Sì alla mobilitazione pedagogica del pensiero.
No all'abuso dei farmaci per i bimbi "vivaci e disattenti". Luglio 2001.


Per contribuire al dibattito sui rischi legati all'introduzione del Metilfenidato (nome commerciale Ritalin) - anfetamina che appartiene ai farmaci d'abuso ed inclusa nella tabella 1 degli stupefacenti - nelle farmacie italiane (e quindi nelle scuole), quale terapia farmacologica della cosiddetta "Iperattività o sindrome da disturbi dell'attenzione", riteniamo importante spiegare le ragioni pedagogiche e scientifiche della nostra ferma opposizione all'uso di farmaci che alterino pericolosamente la chimica del cervello, quando esistono efficaci teorie e pratiche pedagogico-didattiche in grado di contribuire al superamento di tali difficoltà (tra cui la "Gestione mentale" di A. De La Garanderie), onde evitare la psichiatrizzazione permanente dei bambini.

Infatti, non basta dire al bambino irrequieto e distratto, "Stai fermo, stai attento!" Occorre creare le condizioni affinchè sia motivato e sappia cosa deve fare per prestare attenzione, (cioè, secondo la teoria e la pratica della gestione mentale, osservare per rivedere mentalmente o ascoltare per riascoltare mentalmente), insegnandogli ad evocare con maggiore consapevolezza ed efficacia, (richiamare alla mente, uditivamente o visivamente, quanto percepito) Occorre, soprattutto, che apprenda a " muovere il pensiero " per incanalare nella direzione giusta le sue energie, secondo un suo progetto di ricerca di senso, logico o creativo, che lo renda più autonomo e padrone del suo movimento e delle sue relazioni spazio-temporali con l'ambiente circostante.

Con la diffusione delle tecnologie multimediali, il bambino, bombardato da stimoli percettivi e poco "ascoltato" dagli adulti, non ha il tempo di evocare e di memorizzare, non impara a riflettere e non ha il tempo di immaginare già, durante la percezione di un oggetto, le azioni e le possibili conseguenze implicate nel suo uso o nelle sue relazioni con il mondo circostante, cioè non ha il tempo di interiorizzare l'azione.
La stigmatizzazione psichiatrica messa in atto nei confronti delle difficoltà del bambino con la diagnosi di "Iperattività e/o sindrome da disturbi dell'attenzione", in sigla "Adhd", oltre a sottrarre il bambino alle cure parentali dirette, maschera, a nostro parere, un disagio che dovrebbe essere innanzi tutto un problema di pertinenza pedagogica e di pertinenza pediatrico-neurologica solo in quei casi in cui sia scientificamente provata una compromissione neurologica o, comunque, organica.

Crediamo che si possa promuovere una riflessione etica e deontologica ed una nuova ricerca, pratica e teorica che, valorizzandone le competenze professionali, permetta agli insegnanti sia di riappropriarsi delle loro capacità d'ascolto e delle loro capacità "terapeutiche" (terapeutiche nel senso etimologico della parola, cioè "prendersi cura di...") sia di attrezzarsi di nuovi e più efficaci strumenti pedagogici atti a ridurre l'automatismo della delega ed il rischio di psichiatrizzazione delle difficoltà d'apprendimento e d'integrazione.
La ripresa di una rigorosa ricerca e sperimentazione pedagogico-didattica potrebbe valorizzare la potenziale capacità della scuola di mettere in atto una prevenzione ed una metodologia didattica delle difficoltà d'apprendimento che arricchirebbe l'offerta formativa, della scuola stessa, di una nuova lettura pedagogica di tali difficoltà.
Una lettura che offrirebbe al bambino ed ai suoi genitori maggiori garanzie di correttezza sia nel momento della diagnosi che in quello dell'individuazione degli interventi di recupero e che, anziché mirare alla "stupefacente" stimolazione/immobilizzazione farmacologica dell'attività mentale, miri soprattutto alla "mobilitazione" pedagogica del pensiero logico e creativo del bambino.

Omer Bonezzi, Presidente Proteo Fare Sapere
Luciano Corradini presidente UCIIM
Bruno Forte presidente AIMC
Raffaele Iosa, Resp. Osservatorio Integrazione alunni H. - Ministero Pubblica Istruzione
Guido Pesci, Presidente A.N.P.E.C.
Nicola Quirico, Presidente F.A.D.I.S.
Gabriella Romano, Segretaria M.C.E.
Armando Rossini, Presidente A.N.D.I.S.
Alba Sasso, Presidente C.I.D.I.
Mario Tortello pedagogista Università di Torino
Camillo Valgemigli, medico psicoterapeuta Modena

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