fiamma Tricolore, si riunisce pubblicamente per la prima volta il 28 settembre di quell'anno presso il cinema Capranica a Roma, alla presenza dell'eurodeputato lepenista Yvan Blot. Nonostante il nome il suo programma riprende solo parzialmente le tesi del Front National francese di cui peraltro non accetta la leadership. Ne è segretario Adriano Tilgher, già dirigente negli anni '70 di Avanguardia Nazionale con Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino, formazione disciolta per legge. A differenza di Forza Nuova, il Fronte Nazionale è (se si eccettua Genova) quasi assente nel nord Italia; punto di forza, seppur in declino, è comunque Roma.
Anche se dall'esterno non è facile rilevare le differenze ideologiche e programmatiche che separano queste due principali formazioni dell'estrema destra, sembra di capire che Forza Nuova è disponibile ad intese più o meno tattiche col Polo di centro-destra, mentre il Fronte Nazionale ha scelto una propaganda più radicale e populista che esclude convergenze coi "reazionari" del Polo.

5 ­ Qual è la situazione dell'estrema destra oggi in Europa?
Gli anni '80 e '90 hanno evidenziato un riemergere prepotente delle formazioni politiche della destra radicale, questo in Europa ma anche in paesi come l'Australia e la Nuova Zelanda.
Cronologicamente le prime formazioni che hanno visto crescere in modo considerevole i loro consensi sono state il Front National in Francia e i Republikaner in Germania, che per primi hanno sfruttato elettoralmente il sempre più sentito sentimento anti-immigrazione. Altri esempi in Europa sono in Italia la Lega Nord, in Svizzera la Lega dei ticinesi, in Belgio il Vlaams Blok, questi partiti hanno in aggiunta un forte connotato regionalista fondato su connotazioni "antipolitiche". Sempre in Svizzera abbiamo l'esempio del Partito degli automobilisti con connotati anti-tasse e xenofobo. In Scandinavia invece i due partiti del progresso (uno in Norvegia e uno in Danimarca), affiancati di recente dal loro fratello svedese "Nuova Democrazia" (che in meno di un anno dalla sua nascita ha ottenuto una rappresentanza parlamentare), nati su spinte populiste anti-tasse, sono riusciti di recente a esplodere elettoralmente ponendo al centro della loro propaganda politica il rifiuto della nuova immigrazione.
Per quanto riguarda i collegamenti internazionali non esiste un'unica "Internazionale nera" che lega queste formazioni politiche maggiori insieme ad altri raggruppamenti minoritari magari di segno prettamente paramilitare; esistono però diverse reti che servono come anello di congiunzione tra strutture della stessa area. Una di queste è International Third Position la cui appendice italiana è Forza Nuova di Fiore e Morsello, ma che ha altre strutture in piedi in paesi come Inghilterra, Romania, ecc. Un altro esempio è l'Internazionale dei nazional-comunisti con presenze in Belgio, Francia e i altri paesi come in Italia dove da un anno circa è nato il Partito Nazional-comunista, scissione del Fronte Nazionale.
C'è poi il circuito "Nuova Destra", ambito più intellettuale stavolta, che va da M.Tarchi in Italia al grande ideologo Alain De Benoist in Francia. Esistono delle reti apparentemente più nazionali come quella che fa capo all'ormai quotidiano Rinascita Nazionale dove recentemente si sono raccolte esperienze come ad esempio la rivista "L'Uomo Libero" a Milano. Nel filone più musicale e culturale si rintracciano due importanti strutture internazionali : Hammerskins e Blood and Honour, tra di loro apparentemente in concorrenza ma di fatto unite nella lotta per la supremazia della razza bianca.

6 ­ Esistono altre organizzazioni simili alla vostra in Europa?
La recrudescenza del fenomeno della destra radicale, soprattutto negli ultimi 20 anni, ha portato alla nascita di molte organizzazioni antifasciste. Alcune dedite al controllo e alla sorveglianza del territorio, altre dedite al monitoraggio, acquisizione di informazioni e all'analisi dell'ambiente fascista. Le più forti riescono a coniugare entrambe queste mansioni.
In Inghilterra c'è la rete che prende il nome di Antifascist Action la quale pubblica un periodico che prende il nome di Fighting Talk ed ha una capillare diffusione in Inghilterra, Scozia, Irlanda; questa struttura di antifascisti è riuscita a raggiungere un livello di operatività e incisività tali da aver costituito in tutti questi anni una barriera insormontabile per il National Front e il British National Party. Ancora in Inghilterra abbiamo Anti-nazi League, forte e decisa negli anni '70, poi prematuramente scioltasi fino a rinascere di recente e soprattutto a Londra; Anti-nazi League redige Search Light giudicata internazionalmente come la migliore pubblicazione antifascista mondiale, celebre per le sue inchieste, le sue foto e la sua capacità di infiltrarsi nelle organizzazioni di destra.
In Germania invece è radicata in quasi tutte le città grandi e piccole l'Antifaschistische Aktion il cui livello organizzativo è adeguato a livello dello scontro con i nazisti di quel paese. La sua chiarezza politica: antifascismo, ma anche anticapitalismo e le sue pratiche nel territorio: radicali ma di massa, costituiscono un buon esempio per i movimenti antifascisti degli altri paesi.
In Francia ci sono due grosse esperienze. Una più libertaria legata ai gruppi locali chiamati SCALP e a due riviste: una più propriamente antifascista e antirazzista, Reflex, ed una anti esclusione sociale e anti politiche sicuritarie che è No Pasaran. Il secondo ambito organizzativo in Francia è la rete Ras l'front che dispone di molte stazioni locali e molti attivisti.
Queste sono le strutture più forti senza dimenticare che ogni paese ha comunque le sue organizzazioni antifasciste.

7 ­ Pensate che sia importante l'uso di Internet oggi per le iniziative contro l'estrema destra? Ed in quale modo queste possono svilupparsi?
Internet è sicuramente un mezzo di comunicazione attualmente talmente diffuso che sarebbe poco furbo non utilizzarlo per scambiarsi informazioni riguardanti i vari gruppi e le varie iniziative della destra e per lanciare iniziative antifasciste. E' altrettanto vero che i fascisti non si sconfiggono attraverso un computer ma attraverso una presenza militante degli antifascisti nel territorio e un'azione diretta che impedisca a questi signori di propagandare la loro ideologia.

8 ­ Sabato 11 novembre 2000 si è tenuta a Milano una presenza militante contro l'annunciata manifestazione di Forza Nuova, poi vietata. Potete farci un resoconto ed un bilancio di quella iniziativa?
Il 10 e 11 novembre Milano è stata al centro di una forte mobilitazione antifascista come non se ne vedeva da molti anni in questo paese. Nelle settimane precedenti alcune iniziative pubbliche hanno preparato i due giorni finali: un'azione diretta di compagni che ha impedito il consueto momento di propaganda in Piazza S.Babila il sabato pomeriggio di Forza Nuova, analoga sorte è toccata la settimana dopo al corteo razzista anti-moschea del Fronte dei cittadini di De Nicola e infine ci siamo trovato sotto l'hotel che ospitava un convegno di Forza Nuova a Milano.
Venerdì 10 presso la Camera del Lavoro di Milano primo appuntamento della mobilitazione antifascista: convegno internazionale a tema "La destra all'attacco dell'Europa", relatori: G. Martignoni che ha letto l'intervento di Dario Paccino impossibilitato a venire, Guido Caldiron da anni impegnato nella ricerca sui movimenti della destra radicale, Michel Briganti del C.R.I.D.A. di Parigi (centro di ricerca e documentazione antirazzista), esponenti della Rosa Antifa di Vienna e dell'Antifaschistische Aktion di Berlino. Il convegno ha riscosso un grande successo: erano circa 250 i compagni interessati e c'è stato un buon livello di dibattito.
Sabato 11 invece doveva svolgersi una manifestazione antifascista come risposta alla presenza in città per quel giorno di una grossa adunata dei fascisti di Forza Nuova che volevano demagogicamente contestare la riunione della Trilateral.
L'ottusa risposta della questura milanese, certo in stretto contatto con il Ministero degli Interni, è stato un divieto che ha posto sullo stesso piano la sfilata fascista ed il corteo antifascista.
Il divieto non ha comunque impedito a più di 1000 antifascisti di radunarsi in Porta Venezia, numero che sarebbe stato di certo molto superiore se la polizia non avesse posto quello scellerato divieto. Mentre i manifestanti assistevano al provocatorio dispiegamento di forze "repressive" giungeva la notizia che i fascisti marciavano in un'altra zona della città. Scegliendo di non rompere il divieto in P.ta Venezia, ma riconvocandosi spontaneamente nei pressi della discoteca De Sade dove i fascisti avevano concluso la loro marcia e dove era in atto un comizio gli antifascisti impongono la loro presenza e la loro determinazione facendo capire che a Milano (medaglia d'oro della resistenza) mai i nazifascisti potranno mostrare la loro faccia tranquillamente. Ad un certo punto, mentre i razzisti, protetti dalla polizia, tentavano di avvicinarsi a noi, la polizia risponde caricando selvaggiamente le nostre compagne e i nostri compagni, ma un corteo deciso e compatto riesce a fronteggiarla e respinge contemporaneamente un attacco alla coda del corteo da parte di un centinaio di fascisti armati di spranghe, catene, coltelli, caschi e scudi impartendogli anche una giusta lezione.
Amara appendice l'arresto di 17 compagni e compagne come ritorsione politica nei confronti di chi ha detto no due volte: no ai fascisti a Milano, no al divieto di manifestare.