La Repubblica - 12.05.98
"Moro, nessun livello occulto"
La Procura replica a Scalfaro. Pellegrino: gli 007 sapevano
ROMA (r.bu.) - Il comunicato del procuratore capo di Roma ha i toni secchi di chi non ammette repliche. "Allo stato degli accertamenti" non ci sono "intelligenze", ovvero "poteri occulti" dietro il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro. È una smentita diretta e senza perifrasi al capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro che aveva lanciato, ben consapevole della rilevanza delle sue parole, l'interrogativo su quelle "intelligenze" impunite che, fuor di metafora, avrebbero potuto dirigere dietro le quinte un evento finora attribuito giudiziariamente ai soli brigatisti.
"Intelligenze" che ieri il presidente della commissione Stragi Pellegrino ha subito tradotto in intelligence, cioè 007, riamplificando l'eco di polemiche mai sopite e rimbalzate sul Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, il cui presidente Franco Frattini ha però escluso che si possa parlare di "risvolti inquietanti", preoccupato soprattutto dell'eventualità di diffondere i nomi degli informatori e infiltrati che, ancora oggi - a sentire Frattini - sono potenzialmente nel mirino dei br latitanti.
Le parole del procuratore Salvatore Vecchione lasciano comunque poco spazio a qualunque dietrologia: "Le indagini non legittimano argomentazioni idonee a sostenere che la responsabilità del sequestro e dell'omicidio di Aldo Moro possa essere fatta risalire a livelli occulti, ovvero a livelli diversi da quelli risultanti dai procedimenti penali definiti con sentenze dell'autorità giudiziaria". In compenso, a vent'anni di distanza c'è un' "indagine preliminare" in corso, e la procura assicura che "vengono esaminate con la massima attenzione tutte le circostanze che possono presentare motivo di interesse".
Ma qual è lo stato attuale dell' inchiesta? Dopo il trasferimento di Franco Marini, il pm Franco Ionta è l'unico pm ancora titolare dell'istruttoria sullo statista ucciso, oltre a molte altre come quella sul caso di Ilaria Alpi. Tra gli atti ritenuti "interessanti" dalla procura c'è l'interrogatorio dell'ex capitano del Sid La Bruna che ha rivelato ai magistrati di avere inutilmente a suo tempo segnalato a un ufficiale di polizia giudiziaria l'ubicazione del covo di via Gradoli. Una pista, questa di La Bruna, che solo ora sta per essere vagliata scrupolosamente, nell'eventualità di omissioni "istituzionali". Ma a dirsi praticamente certo dello zampino degli 007 nel caso Moro è stato Pellegrino che - in un'intervista al Gr Rai - interpreta le parole di Scalfaro accusando direttamente "i servizi segreti italiani con vertici piduisti". Non solo: "Alla commissione Stragi - racconta - molta gente importante è venuta a dirci che la P2 era anche un circolo di oltranzismo atlantico, era un terminale del servizio segreto americano". E ancora: "Gli atti d'inchiesta della commissione mi consentono però di affermare con certezza che il sequestro era annunciato, conosciuto negli ambienti dell'autonomia. Gli ambienti dell'autonomia erano profondamente infiltrati, eppure i servizi non si allertarono e non impedirono il sequestro Moro".
Ma Pellegrino fa un'altra affermazione forte: la verità potrebbe venire fuori - dice - se potessero essere rese pubbliche le carte del suo gruppo di lavoro. E "se finora la commissione Stragi non ha ancora aperto i suoi cassetti - rivela Pellegrino - è perché c'è al suo interno un contrasto politico". Da una parte, spiega, c'è chi la pensa come lui, e che avrebbe già un'ipotesi chiara di responsabilità. Dall'altra c'è chi (ed è la tesi di Andreotti) chiede sempre nuove indagini, magari negli Usa, in Russia, "forse anche in Israele - dice - a prendere documenti". Un metodo questo, spiega, per "non rendere noto al paese ciò che invece si è già capito sulla base delle indagini che sono state fatte".