India: centomila operai in sciopero.
Lo sciopero dei lavoratori del settore elettrico. Da Green Left Weekly. Febbraio 2000.


Centomila lavoratori del settore elettrico sono in sciopero nel più popoloso stato dell'India, l'Uttar Pradesh, per protestare contro il piano del governo dello stato che progetta di privatizzare il settore. Gli scioperanti, che hanno cominciato la loro azione il 14 gennaio scorso, hanno fronteggiato la dura repressione delle autorità.
Il partito sciovinista indù, Bharatiya Janata Party (BJP), del Primo Ministro indiano, Atal Behari Vajpayee, ha annunciato quali sono le direttive del piano per dividere l'ente elettrico statale in tre società per azioni e poi privatizzarle riducendo l'occupazione di 25.000 lavoratori. Il governo dello stato ha annunciato anche la sua intenzione di vendere diverse imprese sussidiarie di proprietà dell'ente statale, che valgono miliardi di rupie, ad un valore più basso di quello di mercato.
Il governo vuole anche aumentare il prezzo dell'energia elettrica da due rupie per unità a quattro rupie e mezzo per unità, e porre fine al libero approvvigionamento di elettricità per la casta degli intoccabili, i Dalit.
Il governo ha difeso la necessità della vendita, dicendo che l'ente è in ristrettezze finanziarie. Comunque, l'ente potrebbe pagare la maggior parte di suoi debiti se il suo debitore più grande - il governo dello stato - pagasse i 130 miliardi di rupie (4,5 miliardi di dollari) che gli deve.
Il governo dello stato ha tentato di placare i lavoratori affermando che le loro condizioni attuali saranno conservate, malgrado tutta la ristrutturazione. Ma gli scioperanti si oppongono per principio alla divisione, ed all'eventuale privatizzazione.
L'Alta Corte dello Stato, ad Allahabad, ha dichiarato illegale lo sciopero ed ha ordinato al governo di procedere con una forte azione punitiva. Seimila scioperanti sono stati arrestati, le dimostrazioni sono state caricate dalla polizia con i manganelli e la Corte del Distretto di Jaunpur ha già imprigionato 12 scioperanti per sei mesi .
Il governo dello stato ha licenziato tutti i lavoratori della società ed ha annunciato nuove assunzioni a partire dal 1 febbraio.
Solidarietà è arrivata dagli altri lavoratori dell'UP, molti dei quali organizzati dal Partito Comunista Indiano (Marxista-Leninista) e dal suo fronte sindacale, l'AICCTU. Dimostrazioni si sono tenute davanti al palazzo dell'assemblea dell'UP a Lucknow, ed in molti distretti. Un giorno di solidarietà su scala nazionale con i lavoratori in sciopero, si è tenuto il 24 gennaio.
Lo sciopero dei lavoratori elettrici dell'UP, coincide con le agitazioni dei lavoratori in tutta l'India. Il CPI-ML l'ha descritta come un'ondata di scioperi inevitabile. I lavoratori portuali di 11 porti si sono fermati per cinque giorni, in gennaio, contro il governo, che progetta di sostituire gli accordi salariali quinquennali con accordi decennali. Gli impiegati dello stato occidentale di Rajasthan sono al secondo mese di sciopero.
Un documento del CPI-ML afferma che per la prima volta in dieci anni, l'opposizione della classe operaia alle politiche economiche sembra crescere su scala nazionale come una valanga.

E i lavoratori pakistani esprimono solidarietà

Il seguente scritto proviene da un comunicato, di solidarietà con i lavoratori elettrici in sciopero dell'Uttar Pradesh, India, emesso dal Labour Party Pakistan (LPP), il 25 gennaio 2000:

Il Labour Party Pakistan esprime la sua solidarietà più profonda con i lavoratori dell'energia in sciopero in India. Lo sciopero entra ora nel suo decimo giorno ed è stato compatto nell'Uttar Pradesh. Tutte le più grandi federazioni dei lavoratori indiani l'hanno sostenuto.
Questo sciopero è un passo storico importante sulla via della lotta di classe come è concepita nel subcontinente indiano. È uno sciopero politico nella sua natura, non limitato solamente a richieste economiche.
Il governo BJP (Banata Janata Party) ha cercato di applicare le raccomandazioni della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, malgrado la sua demagogia contro queste istituzioni finanziarie. Il governo era interessato alle acque in Uttar Pradesh per i suoi massicci e rapidi piani di privatizzazioni nel paese. Questo sciopero invia chiaro al BJP il messaggio che la classe operaia è contraria alla liberalizzazione del mercato.
Per evitare il dilagare del conflitto sociale nel paese, il governo del BJP ha iniziato delle scaramucce di confine con il Pakistan. È una mossa intelligente del regime per sviare l'attenzione delle masse dai piani economici reali di questo governo antioperaio.
Il Labour Party Pakistan condanna gli arresti di migliaia di lavoratori in sciopero e le altre misure repressive. Saluta la storica lotta degli instancabili lavoratori indiani contro il furioso assalto del capitalismo mondiale e dei suoi rappresentanti in India. I lavoratori indiani hanno preso la testa della lotta di classe nella regione asiatica.
Vorremmo consigliare al regime militare pakistano che dovrebbe abbandonare immediatamente il suo programma di privatizzazioni in Pakistan. Altrimenti il proletariato industriale pakistano non rimarrà lontano dai suoi fratelli e sorelle indiani nella lotta contro le privatizzazioni.
La privatizzazione è una manovra internazionale del FMI e della Banca Mondiale per conquistare i beni nazionali e le risorse dei paesi coloniali. In Pakistan le compagnie indipendenti elettriche hanno imposto un massiccio aumento del prezzo.
Il Labour Party Pakistan richiede la nazionalizzazione degli impianti di queste compagnie. Richiede al governo nuovi investimenti nel settore pubblico per costruire un paese moderno ed efficiente. Richiede il ritiro immediato di tutte le proposte per la privatizzazione delle ferrovie, delle telecomunicazioni, del sistema di irrigazione, delle istituzioni finanziarie e delle altre istituzioni del settore pubblico.
La privatizzazione si è dimostrata un completo disastro per l'economia dei paesi del Terzo Mondo. Non ha migliorato né la condizione dell'economia né i livelli di vita delle masse. È stata usata per svendere le attività ai prezzi più bassi.