Il Corriere della Sera - 10.05.98

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Ma l'ex ministro Rognoni: escludo qualsiasi regìa esterna

L'INTERVISTA - «Nessun grande vecchio, tutti gli assassini, eccetto il latitante Casimirri, sono stati individuati presi e consegnati alla giustizia»

M. Antonietta Calabrò

ROMA - «Anche Pertini, straordinario Presidente nel corso di una drammatica emergenza, riteneva che le Br fossero mosse da qualche autorità esterna, da qualche grande vecchio. Ma con tutta la devozione per Pertini, e in tutta umiltà, anche allora, come adesso, esprimevo un'opinione completamente diversa. Quanto all'episodio dell'incontro tra Scalfaro e Zaccagnini, non ne sono mai stato a conoscenza, anche se ero tutti i giorni a piazza del Gesù. Ma allora ero vicepresidente della Camera, non facevo parte della segreteria di Zaccagnini... Comunque questo è uno strano Paese, dopo vent'anni saltano fuori fatti nuovi...». Virginio Rognoni assunse la responsabilità del Viminale il 15 giugno del '78, subito dopo le dimissioni, seguite all'uccisione di Moro, di Francesco Cossiga da ministro dell'Interno. Rognoni rimase al vertice del ministero per i succesivi cinque anni, che segnarono la sconfitta politica delle Brigate rosse (che per Rognoni fa data dal momento della liberazione del generale americano Dozier). «Vede: tutti gli assassini, con l'eccezione del latitante Alessio Casimirri, sono stati individuati, presi e consegnati alla giustizia».

Anche Scalfaro, allora, è una vittima del pensare dietrologico?

«Non voglio giudicare il Presidente. Se dice questo avrà le sue buone ragioni. A mio modo di vedere, però, sulla base dei fatti, sulla base di quanto abbiamo scoperto e delle mie conoscenze che sono molte perché sono stato a lungo al Viminale, ritengo che le Brigate rosse siano state un fenomeno autoctono, italiano: che non fossero eterodirette. Il delitto Moro avviene all'interno di una stagione terroristica che ha avuto vittime prima e ebbe vittime anche successivamente. Se è vero che dietro il delitto Moro c'è stato un grande vecchio, che vuol dire? Che dietro l'assassinio di Bachelet c'era un grande vecchio? Che anche dietro l'assassinio di Casalegno c'era un grande vecchio? Che dietro l'assassinio dell'ingegner Taliercio c'era un grande vecchio? Perché allora sono stati ammazzati i giudici Galli, Tartaglione, Alessandrini? Credo che la risposta sia che tutti questi delitti, compreso il sequestro di Moro, siano stati atti riconducibili alle Brigate Rosse e a quello che le Brigate rosse dicevano di se stesse. E cioè di essere un partito armato: gente che ammazzava e sparava e che insieme voleva ottenere consenso politico. Erano un partito armato, c'è poco da fare».

Anche il presidente della Commissione stragi, Giovanni Pellegrino, ha di recente sollevato il problema dell'esistenza di una mente dietro il sequestro Moro. Ha parlato di un misterioso anfitrione che a Firenze ospitava la direzione strategica delle Br durante i 55 giorni...

«Non capisco in base a quali elementi Pellegrino faccia queste affermazioni. La direzione strategica si riuniva anche da altre parti: non è che a Firenze c'era il Palazzo Chigi delle Brigate rosse... E poi c'è un'altra considerazione da fare: se veramente le Brigate rosse fossero state eterodirette, quale migliore arma destabilizzante avrebbero avuto, se non dirlo, proclamarlo pubblicamente? Avrebbero creato uno sconquasso tremendo, molto maggiore di una strage. Eppure non l'hanno mai detto. Evidentemente perché non era vero. Il disegno di colpire questo o quello era delle Brigate rosse e solo loro: questo è un fatto incontestabile. Anche il sequestro del generale Dozier poteva evocare una mano straniera: invece ho sempre pensato che fosse una congettura inverosimile. Quando Dozier è stato liberato abbiamo potuto constatare che in realtà si trattava dell'azione della colonna veneta delle Br. Punto e basta».

Molti interrogativi sono rimasti su alcuni organismi collegati alle Br insediati all'estero, come il Superclan a Parigi, l'istituto Hyperion. Non ne abbiamo mai saputo granché...

«Questa storia del grande vecchio l'ha tirata fuori per primo Craxi, tanti anni fa... Le Br, ripeto, erano un partito armato. Abbiamo analizzato per anni i legami tra le Br e la cultura della violenza nata con il '68... Era un fenomeno sociale ben vivo, basta farci mente locale e ricordarselo».

 

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