CGIL e World Pride.
Documento approvato dal Consiglio Generale
della CGIL in sostegno al World Pride. Maggio 2000.
CGIL Nazionale
- Comitato Direttivo
Ordine del Giorno
Presentato da Betty Leone
Dipartimento Diritti di Cittadinanza
Ufficio Nuovi Diritti
Per la CGIL la partecipazione a tutte le celebrazioni del 28 giugno, anniversario della storica rivolta dello Stonewall Inn, ha rappresentato una straordinaria occasione politica di riaffermazione di diritti e di libertà e la testimonianza dell'impegno politico e dell'attività svolta da oltre dieci anni a livello nazionale e territoriale con tutti i gruppi e le associazioni gay, lesbiche e transessuali in Italia e a livello internazionale a tutela di gay, lesbiche e transessuali sul posto di lavoro e non solo.
Il tema dei diritti umani e civili in relazione all'orientamento e all'identità sessuale mette in primo piano il rispetto per la persona, la necessità di informare e creare cultura, di sconfiggere integralismi, ignoranza, pregiudizi e di riappropriarsi di una concezione laica e plurale dello Stato. Nel 1969, nel bar del Greenwich Village di New York, lesbiche, gay e transessuali si erano ribellati a prepotenze e violazioni e i tempi sono evidentemente poco cambiati dato che ancora oggi continua ovunque nella quotidianità di tante persone un clima di attiva discriminazione sociale, in molti Paesi esiste il reato di omosessualità che porta al carcere e alla perdita dei diritti civili e in alcuni è prevista persino la pena di morte.
Assistiamo pertanto indignati ai veti, alle menzogne, alle resistenze e ai tentativi di imporre pretese subalternità che caratterizzano il dibattito in atto a proposito della celebrazione del World Pride 2000, un contraddittorio che va bel oltre la circostanza e offende la democrazia poiché evidenzia pesanti contraddizioni e limiti sulle questioni che attengono al progresso civile e alle libertà individuali, alle convinzioni sulla battaglia contro le discriminazioni e le esclusioni e, in particolar modo, mette in gioco l'autonomia e la laicità dello Stato.
Il diritto delle
organizzazioni omosessuali e transessuali e di tutti i cittadini a manifestare
è previsto e garantito
dalla democrazia, dalla Costituzione e dalle regole della convivenza civile.
Riteniamo che questa sia un'occasione per le forze democratiche di far valere
il proprio ruolo di trasformazione sociale e che si possa aprire un percorso
nuovo per compiere un passo avanti verso un livello di civiltà più
avanzato. L'8 luglio del 2000 deve essere pertanto la giornata in cui sfilare
tutti noi, per la pace e l'uguaglianza, per la fine delle discriminazioni, contro
la pena di morte e le torture, contro lo sfruttamento minorile e gli abusi sessuali,
contro ogni tipo di violenza integralista, istituzionale e razzista.
Confermiamo l'impegno politico della CGIL di questi anni e auspichiamo che, anche a seguito delle mozioni del Parlamento Europeo, questa sia l'occasione per riprendere la discussione parlamentare sui disegni di legge in merito alle norme antidiscriminatorie fermi in Commissione Affari Costituzionali.
Nel dichiarare
la nostra più convinta solidarietà agli organizzatori del World
Pride, ai movimenti omosessuali e
transgender e nel confermare la nostra adesione e la nostra partecipazione al
corteo e alle altre iniziative in
programma, auspichiamo pertanto che le forze democratiche sappiano sostenere
il sereno svolgimento delle
manifestazioni in programma e che il Governo e gli organi istituzionali facciano
sì che la democrazia sia pienamente rispettata anche in questa occasione.
Approvato
Roma, 31 maggio 2000