Scheda: le guerre balcaniche
del 1912-1913.
Breve
sintesi delle guerre che portarono alla vigilia della prima guerra mondiale
alla formazione dei primi stati nazionali nei Balcani. REDS. Dicembre 1999.
La Serbia.
La Serbia era passata all'inizio del XX secolo da una economia agricola arretrata
ad una capitalista. Le sue esportazioni (bestiame, grano, ecc.) erano alla ricerca
di mercati esteri, ma i Paesi confinanti avevano economie simili, e comunque
povere, e l'unico sbocco era costituito dall'Austria-Ungheria, che cercava in
ogni modo di mantenere la Serbia in uno stato di dipendenza economica: accordi
commerciali ponevano ad esempio sotto particolari vincoli le esportazioni serbe
e nel 1905 l'Austria cercò di costringere la Serbia all'obbligo di acquisto
esclusivo dell'artiglieria austriaca.
Il nascente nazionalismo della Serbia non andava nella direzione di una riunificazione
dei serbi dispersi in altri stati (1.900.000 in Bosnia-Erzegovina, 600.000 in
Dalmazia, 180.000 in Istria, 3.000.000 in Croazia e Slovenia e 700.000 in Ungheria),
dato che porre la questione avrebbe significato lo scontro con l'Austria (che
pure non voleva sentir parlare di "sbocco sull'Adriatico, altro slogan
del nazionalismo serbo). Era dunque un nazionalista che si presentava già
sul nascere come "imperialista": la Serbia si orientò verso
l'espansione territoriale verso sud nella speranza di trovare uno sbocco sull'Egeo
(porto di Salonicco) che le consentisse di sfuggire alla dipendenza austriaca.
Tra la Serbia e il mare c'era la Macedonia che apparteneva alla Turchia, per
i serbi era dunque più conveniente far guerra alla Turchia, più
debole dell'Austria, cercando l'alleanza di altri stati balcanici e della Russia.
L'intellettualità nazionalista serba cominciò una campagna ideologica
che sosteneva che i macedoni erano serbi.
Bulgaria, Grecia,
Romania.
Per evitare la formazione di una grande Bulgaria che avrebbe avuto lo sbocco
su due mari (Nero e Egeo) favorendo così la Russia di cui era alleata,
la Conferenza di Berlino del 1878 che riuniva le grandi potenze europee decretò
il ritorno di gran parte della Macedonia alla Turchia, che invece il trattato
di Santo Stefano aveva assegnato alla Bulgaria, mentre la Rumelia Orientale
fu resa indirettamente dipendente dall'Impero Ottomano. La Bulgaria veniva messa
sotto amministrazione provvisoria russa fino all'indipendenza definitiva. La
riunificazione tra Bulgaria e Rumelia avvenne comunque nel 1885. Dal punto di
vista bulgaro, dunque, mancava la Macedonia che la Bulgaria considerava abitata
da bulgari (i macedoni).
Sulla Macedonia puntavano le mire di una terza piccola potenza: la Grecia. La
copertura ideologica era fornita dalla presenza in quella regione di una minoranza
greca.
La Romania era avversaria della Bulgaria, ma non tanto nemica della Turchia
con la quale non aveva contenziosi.
La prima guerra
balcanica.
Su iniziativa bulgara dopo lunghe trattative si costituì nel marzo 1912
la Lega Balcanica tra Serbia e Bulgaria. A luglio aderì anche la Grecia;
scopo principale era la guerra con la Turchia (che stava attraversando una fase
rivoluzionaria e dunque era militarmente debole) e la spartizione dei suoi possedimenti
europei. Il pretesto fu una strage turca in Macedonia che provocò un
movimento popolare in Bulgaria, sostenuto dal governo.
Nell'ottobre ebbe inizio la guerra. A fine novembre le truppe bulgare occupavano
territori della Tracia mentre le truppe serbe e greche occupavano quasi tutta
la Macedonia. A dicembre ci fu l'armistizio e un tentativo fallito di accordo.
A gennaio ricominciò la guerra: gli alleati entrarono ad Adrianopoli,
le truppe greche occuparono Giannina, le truppe montenegrine occuparono Scutari
(furono poi costrette a lasciarla sotto la minaccia delle navi austroungariche).
Nel maggio 1913 si arrivò ad un accordo di pace a Londra che dava Adrianopoli
alla Bulgaria, mentre alla Serbia per conpensarla del mancato sbocco sull'Adriatico
gli fu data parte della Macedonia. Fu poi creato il principato indipendente
dell'Albania. Alla Romania fu data la città bulgara di Silistra. L'accordo
vedeva tutti insoddisfatti, ma gli stati balcanici dovettero cedere alle presisoni
delle grandi potenze. La Serbia non aveva il suo sbocco al mare, la Bulgaria
si vedeva privata della Macedonia e di Silistra, la Grecia puntava ad una fetta
della Macedonia.
La seconda guerra
balcanica.
Nel giugno 1913 la Bulgaria attaccò la Serbia dando inizio alla seconda
guerra balcanica. Serbi, greci e montenegrini si coalizzarono contro la Bulgaria,
la Romania la prese alle spalle occupando un suo territorio (la Dobrugia), mentre
i turchi si ripresero Adrianopoli. La Bulgaria fu sconfitta nel giro di un mese.
Ad agosto il trattato di pace vide la spartizione della Macedonia tra Serbia
e Grecia, mentre alla Romania andò la Nuova Dobrugia dove la gran parte
degli abitanti era bulgara e solo il 3% romeni. Adrianopoli e gran parte della
Tracia tornarono alla Turchia.