GIUSTIZIA
Il fronte dei contrari all'indulto per i reati di terrorismo è tornato ieri a farsi sentire, arruolando nelle sue file anche un esponente istituzionale di primissimo piano come Luciano Violante. "Le vittime vengono prima dei colpevoli", ha tagliato corto il presidente della camera parlando dell'indulto nel corso del suo intervento all'incontro promosso a Platania dalla Domus Bethaniae. "Come presidente della Camera - ha detto l'onorevole Violante - non posso parlare di una proposta di legge attualmente all'esame dell'aula. Però ci sono dei valori sui quali non posso non discutere". "Vediamo - ha proseguito il presidente di Montecitorio - le vittime come vivono, che cosa fanno adesso. E vediamo se lo stato ha fatto tutto quello che poteva per loro. Poi possiamo discutere di tutto. Conosco personalmente alcuni familiari di vittime del terrorismo ed anche alcune vittime che tutt'ora portano i segni della loro esperienza". "Pensiamo prima a questo - ha concluso il presidente della camera - e quando avremo sistemato le vittime potremo sistemare anche il resto, altrimenti sarebbe un azzeramento di responsabilità e non credo che ciò sarebbe civile". Contro possibili sconti di pena ai detenuti per reati di terrorismo è tornato a tuonare ieri anche il segretario del Ccd Pierferdinando Casini. "Sull'indulto - ha detto - la nostra posizione non è contraria, è contrarissima". Una soluzione del genere, secondo l'ex esponente della Dc, sarebbe "una specie di inciucio rosso-nero per annegare gli anni di piombo in un mare di indulgenza". "E' inaccettabile - ha aggiunto - per tutte le coscienze democratiche". "Lo stato moderno - ha concluso Casini - non è un sovrano d'altri tempi che dispensa benefici a capriccio. Ha un dovere di giustizia, di equità e di rigore a cui con l'indulto verrebbe meno. Chiudere i conti col passato non può voler dire né dimenticare, né far finta che certe ferite non brucino più".
Prese di posizione contararie all'indulto arrivano anche dalla Sir, l'agenzia di stampa della Cei, la conferenza episcopale italiana. Quelli che si sono macchiati di reati di terrorismo, spiega in un'intervista alla Sir il giurista cattolico Giuseppe Della Torre, hanno "un atteggiamento arrogante, di sfida" piuttosto che "di pentimento e revisione delle proprie posizioni". L'indulto, invece, secondo Della Torre, è un provvedimento di clemenza che non può essere concesso in modo generalizzato.
Improprio poi, secondo il giurista, il paragone con la discussionesul colpo di spugna sui reati di Tangentopoli, perchè ilterrorismo ha portato "all'uccisione di persone illustri e meno illustri, che hanno lasciato bambini orfani e così via" ed è un dovere dello stato "guardare innanzitutto a quelli che hanno pagato di persona".