PRAGA: IL POPOLO DI SEATTLE CONTRO IL GIUBILEO DEL PROFITTO.
I guasti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale e uno sguardo alla grande mobilitazione contro la globalizzazione della povertà. Sintesi delle posizioni del movimento antiglobal, da varie fonti. Settembre 2000.


 

Dal 26 al 28 settembre si sono riuniti a Praga i delegati del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale per il loro 55° Summit, il primo in un paese dell'est europeo, per i consueti aggiornamenti delle misure necessarie alla globalizzazione capitalistica. La scelta di Praga è significativa per il ruolo che i paesi dell'ex blocco sovietico avranno nei piani di sviluppo delle multinazionali: saranno parte del sud del mondo da depredare e sfruttare.

La globalizzazione capitalista continua a rubare le enormi ricchezze dei paesi più poveri del mondo e contemporaneamente, con le politiche neoliberiste e antisociali nei paesi più ricchi, i lavoratori vengono piegati alla precarietà, alla flessibilità, alla produzione di sempre maggiori profitti e a mercati sempre più competitivi.
Gli effetti sono disastrosi. Basti pensare che più di tre miliardi di persone sono costrette a lavorare per un salario giornaliero di meno di due dollari; un terzo degli abitanti dell'emisfero sud non raggiungono i 40 anni; 250 milioni di bambini sono costretti a lavorare come schiavi per le multinazionali come la Mc Donald's; nella Unione Europea 5 milioni sono i senza casa e negli USA, proprio nel cuore delle miliardarie multinazionali, 30 milioni di persone soffrono di malnutrizione

A tutto questo non è possibile rispondere se non sostenendo un movimento internazionale contro la globalizzazione capitalistica. Perché questo sia possibile occorre costruire antagonismo nelle proprie nazioni, rompere quella catena della globalizzazione proprio a partire dalle condizioni materiali in cui viviamo tutti i giorni: dall'inquinamento ambientale alle condizioni di lavoro, dallo sfruttamento del territorio fino alle modificazioni genetiche nei nostri piatti.

I contenuti del vertice di Praga
Nel processo di globalizzazione economica, che sottrae progressivamente agli stati il controllo sulla circolazione del capitale transnazionale, la Banca Mondiale e il FMI giocano un ruolo cruciale. La politica economica delle due istituzioni apre i paesi in via di sviluppo agli investitori stranieri e ai loro interessi speculativi. Queste istituzioni non sono democratiche, tanto è vero che il potere decisionale dei singoli membri dipende dal loro potere economico, sulla base del principio "più dollari più voti".

L'incontro annuale di Praga può però rappresentare una prima importante scadenza per tentare di gettare le basi di una strategia di lotta alla povertà ed all'esclusione su base globale. Da Praga partirà un processo che culminerà con l'incontro delle Nazioni Unite su Finanza e Sviluppo (Finance for Development) e il Summit del G8 di Genova, eventi rilevanti per la ridefinizione di impegni della comunità internazionale per lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà.

A 56 anni dalla loro creazione BM ed FMI hanno infatti dimostrato di non essere in grado di creare le basi per un sistema equo ed economicamente stabile al quale possano partecipare tutti i popoli del pianeta. All'enorme peso del debito estero si è aggiunto quello che la società civile del Sud del mondo chiama "debito ecologico e sociale", un debito cioè contratto da queste istituzioni internazionali tramite politiche di sviluppo che hanno aumentato la pressione sulle risorse naturali e causato gravi squilibri sociali.
Tuttavia, le istituzioni di Bretton Woods sono impermeabili a qualsiasi mutamento di rotta effettivo e non solo nominale. Il controverso documento approvato insieme alle Nazioni Unite "A Better World For All" in occasione del World Social Summit di Ginevra "Copenhagen +5" ,se da una parte identifica con accuratezza le cause della povertà, dall'altra continua a proporre le stesse ricette di sempre, quelle disastrose dell'aggiustamento strutturale. La nuova iniziativa congiunta Banca Mondiale-Fondo Monetario Internazionale denominata "Poverty Reduction Strategy" è un ulteriore onere per i governi dei paesi poveri, e tradisce uno dei principi base per nuove politiche di sviluppo, quello della rispondenza agli effettivi bisogni delle classi marginali.

Sullo sfondo rimangono le politiche di riduzione e cancellazione del debito, del tutto inadeguate alle necessità dei paesi poveri: la Enhanced HIPC o (Heavily Indebted Poor Countries), l'avanzata dei paesi poveri fortemente indebitati, prosegue a rilento, e Banca mondiale e Fmi continuano - nonostante tutto - a condizionare l'accesso ai meccanismi di riduzione del debito alla attuazione di piani di aggiustamento strutturale. Occorre pertanto sviluppare un nuovo approccio economico e finanziario che metta al centro i bisogni ed i diritti dei popoli, rispetto agli imperativi di liberalizzazione e globalizzazione dei mercati.

È necessario un nuovo approccio allo sviluppo per Banca mondiale e Fondo Monetario Internazionale, con una nuova agenda politica ed economica che includa una serie di elementi imprescindibili quali:

- l'accelerazione del processo HIPC con l'allargamento dei meccanismi di accesso ai programmi di riduzione della povertà ai paesi a medio reddito e svincolando gli stessi dall'obbligo di attuazione di piani di aggiustamento strutturale. A tal riguardo bisogna istituire un meccanismo di insolvenza (International Insolvency Procedure) che sia basato su regole di equità e trasparenza.

- l'applicazione di un nuovo concetto di condizionamento dal basso, nel quale la società civile e le Organizzazioni non Governative possano svolgere un ruolo chiave nel determinare le condizioni per l'uso dei fondi di sviluppo, e nel quale le finalità classiche di aggiustamento macro-economico vengano sostituite con quelle dello sviluppo umano.

- un riorientamento delle politiche di riduzione della povertà attraverso l'adozione di politiche macro-economiche e di sviluppo che possano colmare il divario esistente nella distribuzione delle risorse e favorire l'accesso gratuito ai servizi di base per le classi più povere.

- un impegno della Banca e del Fondo a sostenere i governi nell'attuazione di meccanismi di controllo sui movimenti di capitale per contenere gli effetti perversi degli investimenti ad alta leva speculativa e stabilizzare i mercati finanziari. Il primo passo verso un sistema solido e trasparente di governo dei flussi finanziari e di prevenzione di meccanismi speculativi a breve sarà rappresentato dall'introduzione di misure di tassazione dei flussi di capitali a breve e brevissimo periodo, del tipo Tobin Tax.

La protesta contro la politica della Banca Mondiale e il F M I: con la Giornata di Azione Globale ed il suo slogan "gente non profitti"
Il 26 settembre in moltissimi si sono incontrati a Praga per la globalizzazione dei diritti, contro la globalizzazione economica, negando la legittimità di FMI e BM e cercando per questa ragione di disgregare il loro incontro.
Fin dal primissimo mattino ampi gruppi di compagni hanno condotto azioni dimostrative autonome tipo la "ristrutturazione" di un Mc Donald. Un corteo unitario che è partito dalla Piazza Namesty Miru si è diretto verso il Centro dei Congressi, la sede del vertice. I diversi gruppi si sono divisi i compiti. Gli ambientalisti, settore rosa del corteo, hanno occupato una stazione sotto il Centro Congressi; Ya Basta, settore giallo, ha presidiato un ponte a trecento metri dall'entrata del meeting. Al settore blu (antagonisti e sindacalisti di base) il compito più diffìicile: provare a forzare i cordoni di polizia.

Le proteste contro la conferenza sono state il momento culmine di una settimana di mobilitazione che ha avuto come primo obiettivo mettere in risalto le alternative possibili al modello di sviluppo imperante. Relatori ed esperti sui guasti della globalizzazione dall'alto e sulle potenzialità di una globalizzazione dal basso hanno dato il loro contributo, all'interno del controvertice, a quel dibattito internazionale sempre più frequente sul cambiamento necessario.

INPEG, (Initiative Against Economic Globalization Prague 2000) il coordinamento contro la globalizzazione economica, è il gruppo che più di tutti in città ha organizzato queste attività, composto da attivisti cechi ma anche da molti stranieri, tedeschi, inglesi, americani, italiani.
La partecipazione internazionale nelle fasi organizzative è una caratteristica centrale di Praga 2000. Le numerose specificità culturali e politiche si sono mostrate anche per i molti modi con cui si vuole contestare le due istituzioni internazionali. Nelle giornate di settembre queste differenze si sono incrociate cercando il reciproco rispetto: la non violenza ghandiana classica come l'azione diretta non violenta di tradizione pacifista, la disobbedienza civile delle tute bianche italiane, i cortei musicali politicizzati degli inglesi. Da rimarcare la nutrita presenza di comunisti dall'Italia con Prc e Ds, dalla Germania con DHKP, PDS e l'IG Metall, dal Belgio il Workers Party, dalla Francia, dalla Grecia. Un popolo di attivisti che con il supporto dei militanti del Partito Comunista Ceco e dei lavoratori di Praga ha dato il via al più "rosso" dei cortei.

I mezzi di trasporto usati per arrivare a Praga sono stati i più diversi: se dalla Germania e dalla Francia sono state organizzate delle carovane di biciclette, il mezzo più utilizzato è stato il pullman. Gli italiani sono arrivati anche con un treno, il Global Action Express, che è stato bloccato alla frontiera ceca per diciotto ore dalla polizia.

Gli obiettivi a livello generale
La disperata condizione del sud del mondo è solo una conseguenza logica di un sistema nel quale l'aumento del profitto per i più ricchi è l'unico "dio". Solo costruendo un movimento che nasce dal basso, composto da diverse realtà come sindacati, disoccupati, contadini e senzaterra, ambientalisti e organizzazioni politiche comuniste antagoniste e democratiche, sembra possibile trovare un'alternativa al modello sociale dominante.

Le iniziative per Praga 2000, rappresentano un filo rosso di continuità con le analoghe manifestazioni già svolte a Seattle a Davos a Ginevra, proponendosi di:

- denunciare la funzione degli organismi internazionali, costituenti di fatto un governo mondiale invisibile e antidemocratico che agisce contro il benessere delle popolazioni e dell'ambiente. Se questo modo di agire non verrà fermato, si giungerebbe alla completa riduzione della vita a merce, all'aumento della ricchezza per pochi e della povertà per molti, all'omogeneizzazione delle molteplici e ricche culture dei popoli, all'estendersi delle guerre sia con i trattati commerciali che con le armi, all'accelerazione della distruzione della vita animale e vegetale sulla terra, e verrebbero vanificate le Convenzioni internazionali e le leggi nazionali di tutela dell'ambiente e del lavoro;

- impegnarsi a raddoppiare gli sforzi per combattere il modello neoliberista, il cui unico fine è quello del profitto fine a se stesso rappresentato nello specifico dalle multinazionali, dal Wto, e dalla politica militare degli Stati Uniti;

- agire per diffondere comportamenti e consumi consapevoli che si oppongano allo sfruttamento dei lavoratori e alla distruzione dell'ambiente e che non aumentino lo spreco di risorse e la già enorme differenza nella distribuzione della ricchezza fra il Nord e il Sud del mondo;

- riaffermare la centralità di un rapporto armonioso fra le popolazioni e l'ambiente naturale nello sviluppo delle società;

- agire per difendere e affermare in tutto il mondo i diritti dei lavoratori, individuali, collettivi e sindacali;

- agire per difendere in tutto il mondo il diritto alla sovranità alimentare dei popoli, per opporsi alla diffusione degli organismi geneticamente modificati in agricoltura e per impedire a poche multinazionali di impadronirsi delle risorse genetiche del pianeta;

Gli obiettivi parziali per iniziare a controllare la Banca Mondiale e il F M I.
Nonostante che la Banca mondiale abbia chiesto nuovi fondi ai paesi donatori, per sostenere programmi di cancellazione del debito e di assistenza ai paesi poveri tramite l'International Development Association (IDA), numerose sono le richieste per la sua trasformazione, tra queste:

- La Banca mondiale dovrebbe aumentare le quote di finanziamento a dono, dando priorità ai paesi più poveri, già coinvolti nel processo HIPC, a condizione che quei governi si impegnino ad usare tali risorse per obiettivi di sviluppo sociale.

- La nuova strategia ambientale della Banca dovrà riaffermare la centralità dello sviluppo sostenibile. In particolare, la Banca si dovrà impegnare ad aumentare le quote di finanziamento per progetti di efficienza energetica ed energia rinnovabile su piccola scala. Nell'ambito della elaborazione in atto delle sue politiche forestali, la Banca dovrà impegnarsi a dare priorità ai diritti dei popoli indigeni e della foresta ed a non finanziare l'estrazione di legname o altri progetti infrastrutturali in foreste vergini e di frontiera.

- Per quanto riguarda il Fondo monetario internazionale, ad Okinawa i G8 hanno approvato l'istituzione di un meccanismo di revisione indipendente delle attività dell'FMI. Ma la struttura proposta non ha la necessaria indipendenza che le permetta di svolgere un compito di monitoraggio e controllo efficace, né si riconosce alla società civile la possibilità di rivolgersi a questa struttura. Bisogna creare un ufficio di controllo, realmente indipendente ed esterno all'FMI al quale possano rivolgersi tutte le parti in causa e le popolazioni penalizzate dai programmi dell'FMI.