Il Corriere della Sera                                                             Sabato, 2 agosto 1997

WB01343_.gif (599 bytes)


Il presidente della Camera invita alla riflessione sulla clemenza per i terroristi

Indulto, anche i vescovi si schierano contro

ROMA - Dopo la frenata di Scalfaro, anche Violante fa capire che bisogna riflettere a lungo prima di concedere sconti di pena agli ex terroristi. «Guai se lo Stato ricorda i colpevoli e dimentica le vittime», è stato il monito del presidente della Camera sull'indulto. Poi è intervenuto anche sull'altro tema che per settimane è stato al centro del dibattito politico, l'articolo 513: «Per me - ha spiegato - è stata una riforma civile. Naturalmente poi bisogna che ci siano tutte le altre riforme accanto. Quindi che le videoconferenze siano approvate immediatamente e soprattutto che sia uno sforzo amministrativo di grande rilievo per garantire realmente la sicurezza della vita dei collaboratori di giustizia, dei testimoni e dei magistrati. Bisogna cioè - ha aggiunto il presidente della Camera - mettere in campo un'azione che non sia più soggetta alla doppia emergenza, quella della repressione e quella del garantismo, ma che sia una stabile politica penale».

Quanto ai dubbi di costituzionalità del 513 sollevati dal sottosegretario alla Giustizia Ayala, Guido Calvi, senatore della Sinistra Democratica e relatore del disegno di legge, ha sostenuto che «in ogni caso, per fugare ogni dubbio, basterà approvare il disegno di legge presentato in Senato». Ed è scontro, ormai, tra il vicepresidente di Palazzo Madama, Ersilia Salvato (Rifondazione) ed il responsabile per la Giustizia del Pds, Pietro Folena. L'astensione di Rifondazione sul 513 ha avuto un seguito polemico sulla mancata approvazione del disegno di legge sulle videoconferenze per i boss mafiosi. E la Salvato ha accusato Folena di condurre una «campagna minacciosa e arrogante nei confronti di Rifondazione comunista».

Sull'indulto è intervenuto invece il giurista Giuseppe Della Torre che, in un commento sull'agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei, ha sottolineato come coloro che si sono macchiati di reati di terrorismo abbiano «un atteggiamento arrogante, di sfida» piuttosto che «di pentimento e revisione delle proprie posizioni».

WB01343_.gif (599 bytes)