Il Corriere della Sera Mercoledì, 17 settembre 1997
Cossiga: sì all'amnistia per br e tangentisti. L'ex presidente: non temo i leghisti ma attenti a non farne dei martiri. "Ormai sono due periodi da chiudere"
BRESCIA. Sì a un'amnistia per la lotta armata perché "ora il fenomeno è praticamente cessato" e sì a un'amnistia per Tangentopoli perché "questo periodo va chiuso, anche perché è troppo pericoloso lasciarlo aperto. Mantiene viva un'emergenza in cui sono possibili le intimidazioni di Borrelli al Parlamento".
E' quanto sostiene Francesco Cossiga in un'intervista al "Giornale di Brescia", che la pubblicherà oggi e della quale è stata fornita l'anticipazione. Un'intervista nella quale Cossiga fa anche una sorprendente rivelazione: "Mi sono iscritto alla dc nel 1944. Confesso che fui tentato di iscrivermi allora al partito comunista. Ero indeciso se iscrivermi alla dc o al pci". L'ex Presidente della Repubblica tocca vari temi, compresi quelli relativi alla Lega Nord e all'invito di Martinazzoli ad assumere un ruolo di leadership e non limitarsi a esprimere opinioni. "Non sottovaluto quello che la Lega rivela, al Nord, precisando - dice Cossiga - che non c'è solo un Nord leghista, anzi. Ma non temo la Lega come eversione. Non ho timori eversivi, semmai temo incidenti che possano trasformare in mito ed eroe qualche loro leader". E sul perché non accetta l'invito di Martinazzoli, spiega: "Io e Mino Martinazzoli siamo molto più bravi di Berlusconi. Però Berlusconi, a un certo momento, ha inventato quello che ha inventato ed è lì".
"La politica, la leadership non è una convergenza dell'intelligenza e della chiaroveggenza - spiega Cossiga -. E' invece l'effetto di una capacità a rappresentare forze, sentimenti e interessi. Che noi non abbiamo ritenuto cosa degna di fare".
A proposito della doppia amnistia, Cossiga afferma: "Sono convinto, grazie anche alle frequentazioni della persona e del pensiero di Moro, che la lotta armata in Italia è stata un fenomeno più profondo di quanto si pensi, e che ha ancora oggi qualche esile appendice. Non parlo solo dell'Autonomia. E' stato un periodo di lotta politica e non di lotta criminale. Ora il fenomeno è praticamente cessato. Per quanto concerne l'altra amnistia di Tangentopoli - continua il senatore - io avevo già proposto a suo tempo una grande confessione e una grande inchiesta politica dove si dovrebbe separare la responsabilità del singolo dal comportamento generale".
Tangentopoli, il crollo della dc. Che cosa avrebbe fatto Aldo Moro? "Avrebbe difeso la dc con le unghie e coi denti", afferma Cossiga. Moro oggi ripeterebbe quel suo avvertimento: "Non ci processerete sulle piazze", e poi "organizzerebbe il partito".
E in conclusione, Cossiga annuncia che sarà presente alla prossima riunione degli ex dc, e dirà: "Qui qualcuno è andato in galera, qualcuno forse ci andrà", ma aggiungerà: "Dio mio, quale classe dirigente ha perduto il Paese".
[r. i.]