La posta in gioco a Nizza.
Sintesi delle posizioni del movimento antiglobal. Da varie fonti. Dicembre 2000.


 

Quali sono le esigenze che spingono la borghesia imperialista europea a modificare i trattati già esistenti?

Gli obiettivi della Conferenza Inter-Governativa sono principalmente due: procedere ad un ampia riforma delle istituzioni dell'Unione e, anche attraverso questa, sviluppare una maggiore integrazione nei settori della "Politica Estera e di Sicurezza Comune" e della "Giustizia e Affari Interni".
La riforma delle istituzioni è stata ufficialmente motivata col fatto che l'Unione è in procinto di "allargarsi". Ben 13 nuovi paesi hanno già presentato domanda di adesione: con sei di questi paesi (Cipro, Estonia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia) le istituzioni europee competenti hanno già avviato i negoziati che li porteranno tra breve ad essere membri dell'Unione a tutti gli effetti; altri cinque (Bulgaria, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia) aderiranno in un "secondo tempo", prima di avviare i negoziati necessari l'UE valuterà il "loro sviluppo politico ed economico", cioè se hanno applicato a sufficienza le ricette economiche neoliberiste della Commissione; gli ultimi due paesi (Malta e Turchia) sono oggetto di specifiche e ancor più complesse negoziazioni.

Con "l'allargamento" la borghesia imperialista europea intende raggiungere almeno tre obiettivi:
- l'acquisizione di nuovi mercati attraverso l'estensione del mercato comune (che con una UE a 28 membri raggiungerebbe i 550 milioni di individui, il più rilevante del mondo, e non solo quantitativamente);
- grazie alla totale inclusione di paesi con un "costo del lavoro" molto basso portare a termine la realizzazione di un'area di dipendenza economica e super-sfruttamento intensivo della forza-lavoro (i paesi dell'Est europeo).
- "stabilizzare il nostro continente" procedendo verso la creazione di un "nuovo ordine europeo" che abbia al centro una Unione Europea sufficientemente forte per assumere "un impegno più attivo nei confronti della Russia, dell'Ucraina, dei paesi del Caucaso e del Magreb" (tra virgolette tutte espressioni utilizzate da Romano Prodi);
Si tratta di obiettivi che "renderanno l'Europa competitiva a livello globale", cioè per acquisire la forza necessaria a reggere la competizione con gli altri poli imperialisti (in particolare gli USA), rilanciare l'accumulazione del capitale aumentando i profitti dei padroni e lo sfruttamento dei lavoratori, incrementare progressivamente la capacità dell'UE di sviluppare una politica imperialista globale tendenzialmente autonoma.

In un contesto globale che vede il progressivo inasprirsi dei conflitti inter-imperialistici e della competizione economica, ciò a cui mira il personale politico della borghesia imperialista europea è infatti cogliere l'occasione dell'allargamento alla prima tranche dei paesi candidati per raggiungere contemporaneamente altri due obiettivi:
- incrementare il potere delle istituzioni dell'UE, la loro capacità politico-decisionale e di intervento militare;
- fare in modo che "l'allargamento", pur rappresentando un aumento della forza complessiva dell'Unione, non si traduca contemporaneamente in una perdita di potere decisionale degli Stati-membri espressione dei settori dominanti della borghesia europea (in particolare Germania, Francia, Italia e, con qualche differenza, Gran Bretagna).

Gli obiettivi dell'imperialismo europeo

Sono due gli obiettivi che verranno raggiunti grazie alle "riforme istituzionali" oggetto della Conferenza Inter-Governativa che si concluderà a Nizza, ed in particolare attraverso:
- l'incremento/estensione del potere e della capacità decisionale della Commissione Europea, cioè dell'organo esecutivo dell'Unione. Organo che nelle materie economiche possiede già un potere enorme e che si caratterizza come il "comitato d'affari" attraverso il quale la borghesia imperialista sintetizza gli interessi della borghesia europea nel suo complesso
- la riponderazione dei voti in seno al Consiglio dei ministri. Il Consiglio rappresenta l'organo decisionale dell'Unione, ma nelle materie economiche può votare solo le proposte della Commissione. La riponderazione dei voti ha come obbiettivo principale fare in modo che i voti degli Stati membri più "forti" (di nuovo Germania, Italia, Francia e Gran Bretagna) valgano più dei voti degli altri Stati membri;
- l'estensione, sempre in seno al Consiglio dei ministri, della procedura di votazione a maggioranza qualificata anche a molte ed importanti materie per le quali è attualmente prevista l'unanimità. L'obiettivo è sempre aumentare la "forza decisionale" dell'UE, assumere decisioni vincolanti in maniera sempre più rapida ed efficace.
- lo sviluppo delle cosiddette "cooperazioni rafforzate", ovvero di forme più intense di "cooperazione" solo tra alcuni Stati membri (i più "potenti") ed escludendo gli altri, creando in tal modo forme di "integrazione differenziata" in alcuni settori: in particolare quelli della "Politica Estera e di Sicurezza Comune" e della "Giustizia e Affari Interni".
- infine, sempre per quanto riguarda la PESC e la proiezione militare-imperialistica dell'UE oltre i suoi confini, è bene ricordare che furono costituiti due comitati ad interim, quello politico e di sicurezza e quello militare, più un nucleo di "esperti militari" (l'embrione dello stato maggiore dell'esercito europeo).

Nulla di nuovo sotto il sole. Il vertice di Nizza e le "riforme istituzionali", infatti, rappresentano un ulteriore, significativo passaggio nel processo di costruzione di un polo imperialista europeo tendenzialmente contrapposto a quello statunitense, l'obiettivo generale della borghesia imperialista europea è costruire le condizioni politico-istituzionali necessarie ad imporre i propri interessi con maggior forza ed efficacia.
Anche rispetto all'eventuale approvazione, al vertice di Nizza, di una "Carta dei diritti fondamentali" la situazione è molto chiara. Basti il fatto che la Confederazione Europea dei Sindacati, non precisamente una centrale bolscevica, ha già etichettato la "Carta" come "socialmente regressiva".

Bisogna innalzare a livello europeo gli obiettivi delle lotte

Negli ultimi anni sono state innumerevoli, in tutta Europa, le esperienze di lotta operaia che, individuando come proprie controparti esclusivamente i governi nazionali, sono state costrette a rifluire non riuscendo a rompere le compatibilità imposte a livello continentale dalla centrale imperialista di Bruxelles.
Tuttavia questo elemento politico, per così dire soggettivo, non deve far cadere nel banale errore di considerare il processo di integrazione europea e la stessa UE come un progetto elaborato a tavolino da qualche imperialista cattivo che odia i lavoratori.
Non sono i trattati a rendere integrata l'economia europea, ma questi sono la sovrastruttura politica corrispondente ad un determinato stadio di sviluppo del capitalismo che, nel contesto più ampio di una accresciuta concorrenza interimperialista, ha portato allo strutturarsi di un grado di integrazione più intenso a livello continentale, e quindi all'emergere di ampi settori della classe dominante con interessi a dimensione europea.
Il mercato comune europeo non è quindi l'invenzione di qualcuno, ma un processo storico definito dall'allargamento della produzione e dell'accumulazione all'area continentale, e dalla concentrazione del capitale.

Gli obiettivi del movimento contro il polo imperialista europeo

I governanti europei, sottomessi alla volontà dell'impero, si apprestano a siglare, tra loro e senza alcun confronto democratico, una "carta dei diritti" che è solo una finzione. Dicono di volere l'Europa, ma in realtà un'Europa mercato allargato delle produzioni del capitale. Sono contro l'allargamento della democrazia, sono contro i diritti di cittadinanza per tutti gli esseri umani come hanno già dimostrato, con le leggi di Shengen.
Sono contro quei 40 milioni di cittadini europei che vivono e lavorano in condizioni di precarietà e povertà come hanno dimostrato a Maastricht. Sono contro l'Europa del rispetto per l'ambiente.

Rappresentano quell'Europa dei potenti che scatenano le guerre. Per questo a Nizza è importante che assuma visibilità il movimento che lotta per l'Europa dei diritti, che sarà tanto più forte se la partecipazione organizzata dei lavoratori europei sarà forte

Seattle, Bologna, Genova, Milano, Praga: sono le tappe di un percorso che contrasta il disegno dei tre poli imperialisti attraverso la costruzione di un movimento unitario antagonista, che lotti per la trasformazione verso un mondo migliore.

Contro la carta del polo imperialista europeo bisogna lottare per ottenere:
- diritti di cittadinanza eguali per tutte e tutti coloro che arrivano, circolano e vivono in Europa
- lavoro, reddito, servizi sociali, diritto allo studio per tutte e tutti i cittadini
- un modello di sviluppo alternativo al capitalismo, ecocompatibile che tuteli la biodiversità.