Invertire la politica dei
tagli all'educazione!
Gli
studenti australiani in lotta contro i tagli e la privatizzazione dell'istruzione
pubblica. Di
Simon Butler, rappresentante degli studenti alla Sydney University e membro
di Resistenza, dalla Green Left Weekly. Dicembre 1999.
La maggior parte degli studenti e ampi settori dell'opinione pubblica riconoscono che c'è una crisi negli investimenti per l'istruzione universitaria. Il governo Howard promuove l'introduzione e l'aumento di tasse e contributi e la privatizzazione dell'università come l'unica soluzione a questa crisi. La vera soluzione è molto più semplice: aumentare gli investimenti per l'educazione.
Fino ai primi anni
'50, l'educazione superiore in Australia è stata largamente riservata
ai ragazzi ricchi e privilegiati. I governi non consideravano la scolarizzazione
di massa un fattore determinante per la crescita sociale e lo sviluppo economico.
Un cambiamento si è comunque verificato nel 1951, quando il governo Menzies
ha introdotto il sistema scolastico del Commonwealth (CSS), che copriva i costi
di istruzione di alcuni studenti. Nel 1957, il rapporto Murray raccomandava
un'espansione ulteriore dell'istruzione superiore; tra il 1954 e il 1967 triplicarono
le iscrizioni all'università. Nei primi anni '70, più dell'80%
degli studenti ricevevano sostegni allo studio tramite il CSS.
Il governo, l'industria e le autorità accademiche si resero conto che
era necessario ampliare l'istruzione universitaria a settori della classe operaia,
perché acquisissero le abilità e le competenze necessarie allo
sviluppo di una società tecnologicamente avanzata. Le università
cambiarono: da istituzioni d'èlite divennero istituzioni di massa.
Whitlam
A partire dai primi anni '70, le tasse scolastiche coprivano solo il 15% delle
spese universitarie, così nel 1974 la decisione del primo ministro Gough
Whitlam di abolire le tasse non rappresentò un grande sacrificio per
lo stato. Comunque cambiò fondamentalmente il modo in cui la società
considerava l'accesso all'istruzione pubblica.
Il provvedimento di un completo finanziamento pubblico dell'educazione e i fondi
governativi di sostegno agli studenti fecero aumentare la percentuale delle
donne iscritte all'università, che passò dal 33,7% al 55,1% nel
1987. Il numero degli studenti figli di operai aumentò del 36% e quello
di studenti aborigeni del 300%.
Ma da allora ci sono stati ripetuti tentativi, da parte dei governi successivi,
di colpire l'istruzione libera e gratuita.
Nel 1976 e ancora nel 1981, il governo di Malcolm Fraser tentò di tagliare
i fondi per l'istruzione universitaria, rimpiazzando i finanziamenti per il
diritto allo studio con dei prestiti e reintroducendo le tasse di iscrizione.
Una forte opposizione studentesca, coordinata a livello nazionale, fece fallire
quelle misure.
Gli anni di
Hawke
Quando nel 1983 Bob Hawke salì al potere, il sistema di istruzione libera
e gratuita messa in atto da Whitlam era ancora largamente integro. Comunque
durante gli anni '80 le misure approntate da Fraser vennero completate da Hawke
e dai governi successivi.
Nel 1985 furono introdotte tasse di iscrizione per gli studenti d'oltreoceano.
Nel 1987 fu introdotta una tassa d'iscrizione anche per gli universitari australiani.
Questa tassa fu rimpiazzata nel 1989 dall'HECS (Piano di contribuzione all'istruzione
universitaria), un contributo a carico degli studenti, inserito nel sistema
nazionale delle imposte.
Da allora, l'HECS è stato continuamente aumentato e il livello dei fondi
governativi per gli studenti diminuito. Nel 1995, il governo Labor eliminò
i contributi HECS per gli stranieri residenti in Australia, costringendoli a
pagare una tassa per l'iscrizione universitaria.
I fautori dell'HECS sostenevano che il contributo avrebbe permesso un incremento
dell'accesso all'università degli studenti meno abbienti, tassando gli
studenti più ricchi. La realtà è che gli studenti più
poveri sono oberati dai debiti, mentre i più ricchi possono godere di
una riduzione del 25% pagando immediatamente il contributo.
Nel 1996, quello che tra gli anni '70 e '80 era stato un forte movimento di
opposizione, si è dimostrato titubante; il governo Labor ha potuto così
iniziare a manovrare per spingere l'istruzione universitaria sempre più
verso la privatizzazione, senza incontare grosse opposizioni.
L'eredità che Labor ha lasciato è un insidioso scivolamento ideologico
sulle questioni dell'istruzione superiore e del diritto allo studio. Labor è
stato abile a convincere ampi settori del movimento studentesco della necessità
che ogni studente contribuisca individualmente alla propria educazione, e che
l'HECS è pertanto un sistema giusto. Questo ha indebolito la concezione
che l'istruzione universitaria è un diritto universale, e che deve quindi
essere totalmente gratuita.
La Coalizione
Nel 1996, il governo di coalizione guidato da John Howard è partito dal
punto in cui Labor aveva lasciato. Ha proceduto così a tagliare il 6%
delle borse di studio, a ridurre la soglia dei rimborsi HECS e a introdurre
un sistema che impone una differenziazione dei tassi di interesse sui contributi
scolastici. Di fatto più del 20% degli studenti non può più
godere del diritto allo studio. Ci si sta muovendo verso la reintroduzione delle
tasse di iscrizione.
Oggi, abbiamo un sistema universitario pubblico che tende sempre più
verso una completa privatizzazione. Molte delle conquiste degli anni '70 nel
campo dell'educazione sono state colpite.
È inoltre un esplicito obiettivo del governo ridurre i finanziamenti
per l'istruzione universitaria e incrementare la spesa a carico degli studenti.
Un documento riservato del consiglio dei ministri, pervenuto per un'indiscrezione
al Parlamento in ottobre, delinea il piano di privatizzazione del ministro dell'educazione
David Kemp, che include la sostituzione dell'HECS con un sistema di prestiti
agli studenti a tassi di interesse di mercato e la completa deregulation delle
tasse universitarie.
L'indiscrezione indica che è imminente una nuova spinta verso la completa
privatizzazione. E, se per ora il governo federale non riesce nel suo intento
di completare la legislazione antistudentesca, ottiene però di indebolire
la capacità degli studenti di fronteggiare gli attacchi governativi all'istruzione
pubblica.
La campagna
Il movimento studentesco deve essere preparato a controbattere le giustificazioni
ideologiche della Coalizione. I suoi ministri useranno l'argomento della penuria
dei fondi per l'educazione (di cui sono responsabili) per sostenere la necessità
che gli studenti tirino fuori sempre più soldi.
Se gli studenti politicizzati non riusciranno a formare nuovi attivisti e a
organizzare mobilitazioni di massa per l'imminente battaglia sui temi dell'educazione,
allora l'istruzione pubblica sarà in pericolo. È necessario che
gli studenti stringano alleanze con tutte le categorie colpite dall'offensiva
privatistica del governo Howard - come i lavoratori dell'università e
gli studenti medi - e che sviluppino e rafforzino i comitati di lotta nei campus.
Il movimento studentesco è chiamato a resistere a qualcosa di più
che a singoli provvedimento governativi. È una grande battaglia culturale
quella che deve condurre e non deve farsi mettere nell'angolo della difesa di
un iniquo sistema, quale è l'HECS, come fosse il male minore di fronte
all'introduzione delle tasse universitarie. La prima richiesta da avanzare deve
riguardare l'inversione di rotta sui tagli degli ultimi decenni e il ritorno
al completo finanziamento pubblico e alla gratuità del sistema universitario.