Costituito
il nodo della Rete Lilliput di Milano.
Cronaca
dell'incontro del 13 dicembre, che ha visto la partecipazione di moltissimi
attivisti. REDS. Gennaio 2001.
Il 13 dicembre
scorso, presso la sala Acli di Via della Signora a Milano si è svolta
la prima riunione della Rete Lilliput, per la costituzione del "nodo
milanese".
Sala affollata, anche se non piena e presidenza a tre : Gianni Meazza riferimento
milanese, Fabio Lucchesi della Rete Lilliput nazionale e Miriam Giovanzana
direttora della rivista Altreconomia.
Meazza fa una breve introduzione dove chiarisce la scelta di non portare al
tavolo della presidenza una qualche personalità carismatica, ma di
leggere insieme i passaggi del documento dell'incontro nazionale della Rete
e dà poi alcune sue valutazioni su una serie di eventi, tra le quali
ci piace ricordare il riferimento alla Marcia mondiale delle donne 2000, e
alla necessità che il movimento antiliberista faccia propria la questione
di genere. Interviene Pippo Russo, sindacalista responsabile provinciale dei
Cobas, che sta attuando uno sciopero della fame contro i licenziamenti del
personale delle poste. "E' stata installata in piazza Missori una tenda
come forma di protesta" dice invitando il pubblico e le associazioni
presenti a visitarla ed a propagandare i contenuti di questa lotta.
L'intervento di Lucchesi, prende l'avvio dalle conclusioni dell'assemblea
nazionale della Rete Lilliput che si è svolta a Massa lo scorso novembre.
La Rete Lilliput non può essere solo un coordinamento materiale o virtuale
di nodi ma di persone: uno strumento per interagire con il territorio, non
deve parlare solo dei massimi sistemi ma dei problemi di ogni giorno. Come
struttura deve lavorare più che come una organizzazione, come la somma
di gruppi di lavoro tematici, sui temi prioritari.
Ogni realtà ha l'autonomia di decidere come muoversi sui temi nazionali
come ad esempio per contrastare il prossimo meeting del G8 a Genova. Bisogna
però evitare di rincorrere gli eventi. Le mobilitazioni territoriali,
le iniziative di discussione sui contenuti, vanno organizzate prima, per far
crescere attraverso il lavoro di preparazione degli eventi, la coscienza e
la partecipazione.
Da Seattle a Nizza, abbiamo visto come stanno attuando il tentativo di trasformare
la protesta contro le decisioni liberiste di questi incontri internazionali
in problemi di ordine pubblico. Il movimento contro il liberismo, non può
né accettare che si alzi il livello di scontro, né rifiutare
di manifestare il proprio dissenso, perché la piazza è sempre
più militarizzata.
Il messaggio che i media vogliono far passare è quello di un movimento
poco costruttivo che non entra nella dinamica dei contenuti dei vari summit.
C'è da dire che le immagini più gettonate dei giorni di Nizza
nelle varie Tv, sono state quelle del compagno basco che sfasciava una vetrina,
mentre le interviste sui contenuti della protesta antiglobalizzazione sono
state inesistenti.
La Rete è uno strumento che incentiva le sinergie tra le varie associazioni
che le hanno dato vita, motore per iniziative politico-culturali che battano
l'immagine che si vuole presentare nella società.
Miriam Giovanzana all'inizio del suo intervento, cita come esempio le iniziative
contro gli OGM a Genova di Mobilitebio, nate da un gruppo ristretto di persone,
che con passione hanno battuto lo scetticismo dei più. Ritiene importante
continuare a contrastare questi meeting "che decidono il destino del
mondo". Ricorda anche il Forum di Porto Alegre in Brasile che si terrà
il prossimo fine gennaio. Un incontro dal fine esattamente opposto a quelli
liberisti, dal titolo: "Costruire un altro mondo è possibile".
Riguardo alla rivista Altreconomia, Miriam si è detta particolarmente
stupita dal successo che sta avendo, a fronte di un obiettivo di 2000 abbonamenti
ne sono stati già fatti ben 4950 e ogni mese vende in media tra le
11000 e le 12000 copie.
Nel futuro la rivista dovrà sviluppare maggiormente queste tematiche.
Deve spiegare il perché ad una maggior ricchezza del mondo corrisponde
un incremento della povertà.
Come si intrecciano i meccanismi economici?. Quale é la reale funzione
degli organismi internazionali?. Come si fronteggiamo e quali sono i livelli
di potere in gioco?. Come si declina il potere?. Quale è il rapporto
tra gli stati nazionali e gli organismi internazionali?.
Per poter rispondere a queste domande, per prima cosa bisogna smettere di
credere al 99% degli economisti che presentano l'economia di mercato come
immutabile. Bisogna ripartire da piccoli
percorsi di formazione, mettere in comune i vari lavori che le associazioni,
come ad esempio il Cric e Punto Rosso, fanno.
Il lavoro della Rete, mette in comune le persone per fare delle cose, con
creatività, per divulgare tra la gente i contenuti del movimento antiliberista.
L'assemblea di creazione del "nodo" milanese si è snodata
successivamente con gli interventi di numerose associazioni di base che hanno
presentato il loro lavoro e le iniziative che hanno in corso. Amalia Navoni
del Coordinamento Lombardo Nord/Sud ha posto l'accento sul lavoro da fare
sul "consumo critico" e sui diritti dei lavoratori del terzo mondo.
Interessante l'intervento del compagno del Coordinamento Lombardo Anti-WTO,
che ha indicato come sia cresciuta la violenza istituzionale contro le contestazioni
ai grandi meeting. Dichiara di non avere la sindrome di Seattle, ed è
tra quelli che sono stati presenti a Nizza. Denuncia la chiusura della frontiera
di Ventimiglia come un caso inaudito di democrazia autoritaria. Il dibattito
violenza -nonviolenza delle manifestazioni si può superare non solo
con nuove forme di manifestazione ma con una presenza più massiccia
nelle piazze. Conclude invitando i lillipuziani all'intensificazione delle
iniziative per raggiungere questo obiettivo.
Salvatore Ricciardi dell'associazione Attac Italia, pone l'accento sulla diversità
delle due manifestazioni svolte a Nizza: pacifica la prima con i lavoratori
ed i sindacati, con la presenza di un violentismo inconcludente la seconda.
Luca Ranieri, uno studente della facoltà di economia della Bocconi,
aderisce al nodo milanese della Rete di Lilliput, portando la specificità
del suo collettivo di studenti. Propone approfondimenti da fare sul debito
del terzo mondo e sulle varie sfaccettature del commercio internazionale.
Altri interventi propongono all'attenzione della platea, ormai disattenta,
per l'ora tarda, i punti più diversi. Dall'oppressione di genere alla
marcia mondiale delle donne; da forme di azione sul territorio al commercio
equo; dalla denuncia di poca concretezza in questa assemblea alla formazione
non violenta; dalla lotta agli organismi geneticamente modificati alle associazioni
dei consumatori. Un panorama alquanto variegato, che a volte stenta ad intrecciarsi.
Nell'intervento riassuntivo finale è stata comunque ribadita la grande
importanza delle azioni:
- azioni che promuovano esperienze sociali alternative: consumo critico, commercio
equo e solidale, boicottaggi, gruppi di acquisto,
- azioni che "parlino" alle persone nei quartieri a partire dai
bisogni e/o problematiche presenti.
In particolare è stata sottolineata l'importanza:
- di percorsi formativi che permettano di capire sempre meglio la realtà
che ci circonda, e ci condiziona; per rendere ciascuno di noi capace di sviluppare
iniziative locali territoriali, nonché garantire una presenza nelle
manifestazioni generali di movimento, che sia effettivamente caratterizzante.
- dell'attività di ogni gruppo, associazione e/o coordinamenti soprattutto
se è capace di coniugare le pratiche quotidiane con l'indispensabile
lotta contro i procacciatori di profitti, i dominatori della terra, per una
economia di giustizia, di libertà e di difesa dei diritti universali.
Compito futuro di tutti i partecipanti sarà far diventare la Rete uno
strumento utile per la lotta contro il liberismo e la globalizzazione.