STATO D'EMERGENZA!
Lavoratori, giovani e popoli del Sud alleati contro il capitalismo. La rivolta di Seattle. Di François Duval, da Rouge. Dicembre 1999.


 

Si tiene a Seattle il vertice del Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC o WTO), senza che i numerosi discorsi preparatori abbiano prodotto una dichiarazione comune e un calendario preciso. Dietro l'inno obbligato ai benefici effetti del commercio internazionale, gli argomenti che fanno adirare sono moltissimi: politica agricola europea, diversità culturali, principio della difesa, diritti sociali, brevetti genetici, estensione delle competenze del WTO a nuovi ambiti e attività. Gli appetiti delle multinazionali e delle grandi potenze imperialiste provocano contraddizioni molto forti, che fanno sì che l'ipotesi di un fallimento del "millennium round" non possa più essere scartata.
Tanto più che questo vertice si scontra con l'ostilità già manifestata di settori significativi dell'opinione pubblica, ONG, associazioni, sindacati, movimenti progressisti. Il 27 novembre, nelle principali città della Francia, decine e decine di migliaia di manifestanti avevano affermato il loro rifiuto alla mercificazione di ogni ambito della vita umana per il solo profitto delle multinazionali. Oggi, a Seattle, sindacalisti dell'AFL-CIO, associazioni americane e delegazioni straniere si sono dati convegno per una delle più grandi manifestazioni dai tempi della guerra nel Vietnam. Al punto d'aver praticamente costretto gli organizzatori del summit a rintanarsi nel loro bunker... quando i manifestanti gliel'hanno concesso! Da qui la rabbia di Mike Moore, direttore del WTO, e delle autorità statunitensi, che non hanno esitato a decretare lo stato di emergenza. Un simbolo dell'autoritarismo reale degli istigatori di un'organizzazione mondiale del commercio che si costruisce contro i popoli!
Ben lontana da tentazioni di dominio, la rivolta contro il WTO può essere l'atto di nascita di un nuovo internazionalismo che riunisca il mondo del lavoro e la gioventù dei paesi industrializzati con i popoli del sud. Questo movimento ha realizzato la sua unità sull'esigenza di una moratoria degli scambi, la sottomissione del commercio mondiale alla "Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo", l'annullamento del debito del Terzo Mondo. Oltre a ciò è in ballo la mondializzazione delle lotte per il rispetto dell'ambiente e dei diritti fondamentali del lavoro, della cultura, della sanità, della sicurezza alimentare e della giustizia sociale.
Contro la logica del profitto, il diritto alla vita!