LA RIVOLTA DI BELGRADO
RISOLUZIONE
DI REDS DOPO L'INSURREZIONE DEL 5 OTTOBRE
1. Le masse serbe hanno preso in mano il proprio destino e con coraggio, allegria e determinazione hanno spazzato via uno dei peggiori regimi di questi anni. Salutiamo questa nuova rivolta sul suolo d'Europa, che dimostra come l'epoca del protagonismo delle masse non si è chiusa con il finire del secolo. E' una vittoria dei giovani, che non hanno mai cessato di battersi contro il regime, è una vittoria della classe operaia serba la cui mobilitazione è stata decisiva per far crollare il regime.
2. Milosevic si è reso responsabile di efferati delitti e chiediamo che venga giudicato dalla Jugoslavia per i suoi crimini. Il suo regime per anni è stato sostenuto dall'Occidente, Italia compresa, che ha concluso lucrosi affari approfittando della svendita delle proprietà statali ed ha chiuso tutti e due gli occhi di fronte alla politica di pulizia etnica in Bosnia, Croazia, Kosova, per poi scaricarlo nell'ultimo anno. La guerra criminale scatenata dalla NATO lo scorso anno contro la Jugoslavia ha inferto solo sofferenze alla popolazione civile ed ha prolungato oggettivamente la sopravvivenza del regime.
3. Non ci facciamo alcuna illusione sulla DOS e su Kostunica. Quest'ultimo è un nazionalista responsabile quanto Milosevic dell'oppressione etnica subita dalle nazionalità oppresse della ex Jugoslavia. Pensiamo però che la dinamica che si è aperta con l'insurrezione del 5 ottobre obblighi la nuova direzione ad allargare i diritti democratici concultati da Milosevic e che ciò permetta la crescita della società civile serba e l'autorganizzazione del movimento operaio.
4. Il crollo del regime apre nuove possibilità per le nazionalità oppresse della Jugoslavia: ungheresi della Vojvodina, musulmani del Sangiaccato e montenegrini. Speriamo che la nuova fase politica che si è aperta consenta alle masse serbe di respingere il nazionalismo granserbo, l'ideologia che spiega la passività sino a ieri mantenuta nei confronti del regime. Così come Marx affermava che la classe operaia inglese non sarebbe mai stata libera se il popolo irlandese fosse rimasto in catene, così diciamo che la classe operaia serba non sarà mai libera se i kosovari e le nazionalità oppresse della Jugoslavia non saranno libere di determinare il proprio destino.
5. La caduta di Milosevic obbliga la sinistra antagonista della quale noi siamo parte ad una seria riflessione: i giovani e gli operai serbi si sono scontrati con due partiti (SPS e JUL) che sino a qualche mese fa erano invitati ai congressi del PRC. Manifesto e Liberazione sino a qualche giorno dopo le ultime elezioni chiamavano ancora questi strumenti di oppressione "sinistra jugoslava". Auspichiamo che sia la lezione definitiva che serva a ricollocare la sinistra antagonista dalla parte delle masse oppresse, anche quando chi le opprime si serve dei simboli della sinistra.