La Repubblica - 11.05.98
"La rivincita dei dietrologi". Flamigni: adesso anche il capo dello Stato dice le cose che anticipammo noi
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ROMA (g.m.b.) - Scherza l'ex senatore Sergio Flamigni: "E' la rivincita dei dietrologi: adesso anche il capo dello Stato è con noi". E' molto soddisfatto l'autore di "Convergenze parallele", il libro che ha riaperto il dibattito sul caso Moro e sui misteri del covo di via Gradoli. Ma non solo per il risarcimento morale che arriva con questa "rivincita". Anche per il merito dell' intervento di Scalfaro.
E' esatto dire che la questione dei mandanti è il nodo centrale del sequestro Moro?
"Sì, certamente. Direi che è la questione che i 'dietrologi' hanno sempre posto..."
Non le dà fastidio essere chiamato 'dietrologo'?
"Se il senso che si attribuisce al termine è quello esatto, no.
Perché guardare 'dietro' le cose, non accontentarsi della verità ufficiale, è un dovere".
Ma non ritiene che in qualche caso ci sia stato un eccesso di ' dietrologia', di sospettosità?
"Ci sarà anche stato. Ma parlo per me e posso dire che tengo i piedi in terra, mi documento, studio. Se ho un dubbio lo esprimo, se commetto un errore lo riconosco. Devo dire che, invece, gli 'antidietrologi' tendono a evitare l'autocritica. Fui accusato di dietrologia per la mia insistenza nel chiedere una nuova perquisizione nel covo di via Monte Nevoso a Milano. C'erano molti elementi per pensare che le carte di Moro fossero ancora là. Ma quando per altre vie quelle carte furono ritrovate, il giudice che aveva respinto la mia richiesta non riconobbe di aver sbagliato a non ascoltarmi".
Lei da parlamentare si è occupato del caso Moro, della P2, è stato anche nell'Antimafia. Secondo lei la categoria giornalistica dei 'misteri d'Italia' esiste realmente?
"Sono questioni diverse tra loro. Ma devo dire che un punto comune esiste, e ci riporta ai dubbi di Scalfaro sui mandanti".
Qual è questo punto comune?
"A un certo punto si finiva con l'imbattersi col modus operandi dei servizi segreti infiltrati dalla massoneria".
Sono stati loro i mandanti del sequestro Moro?
"Se, come ha fatto il presidente della commissione stragi Pellegrino, indichiamo con questo termine anche chi poteva impedire un fatto e non l'ha impedito, allora sì: anche loro".
E chi altro?
"Il potere politico che ha preferito i piduisti ai funzionari onesti. Penso al caso di Emilio Santillo, un uomo di primordine che aveva creato una rete informativa efficiente, capace di dare filo da torcere al nascente terrorismo, e fu allontanato dal suo posto. Poi i servizi segreti stranieri, e in particolare la Cia. C'è una infinità di documenti che dimostrano queste interferenze. Lo stesso Giovanni Galloni pochi giorni fa ha detto che Moro era preoccupato per l'atteggiamento degli americani".