PRAGA:
IL POPOLO DI SEATTLE CONTRO IL GIUBILEO DEL PROFITTO.
I
guasti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale e uno sguardo
alla grande mobilitazione contro la globalizzazione della povertà.
Sintesi delle posizioni del movimento antiglobal, da varie fonti. Settembre
2000.
Dal 26 al
28 settembre si sono riuniti a Praga i delegati del Fondo Monetario Internazionale
e della Banca Mondiale per il loro 55° Summit, il primo in un paese dell'est
europeo, per i consueti aggiornamenti delle misure necessarie alla globalizzazione
capitalistica. La scelta di Praga è significativa per il ruolo che
i paesi dell'ex blocco sovietico avranno nei piani di sviluppo delle multinazionali:
saranno parte del sud del mondo da depredare e sfruttare. La globalizzazione
capitalista continua a rubare le enormi ricchezze dei paesi più poveri
del mondo e contemporaneamente, con le politiche neoliberiste e antisociali
nei paesi più ricchi, i lavoratori vengono piegati alla precarietà,
alla flessibilità, alla produzione di sempre maggiori profitti e a
mercati sempre più competitivi. A tutto questo
non è possibile rispondere se non sostenendo un movimento internazionale
contro la globalizzazione capitalistica. Perché questo sia possibile
occorre costruire antagonismo nelle proprie nazioni, rompere quella catena
della globalizzazione proprio a partire dalle condizioni materiali in cui
viviamo tutti i giorni: dall'inquinamento ambientale alle condizioni di lavoro,
dallo sfruttamento del territorio fino alle modificazioni genetiche nei nostri
piatti. I contenuti
del vertice di Praga L'incontro
annuale di Praga può però rappresentare una prima importante
scadenza per tentare di gettare le basi di una strategia di lotta alla povertà
ed all'esclusione su base globale. Da Praga partirà un processo che
culminerà con l'incontro delle Nazioni Unite su Finanza e Sviluppo
(Finance for Development) e il Summit del G8 di Genova, eventi rilevanti per
la ridefinizione di impegni della comunità internazionale per lo sviluppo
sostenibile e la lotta alla povertà. A 56 anni
dalla loro creazione BM ed FMI hanno infatti dimostrato di non essere in grado
di creare le basi per un sistema equo ed economicamente stabile al quale possano
partecipare tutti i popoli del pianeta. All'enorme peso del debito estero
si è aggiunto quello che la società civile del Sud del mondo
chiama "debito ecologico e sociale", un debito cioè contratto
da queste istituzioni internazionali tramite politiche di sviluppo che hanno
aumentato la pressione sulle risorse naturali e causato gravi squilibri sociali.
Sullo sfondo
rimangono le politiche di riduzione e cancellazione del debito, del tutto
inadeguate alle necessità dei paesi poveri: la Enhanced HIPC o (Heavily
Indebted Poor Countries), l'avanzata dei paesi poveri fortemente indebitati,
prosegue a rilento, e Banca mondiale e Fmi continuano - nonostante tutto -
a condizionare l'accesso ai meccanismi di riduzione del debito alla attuazione
di piani di aggiustamento strutturale. Occorre pertanto sviluppare un nuovo
approccio economico e finanziario che metta al centro i bisogni ed i diritti
dei popoli, rispetto agli imperativi di liberalizzazione e globalizzazione
dei mercati. È
necessario un nuovo approccio allo sviluppo per Banca mondiale e Fondo Monetario
Internazionale, con una nuova agenda politica ed economica che includa una
serie di elementi imprescindibili quali: - l'accelerazione
del processo HIPC con l'allargamento dei meccanismi di accesso ai programmi
di riduzione della povertà ai paesi a medio reddito e svincolando gli
stessi dall'obbligo di attuazione di piani di aggiustamento strutturale. A
tal riguardo bisogna istituire un meccanismo di insolvenza (International
Insolvency Procedure) che sia basato su regole di equità e trasparenza. - l'applicazione
di un nuovo concetto di condizionamento dal basso, nel quale la società
civile e le Organizzazioni non Governative possano svolgere un ruolo chiave
nel determinare le condizioni per l'uso dei fondi di sviluppo, e nel quale
le finalità classiche di aggiustamento macro-economico vengano sostituite
con quelle dello sviluppo umano. - un riorientamento
delle politiche di riduzione della povertà attraverso l'adozione di
politiche macro-economiche e di sviluppo che possano colmare il divario esistente
nella distribuzione delle risorse e favorire l'accesso gratuito ai servizi
di base per le classi più povere. - un impegno
della Banca e del Fondo a sostenere i governi nell'attuazione di meccanismi
di controllo sui movimenti di capitale per contenere gli effetti perversi
degli investimenti ad alta leva speculativa e stabilizzare i mercati finanziari.
Il primo passo verso un sistema solido e trasparente di governo dei flussi
finanziari e di prevenzione di meccanismi speculativi a breve sarà
rappresentato dall'introduzione di misure di tassazione dei flussi di capitali
a breve e brevissimo periodo, del tipo Tobin Tax. La protesta
contro la politica della Banca Mondiale e il F M I: con la Giornata di Azione
Globale ed il suo slogan "gente non profitti" Le proteste
contro la conferenza sono state il momento culmine di una settimana di mobilitazione
che ha avuto come primo obiettivo mettere in risalto le alternative possibili
al modello di sviluppo imperante. Relatori ed esperti sui guasti della globalizzazione
dall'alto e sulle potenzialità di una globalizzazione dal basso hanno
dato il loro contributo, all'interno del controvertice, a quel dibattito internazionale
sempre più frequente sul cambiamento necessario. INPEG, (Initiative
Against Economic Globalization Prague 2000) il coordinamento contro la globalizzazione
economica, è il gruppo che più di tutti in città ha organizzato
queste attività, composto da attivisti cechi ma anche da molti stranieri,
tedeschi, inglesi, americani, italiani. I mezzi di
trasporto usati per arrivare a Praga sono stati i più diversi: se dalla
Germania e dalla Francia sono state organizzate delle carovane di biciclette,
il mezzo più utilizzato è stato il pullman. Gli italiani sono
arrivati anche con un treno, il Global Action Express, che è stato
bloccato alla frontiera ceca per diciotto ore dalla polizia. Gli obiettivi
a livello generale Le iniziative
per Praga 2000, rappresentano un filo rosso di continuità con le analoghe
manifestazioni già svolte a Seattle a Davos a Ginevra, proponendosi
di: - denunciare
la funzione degli organismi internazionali, costituenti di fatto un governo
mondiale invisibile e antidemocratico che agisce contro il benessere delle
popolazioni e dell'ambiente. Se questo modo di agire non verrà fermato,
si giungerebbe alla completa riduzione della vita a merce, all'aumento della
ricchezza per pochi e della povertà per molti, all'omogeneizzazione
delle molteplici e ricche culture dei popoli, all'estendersi delle guerre
sia con i trattati commerciali che con le armi, all'accelerazione della distruzione
della vita animale e vegetale sulla terra, e verrebbero vanificate le Convenzioni
internazionali e le leggi nazionali di tutela dell'ambiente e del lavoro; - impegnarsi
a raddoppiare gli sforzi per combattere il modello neoliberista, il cui unico
fine è quello del profitto fine a se stesso rappresentato nello specifico
dalle multinazionali, dal Wto, e dalla politica militare degli Stati Uniti; - agire per
diffondere comportamenti e consumi consapevoli che si oppongano allo sfruttamento
dei lavoratori e alla distruzione dell'ambiente e che non aumentino lo spreco
di risorse e la già enorme differenza nella distribuzione della ricchezza
fra il Nord e il Sud del mondo; - riaffermare
la centralità di un rapporto armonioso fra le popolazioni e l'ambiente
naturale nello sviluppo delle società; - agire per
difendere e affermare in tutto il mondo i diritti dei lavoratori, individuali,
collettivi e sindacali; - agire per
difendere in tutto il mondo il diritto alla sovranità alimentare dei
popoli, per opporsi alla diffusione degli organismi geneticamente modificati
in agricoltura e per impedire a poche multinazionali di impadronirsi delle
risorse genetiche del pianeta; Gli obiettivi
parziali per iniziare a controllare la Banca Mondiale e il F M I. - La Banca
mondiale dovrebbe aumentare le quote di finanziamento a dono, dando priorità
ai paesi più poveri, già coinvolti nel processo HIPC, a condizione
che quei governi si impegnino ad usare tali risorse per obiettivi di sviluppo
sociale. - La nuova
strategia ambientale della Banca dovrà riaffermare la centralità
dello sviluppo sostenibile. In particolare, la Banca si dovrà impegnare
ad aumentare le quote di finanziamento per progetti di efficienza energetica
ed energia rinnovabile su piccola scala. Nell'ambito della elaborazione in
atto delle sue politiche forestali, la Banca dovrà impegnarsi a dare
priorità ai diritti dei popoli indigeni e della foresta ed a non finanziare
l'estrazione di legname o altri progetti infrastrutturali in foreste vergini
e di frontiera. - Per quanto
riguarda il Fondo monetario internazionale, ad Okinawa i G8 hanno approvato
l'istituzione di un meccanismo di revisione indipendente delle attività
dell'FMI. Ma la struttura proposta non ha la necessaria indipendenza che le
permetta di svolgere un compito di monitoraggio e controllo efficace, né
si riconosce alla società civile la possibilità di rivolgersi
a questa struttura. Bisogna creare un ufficio di controllo, realmente indipendente
ed esterno all'FMI al quale possano rivolgersi tutte le parti in causa e le
popolazioni penalizzate dai programmi dell'FMI.
Gli effetti sono disastrosi. Basti pensare che più di tre miliardi
di persone sono costrette a lavorare per un salario giornaliero di meno di
due dollari; un terzo degli abitanti dell'emisfero sud non raggiungono i 40
anni; 250 milioni di bambini sono costretti a lavorare come schiavi per le
multinazionali come la Mc Donald's; nella Unione Europea 5 milioni sono i
senza casa e negli USA, proprio nel cuore delle miliardarie multinazionali,
30 milioni di persone soffrono di malnutrizione
Nel processo di globalizzazione economica, che sottrae progressivamente
agli stati il controllo sulla circolazione del capitale transnazionale, la
Banca Mondiale e il FMI giocano un ruolo cruciale. La politica economica delle
due istituzioni apre i paesi in via di sviluppo agli investitori stranieri
e ai loro interessi speculativi. Queste istituzioni non sono democratiche,
tanto è vero che il potere decisionale dei singoli membri dipende dal
loro potere economico, sulla base del principio "più dollari più
voti".
Tuttavia, le istituzioni di Bretton Woods sono impermeabili a qualsiasi mutamento
di rotta effettivo e non solo nominale. Il controverso documento approvato
insieme alle Nazioni Unite "A Better World For All" in occasione
del World Social Summit di Ginevra "Copenhagen +5" ,se da una parte
identifica con accuratezza le cause della povertà, dall'altra continua
a proporre le stesse ricette di sempre, quelle disastrose dell'aggiustamento
strutturale. La nuova iniziativa congiunta Banca Mondiale-Fondo Monetario
Internazionale denominata "Poverty Reduction Strategy" è
un ulteriore onere per i governi dei paesi poveri, e tradisce uno dei principi
base per nuove politiche di sviluppo, quello della rispondenza agli effettivi
bisogni delle classi marginali.
Il 26 settembre in moltissimi si sono incontrati a Praga per la globalizzazione
dei diritti, contro la globalizzazione economica, negando la legittimità
di FMI e BM e cercando per questa ragione di disgregare il loro incontro.
Fin dal primissimo mattino ampi gruppi di compagni hanno condotto azioni dimostrative
autonome tipo la "ristrutturazione" di un Mc Donald. Un corteo unitario
che è partito dalla Piazza Namesty Miru si è diretto verso il
Centro dei Congressi, la sede del vertice. I diversi gruppi si sono divisi
i compiti. Gli ambientalisti, settore rosa del corteo, hanno occupato una
stazione sotto il Centro Congressi; Ya Basta, settore giallo, ha presidiato
un ponte a trecento metri dall'entrata del meeting. Al settore blu (antagonisti
e sindacalisti di base) il compito più diffìicile: provare a
forzare i cordoni di polizia.
La partecipazione internazionale nelle fasi organizzative è una caratteristica
centrale di Praga 2000. Le numerose specificità culturali e politiche
si sono mostrate anche per i molti modi con cui si vuole contestare le due
istituzioni internazionali. Nelle giornate di settembre queste differenze
si sono incrociate cercando il reciproco rispetto: la non violenza ghandiana
classica come l'azione diretta non violenta di tradizione pacifista, la disobbedienza
civile delle tute bianche italiane, i cortei musicali politicizzati degli
inglesi. Da rimarcare la nutrita presenza di comunisti dall'Italia con Prc
e Ds, dalla Germania con DHKP, PDS e l'IG Metall, dal Belgio il Workers Party,
dalla Francia, dalla Grecia. Un popolo di attivisti che con il supporto dei
militanti del Partito Comunista Ceco e dei lavoratori di Praga ha dato il
via al più "rosso" dei cortei.
La disperata condizione del sud del mondo è solo una conseguenza
logica di un sistema nel quale l'aumento del profitto per i più ricchi
è l'unico "dio". Solo costruendo un movimento che nasce dal
basso, composto da diverse realtà come sindacati, disoccupati, contadini
e senzaterra, ambientalisti e organizzazioni politiche comuniste antagoniste
e democratiche, sembra possibile trovare un'alternativa al modello sociale
dominante.
Nonostante che la Banca mondiale abbia chiesto nuovi fondi ai paesi donatori,
per sostenere programmi di cancellazione del debito e di assistenza ai paesi
poveri tramite l'International Development Association (IDA), numerose sono
le richieste per la sua trasformazione, tra queste: