Il Corriere della Sera - 30.04.98

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IL CASO MORO

Morucci contesta Moretti

ROMA - Giovanni Moro getta sulle celebrazioni per il ventennale della morte di suo padre un macigno polemico: «Mi giungono conferme da ambienti vaticani del fatto che l'espressione nell'appello di Paolo VI ai rapitori, "liberate Moro senza condizioni" fu effettivamente aggiunta. Quindi aveva avuto ragione Aldo Moro a considerare quella frase come il segno della scelta di abbandonarlo al suo destino».

Giovanni non fa nomi, ma Guerzoni, collaboratore di Moro, ha sempre ripetuto che l'«aggiunta» fu imposta da Andreotti. Il quale ha sempre smentito. I brigatisti invece preferiscono celebrare mordendosi fra di loro: Morucci contro Moretti, Franceschini contro tutti e due. Morucci si scaglia contro il capo della colonna romana: la sua, dice, fu «una conduzione rigida, priva del minimo acume politico e di duttilità tattica, che ha condotto l'organizzazione in un vicolo cieco». Franceschini torna contro le «ambiguità» di Morucci e Moretti: «Alla fine del '72, Morucci viene fermato dalla polizia di frontiera italiana con delle armi e arrestato. Ma dopo una ventina di giorni viene stranamente scarcerato. A me, per avermi trovato una pistola, hanno dato otto anni...».

 

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