Il Corriere della Sera  - 05.03.98 

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LE POLEMICHE SUGLI EX TERRORISTI

Jospin: i fuoriusciti restano in Francia. E Folena: sull'indulto serve un atto di forza

PARIGI - «La Francia non ha accolto e non accoglierà nessuna richiesta di estradizione di cittadini italiani, ex militanti di estrema sinistra, rifugiati sul suo territorio da molti anni. Lionel Jospin promette ai quasi duecento fuoriusciti che nulla cambierà. «La parola data da Mitterrand - ha spiegato il primo ministro socialista - dev'essere rispettata». Ai suoi occhi, l'impegno di Mitterrand, che ha sempre protetto i fuoriusciti sin dal suo primo mandato presidenziale del 1981, è sacra, a dispetto degli accordi di Schengen, degli ordini di cattura emessi dai giudici italiani e delle antiche sofferenze dei familiari di quanti furono vittime degli Anni di Piombo.

«Il gesto di Lionel Jospin - ha commentato Oreste Scalzone - favorirà la causa di Sofri, Negri e dei duecento prigionieri nelle carceri italiane. Non sarà di certo utile al cosiddetto "partito di Sofri" che, con la sua campagna, ha rischiato di produrre fatali conseguenze al proprio assistito. Noi, di certo, vediamo avvicinarsi il giorno in cui otterremo il diritto alla carta di soggiorno, sempre negata».

La Francia «perdona» gli Anni di Piombo al posto dell'Italia. È più che normale che i fuoriusciti italiani, capeggiati da Oreste Scalzone, che è ormai loro vero leader, festeggino la decisione o, piuttosto, il compromesso di Lionel Jospin.

In un messaggio inviato all'avvocato Jean-Jacques de Felice, difensore di uno dei fuoriusciti fermati in questi ultimi giorni (Pinna, Tornaghi e Davanzo), il primo ministro ricorda in modo esplicito le parole di Mitterrand: «Hanno rinnegato il terrorismo e si sono rifatti una vita in Francia. Il mio governo non ha alcuna intenzione di modificare questo atteggiamento. Perciò non darà alcun seguito giuridico a qualsiasi domanda di estradizione per un cittadino italiano che si trovi nelle condizioni da me citate». In sostanza, Jacques Chirac ha dato il suo appoggio ai fuoriusciti.

E in Italia Pietro Folena, responsabile giustizia del Pds, rilancia l'idea di un «atto di forza» che sancisca la chiusura di un periodo tragico: «Rimango convinto della necessità di fare un gesto di forza da parte delle aree politiche, nella maggioranza e nell'opposizione, ma che segnano la stagione nuova, rispetto ad un periodo tragico, quello di vent'anni fa, ormai definitivamente concluso. Un atto di forza che potrebbe essere un indulto, che sia però accompagnato dal necessario riconoscimento dei diritti dei parenti delle vittime. Le leggi che tutelano i diritti delle vittime e dei loro parenti sono estremamente limitate e farraginose».

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