Corriere della Sera - 27.12.97

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Nessuno dei detenuti (cinque brigatisti rossi, un esponente di Avanguardia nazionale) ha commesso reati di sangue. Manconi: atto dovuto, non gesto di clemenza

Scalfaro concede la grazia a sei ex terroristi

Pisanu (Forza Italia): bisogna pensare anche a Tangentopoli. Pellegrino (Pds): ora il Colle si occupi di Sofri

di M. Antonietta Calabrò

ROMA - Cinque ex brigatisti rossi (tre della colonna romana e due di quella veneta) e un ex aderente alla formazione di destra Avanguardia nazionale, hanno ottenuto la grazia dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

L'ampiezza del beneficio è stata però commisurata al periodo di pena già scontata e alla durata della pena residua (tutti avrebbero finito di scontare le condanne tra il 2000 e il 2007). Le sei persone interessate godevano tutte dei benefici previsti dall'ordinamento penitenziario. Una mossa a sorpresa, ma che sia maggioranza che opposizione leggono come un preciso segnale della volontà di accelerare il processo di chiusura degli «anni di piombo». E che suscita polemici accostamenti con l'amnistia per i reati di Tangentopoli.

Dal Polo partono accuse a Scalfaro di bypassare il Parlamento (dove il provvedimento di indulto non va avanti, perché per il momento non c'è una parallela volontà di approvare una legge in favore delle vittime del terrorismo) e il capogruppo di Forza Italia, Beppe Pisanu, invoca clemenza anche per Tangentopoli. E «a tutti coloro che avant'ieri si sono scatenati contro l'intervista del presidente della Camera Violante», ricorda che «se c'è clemenza per terroristi che non si sono direttamente macchiati le mani di sangue perché non ce ne dovrebbe essere per quei protagonisti di Tangentopoli che non hanno tratto alcun profitto personale o per quelli che sono disposti a restituire il maltolto?». Un parallelismo che viene respinto da Franco Corleone, sottosegretario alla Giustizia. Mentre Giovanni Pellegrino, presidente della Commissione stragi, senatore del Pds non ha dubbi: «Il presidente della Repubblica dovrebbe concedere la grazia anche ad Adriano Sofri».

A usufruire dei provvedimenti, firmati il 22 dicembre, su proposta del ministro della Giustizia, Flick, con grazia totale, sono stati: Giovanni Di Lellio, di Avanguardia nazionale, Claudio Cerica, Manuela Villimburgo. Per gli altri tre detenuti (Paola Maturi, in semilibertà, ostetrica, Marinella Ventura, in semilibertà, esperta in informatica, Carlo Giommi, in semilibertà), invece, la grazia parziale prevede la riduzione a tre anni di tutta la pena residua: così potranno avanzare richiesta di affidamento in prova al servizio sociale. Nessuno degli ex terroristi raggiunti dal provvedimento di grazia ha subito condanne per essersi materialmente macchiato di reati di sangue.

Il più noto tra i graziati è Cerica, il terrorista «gentiluomo» che il primo febbraio scorso è stato tradito da una sua buona azione. Rientrato da anni in Italia, dopo una lunga latitanza trascorsa in Francia, aveva trovato per strada un portafogli, lo ha restituito alla polizia, fornendo le sue vere generalità, e per questo è stato arrestato, essendo ancora ricercato per scontare 4 anni e 9 mesi. Racconta: «Ero andato a ritirare il permesso che avevo chiesto per uscire da Rebibbia a Natale e invece mi hanno detto che ero libero. Mi hanno fatto firmare un registro, mi hanno ridato i documenti e mercoledì 24 sono uscito. Quasi quasi non ci credevo». Altrettanto nota la Maturi, romana, «infermiera» della colonna delle Br della capitale, condannata nel processo Moro ter a 22 anni e 11 mesi per aver preparato un covo d'appoggio ad un'azione di fuoco che portò alla morte del vice questore Sebastiano Vinci.

La decisione di Scalfaro è «un buon avvio per la questione grazia agli ex terroristi» ha dichiarato Mauro Palma, presidente dell'associazione Antigone. E Lisa Foa, del comitato «Liberi,liberi» che si occupa anche del caso Sofri, ha sottolineato che «Scalfaro ha aperto una strada che può essere importante per affrontare senza pregiudizi gli anni '70». «Se questa è la strada per avviare un discorso sull'indulto generalizzato è giusto che si sappia che siamo contrari», commenta invece Maurizio Puddu, presidente dell'Associazione vittime del terrorismo. Per Luigi Manconi, dei Verdi, l'iniziativa del presidente «più che a un gesto di clemenza rassomiglia a un atto dovuto». Alfredo Mantovano, di An, è il più critico. Scalfaro, ricorda, aveva escluso «qualche settimana fa la grazia per i terroristi ancora detenuti» e in quella occasione aveva dichiarato «la necessità di impegnare il Parlamento su un tema così delicato e importante. «Come si fa a respingere il sospetto che il freno posto all'indulto da Polo e Ppi in commissione Giustizia della Camera sia aggirato dalla moltiplicazione delle grazie?».

Il leghista Mario Borghezio sottolinea infine che la grazia è stata negata ai «serenenissimi» occupanti del campanile di Venezia e sostiene che il provvedimento di indulgenza niente altro è che il preludio di un «colpo di spugna» per Tangentopoli.

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