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l resoconto di un dirigente della LCR francese, Alain Krivine sul contro-vertice svedese. Da Rouge. Giugno 2001.


 

A leggere la stampa svedese o internazionale, la città di Göteborg ha conosciuto tre giorni di rivolta. Per fortuna è stato impedito ai Barbari di regnare sulla città che ospitava il summit europeo! Si deve leggere tra le righe per sapere che, dal 14 al 16 giugno, svariate decine di migliaia di manifestanti hanno percorso le strade principali di questa vecchia città operaia, che non aveva mai conosciuto una manifestazione del genere.

Diverse organizzazioni avevano assunto l'iniziativa di un contro-summit, che ha visto anch'esso due giorni di dibattiti e colloqui. Il venerdì, è stata indetta da una coalizione molto larga una manifestazione caratterizzata da un'opposizione risoluta all'Europa, che esigeva l'uscita della Svezia dall'Unione. Altre organizzazioni come Attac, temendo una deriva nazionalista, avevano deciso di privilegiare la manifestazione di sabato, più orientata contro la globalizzazione capitalista. Le due manifestazioni hanno riunito più o meno le stesse forze, esprimendo entrambe un orientamento antieuropeo, ma dominate da parole d'ordine anticapitaliste.

Le due sfilate, molto combattive, hanno riunito ciascuna circa 20.000 persone, principalmente Svedesi con qualche migliaia di Norvegesi e Danesi. La maggioranza schiacciante era di giovani, ma c'erano anche qualche migliaia di lavoratori sindacalizzati e militanti più anziani. Si è notata la presenza di un corteo dei Giovani del Partito della sinistra (ex-PC) che sostiene il governo, ma che trovandosi un po' a sinistra della vecchia socialdemocrazia, è passato in pochi anni dal 5 a circa il 15% alle elezioni. Molto più radicali rispetto al loro partito, le migliaia di giovani militanti manifestavano con uno striscione rosso con il ritratto di Che Guevara. La centrale sindacale CNT era anch'essa molto presente, i suoi militanti erano arrivati da tutta la Scandinavia. Più di un migliaio di Svedesi sfilavano dietro lo striscione di Attac, che si sta costituendo con successo in Svezia e Norvegia. Infine il Partito socialista (sezione svedese della IV Internazionale) era presente con un corteo molto dinamico di circa 400 persone. Il sabato aveva organizzato un dibattito di 300 persone, al quale ho partecipato con un dirigente sindacale delle officine Volvo. Ho anche preso la parola al meeting di chiusura, come deputato europeo della IV Internazionale.

Quanto agli incidenti, essi sono stati causati da un gruppo di circa 300 giovani (antifascisti scandinavi o autonomi tedeschi), molto decisi a scontrarsi con una polizia svedese numerosa, spaventata, senza alcuna esperienza e nei fatti provocatrice. Solo un quartiere e soprattutto una strada sono stati devastati. È durante questi scontri, limitati ma violenti, che un poliziotto terrorizzato ha sparato, ferendo gravemente un giovane svedese. Le azioni dei "black block" hanno fortemente urtato la massa dei manifestanti, poco abituati alle violenze e soprattutto amareggiati che una minoranza possa imporre alla maggioranza i suoi metodi di lotta, con tutta la grancassa mediatica e l'accentuazione dei pericoli di repressione in agguato per le prossime manifestazioni, come quella di Genova. Ma il modo migliore per non scatenare violenze non è quello di sopprimere questi summit provocatori, fatti per plasmare un mondo di violenza e ingiustizia?