La Repubblica - 10.05.98

WB01343_.gif (599 bytes)


La verità su Moro

DUNQUE non era una mania dei dietrologi: a vent'anni dalla morte di Aldo Moro esistono davvero molte cose non chiare. Ieri l'ha detto il Capo dello Stato. E non si è limitato, il presidente Scalfaro, a manifestare un dubbio generico, vago. Ha detto di temere che le "intelligenze criminose" che "scelsero, mirarono e centrarono il bersaglio in quel momento politico" non siano state ancora individuate.

Pochi giorni fa il vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni, per aver sostenuto che non tutti hanno detto tutto quel che sanno sul caso Moro, è stato aspramente criticato da Francesco Cossiga, secondo cui quelle di Veltroni non sono altro che "fantasticherie dietrologiche" determinate "da scopi di miserabile speculazione politica" o da una "imperdonabile leggerezza politica e morale" alla quale può essere al massimo concessa "l'attenuante della giovane età".

Il settantanovenne Scalfaro non ha questa attenuante. Eppure ha manifestato un dubbio che è la sintesi di tutte le più inquietanti "dietrologie": che i mandanti del sequestro Moro non siano stati ancora individuati. L'ha fatto nella più solenne delle occasioni - la commemorazione di Moro nel ventennale della morte - e proprio mentre la silenziosa fatica di tanti "dietrologi", dall'ex senatore Sergio Flamigni al presidente della commissione stragi Giovanni Pellegrino, sta rivelando con grande precisione che i tanti dubbi sulla fine di Aldo Moro si fondano su circostanze precise e documentate.

La vicenda degli appartamenti del Sisde individuati nello stesso palazzo dove si trovava il covo di Mario Moretti non è che una delle tante stranezze emerse nell'ultimo periodo. C'è la certezza della presenza di infiltrati nelle Brigate rosse, c'è l'enorme quantità di segnalazioni ignorate dagli inquirenti. Senza considerare la vecchia, ma di nuovo attuale, vicenda della "egemonia piduista" all'interno del Comitato di crisi istituito dal Viminale - e quindi dall'allora ministro dell'Interno Cossiga - per gestire il sequestro.

La morte di Moro ha cambiato la storia del paese. Su questo, almeno, non ci sono discussioni. Ed è difficile comprendere perché all' unanimità sul giudizio storico non corrisponda un identico atteggiamento sulle conseguenze da trarne: la capacità di guardare con serenità e fermezza a quel passato è una condizione per poter rivolgere, senza paure, lo sguardo verso il futuro.

WB01343_.gif (599 bytes)