PCF: una prova disastrosa.
Pubblichiamo questo breve articolo tratto
da Rouge sui risultati deludenti per il PCF al primo turno delle amministrative
francesi, elezioni che hanno invece segnato un'importante affermazione del'estrema
sinistra. Di
Dominique Mezzi.
Marzo 2001.
E' il PCF, a sinistra, a registrare lo schiaffo più cocente, perdendo a destra, perdendo a sinistra, perdendo su tutti i piani.
"Nè ondata rosa, né sanzione. Dunque?" Ecco il titolo imperturbabile che segna la prima pagina dell'Humanité, quotidiano del partito, martedì 13 marzo. In altri termini, quel titolo significa: "che sta succedendo?", "Dunque niente è più come prima?". Esso mette a nudo un PCF che ammette apertamente di non comprendere più il mondo nel quale vive. Gli articoli che seguono contengono allo stesso tempo delle risposte e il loro contrario. Come se i giornalisti del PCF conoscessero perfettamente una buona parte delle spiegazioni necessarie, ma non potessero dirle apertamente. Perché significherebbe indicare troppo chiaramente il vicolo cieco nel quale si è cacciata volontariamente la direzione del partito, puntando tutto sulla "gauche plurielle" per salvare il mito della sua rappresentanza storica nel paese e soprattutto nel movimento operaio.
La questione non è nemmeno la sconfitta di Gayssot (ministro dei Trasporti NdT) in una città considerata a destra. Più grave è la perdita di Drancy (dove Gayssot era sindaco prima di divenire ministro), quella di Montluçon, e delle grandi difficoltà altrove. Il PCF amministrava 56 città di più di 20000 abitanti: 18 sindaci sono riconquistati, ma 3 bastioni saltano e gli altri saranno difficili da guadagnare. Forse alla fine ci saranno più consiglieri PCF, ma meno sindaci. E se nuove posizioni sono acquisite, queste lo sono, contrariamente ai verdi, grazie alla protezione del grande fratello PS. Le cosa più buffa, è che le rare primarie a sinistra che hanno rotto con la disciplina dell'accordo con il PS sono andate ad avvantaggiare i "dissidenti" comunisti, come ad Arles.
Tutti gli elementi per una diagnosi si trovano sull'Humanité: "aggravarsi della crisi dell'offerta politica", "critica dei salariati più sfavoriti verso il governo", "ancoraggio operaio" delle liste LCR e di Lutte ouvrière. Ma poi l'articolo consacrato all'estrema sinistra conclude che i risultati di questa non riflettono "un voto punitivo nei confronti della gauche plurielle e principalmente della sua componente comunista". All'opposto del lucido editoriale di Pierre Laurent: "Il PCF non è riuscito sino adesso a ridivenire una forza attraente, per spingere l'inerzia della "gauche plurielle" e al di là di questa per costruire una alternativa popolare al sistema." Si appella allo spostamento dei "rapporti di forza del paesaggio politico" per sfuggire alla "poltiglia" della "bipolarizzazione presidenziale". Tutto un programma! Patrick Braouezec, rieletto sindaco di Saint-Denis, non diceva un'altra cosa, un mese e mezzo prima, domandandosi se il PCF sarebbe restato ancora per molto la "ruota di scorta dei socialisti".