Aggressione fascista al
circolo Pink di Verona.
Il 5 maggio 2001 alcuni compagni del circolo
Pink hanno subito un'aggressione da parte di un gruppo di neo fascisti. Intervista
al presidente del circolo, Gianni Zardini. REDS Giugno 2001.
Potreste illustrare brevemente la dinamica
dell'aggressione che avete subito il 5 maggio scorso?
Sabato 5 maggio era uno dei giorni individuati da noi del circolo Pink e da
altre associazioni e gruppi veronesi per fare pubblicità alla manifestazione
nazionale "LA CITTADINANZA VA SCRITTA" che si terrà a Verona
sabato 9 giugno 2001. Era inoltre presente Roberto Aere candidato al Senato
per Rifondazione Comunista, oltre a pubblicizzare la manifestazione facevamo
anche campagna elettorale per Roberto. Ad un certo punto si sono presentati
al banchetto, erano le 19.00 circa ed eravamo in pieno centro, una decina di
ragazzotti che in un primo momento sembravano solo intenzionati a parole ma
che poi sono passati subito ai fatti, calci e pugni. E' spuntata una grossa
catena che poi hanno perso. La nostra reazione di difesa è stata quella
di attirare l'attenzione della gente, il sabato pomeriggio Verona come altre
città è piena zeppa di gente, ai nostri urli loro i fascisti si
sono accorti che tutta la gente presente ha notato l'accaduto e sono arretrati.
Noi a debita distanza li abbiamo seguiti, ma ad un certo punto 4 di loro si
sono sfilati cinture e ci hanno nuovamente caricato. Tre di noi sono finiti
all'ospedale per contusioni varie. I ragazzotti sono appartenenti a FORZA NUOVA,
gruppo neo-nazista che a Verona é molto attivo, anche con l'appoggio
di alcuni assessori molto fascisti. Questa la dinamica dei fatti.
Come avete vissuto ed è stata
vissuta la vostra presenza dopo questi fatti?
Personalmente ho ricevuto molte testimonianze d'affetto dopo i fatti, come presidente
del Pink e come persona aggredita. Molte associazioni, gruppi, partiti, sindacati
e singole persone ci hanno sostenuto, non vi é stato un effetto boumerang
negativo, non ci siamo sentiti isolati. Personalmente come presidente di un'associazione
gay e lesbica, la paura era quella che altri del circolo potessero rimanere
coinvolti sia durante l'aggressione che nel post aggressione. E' molto facile
che dopo fatti del genere le persone non vogliano più frequentare il
circolo per paura, cosa molto spiacevole ma comprensibile. In effetti i soci
e le socie del Pink non sono scappati, ma è stato necessario un incontro
per poter spiegare chi è FORZA NUOVA e come sono avvenuti i fatti e cosa
soprattutto era necessario fare per fronteggiare una situazione sempre più
dura per tutti.
Quale è stato l'atteggiamento
delle istituzioni (forze dell'ordine, magistratura, forze politiche, chiesa,
ecc.)?
La polizia che è intervenuta subito dopo l'aggressione ha solo perso
tempo, invece di inseguire gli aggressori si é fermata con noi a chiedere
cose che potevano benissimo essere chieste dopo, un atteggiamento che lascia
pensare molte cose. La chiesa cattolica veronese, quella ufficiale, non una
parola nonostante pressioni arrivate. Il sindaco ed altre istituzioni non si
sono sentite ma credo sia anche coerente con una linea politica di appoggio
all'estrema destra, personalmente avrei sentito come falso un messaggio di sostegno
da parte del sindaco di Verona. Devo dire che comunque l'atteggiamento della
Digos e del Vice questore di Verona sono stati molto corretti, anche se in un
primo momento sembrava che la nostra denuncia non la si sarebbe fatta subito
ma nei giorni successivi, cosa pericolosa che lasciava spazio a contro denunce
che sono puntualmente arrivate. Diverso é stato il sostegno di RC e dei
sindacati veronesi tutti molto solidali con noi, cosa che naturalmente ci ha
fatto molto piacere.
Tranne i quotidiani dichiaratamente
di sinistra (manifesto, liberazione, unità) non ci pare che la notizia
sia comparsa su altri organi di informazione di diffusione nazionale. Come si
è comportata invece la stampa locale?
L'informazione veronese è molto carente, esiste un solo giornale quotidiano
"L'ARENA", spesso molto di parte, non la nostra. L'informazione é
stata data in modo abbastanza corretto, due articoli. E' stato interessante
notare che a differenza di altre volte non sono comparsi articoli della controparte,
dato che loro hanno sostenuto che siamo stati noi ad aggredirli. Un articolo
apparso sull'ADIGE, settimanale veronese, molto critico nei confronti delle
forze dell'ordine.
Come vedete in prospettiva, alla luce
di questo episodio e dell'affermazione elettorale delle destre, la vostra iniziativa
politica e sociale sul territorio?
Credo che come in altre occasioni di aperta discriminazione il nostro atteggiamento
è stato quello di non fermarsi, la nostra situazione cittadina è
da molto tempo difficile non solo per le persone omosessuali ma in generale
per tutte le diversità. Verona è da molto tempo città intollerante
e noi gay e lesbiche ci siamo dovuti adeguare, o lottare o chiudere il circolo.
Ci siamo dovuti rendere conto in prima persona che o ci si assumevamo le nostre
responsabilità e pretese oppure soccombevamo, non é sempre possibile
demandare al parlamentare e partito di turno che difenda i tuoi diritti lo dobbiamo
fare noi in prima persona, questo comporta una visibilità che a volte
si paga. Una mossa che credo vincente è stata quella di non rimanere
isolati ma di collaborare sempre più con associazioni non omosessuali
ma che come noi stavano a sinistra e che al pari di noi combattevano per analoghi
diritti. Le elezioni per noi non hanno cambiato nulla nella m. eravamo nella
m. ci siamo ritrovati dopo il 12 maggio, pazienza anche questa situazione ci
darà motivazioni per continuare a lottare. Senza un nemico come si fa?
Quale messaggio vorreste rivolgere ai
nostri lettori, che nella maggior parte sono militanti o simpatizzanti di Rifondazione
comunista?
Di venire a manifestare il 9 giugno a Verona.