Il Corriere della Sera                                                         Lunedì, 11 agosto 1997

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Indulto: una pena ridotta per attenuante ideologica

Parole

di DINO COFRANCESCO

DELITTO s.m. - dal latino delinquere - designa, in diritto, la trasgressione del codice penale. Nel linguaggio comune, la parola fu ed è usata come sinonimo: in senso forte, di assassinio o di scellerataggine e, in senso debole, errore. Il cinico commento di Talleyrand all'uccisione del duca di Enghien ristabilì la differenza ma con segno ribaltato: peggio di un delitto, è un errore.

Seguito dall'aggettivo politico il termine, però, viene a perdere quel tratto egoistico che induce Raskolnikov a uccidere per denaro, Otello per gelosia, il pirata della strada per amore della velocità. Chi ammazza un rappresentante dell'autorità lo fa per una causa, disinteressatamente: vuole punire la vittima per la sua indegnità o come simbolo di un regime iniquo. Il delitto politico sta al delitto come il cavallo di fiume (ippopotamo) sta al cavallo: l'aggettivo, in un caso, il genitivo, nell'altro, determinano un mutamento di genus. Per questo non ha senso, come si fa talora, porsi la domanda: è più grave il delitto Moro o Tangentopoli? Il terrorista non è un reo, è un nemico, non vuole corrompere il sistema, ma distruggerlo. A ostilità cessate, lo Stato deve stabilire se sia ancora pericoloso; se, pur sconfitto, meriti una punizione esemplare per dissuadere i possibili imitatori, se gli vada richiesta la conversione al credo democratico.

INDULTO s.m. Derivato dal tardo latino indultu (indulgere), il termine è venuto assumendo il significato tecnico di una riduzione di pena che non cancella il reato. Ormai esso non ha più nulla a che fare né col perdono - che si concedeva nel Medio Evo ai fuorusciti politici - né con l'indulgenza - la remissione dei peccati concessa dalla Chiesa - né con l'amnistia, che estingue l'azione penale.

Nel '46, per uscire dalla guerra civile, si fece ricorso all'amnistia; oggi, invece, si parla di indulto per gli autori di delitti politici. Forse perché si ritiene che in una democrazia, sia pure zoppa, il ricorso (ingiustificato) alla violenza accorci la distanza tra il rivoluzionario e il comune omicida. L'uno e l'altro vanno puniti severamente ma l'ideologia sembra costituire per il primo una sorta di attenuante generica.

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