il Manifesto - 05 Ottobre 1997

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DIBATTITO

Indulto, memoria cieca

di M. D. C.

U NA SOLUZIONE politica della vicenda del terrorismo che non chiuda ma al contrario finalmente apra una riflessione più matura della classe dirigente e del personale politico di questo paese. E' quanto hanno chiesto, anzi, invocato l'altro ieri sera, ciascuno a suo modo, il sottosegretario alla giustizia, Franco Corleone, il responsabile del Pds per la giustizia, Pietro Folena, il presidente dell'Associazione Antigone, Mauro Palma e Renato Curcio nella terza e conclusiva giornata del convegno sugli Anni 70 promosso dalla Libreria Internazionale del manifesto.La creatività del '77 e i movimenti di quegli anni sono stati i temi delle prime due giornate: segnali contraddittori, ma eredità positive e soprattutto dinamiche. Poi la lotta armata, la cesura, il rimosso. Da allora, e per vent'anni, seimila persone sono finite in carcere, 150 ci sono ancora e 100 sono all'estero. Una vicenda a cui non si riesce a dare risposta e neppure a interrogarsi. Tanto che la legge sull'indulto rimbalza da quasi nove anni nelle aule parlamentari senza trovare una via d'uscita.

Se su questo il giudizio dei partecipanti al dibattito è netto, diverse le valutazioni sulla lunga stagione dell'emergenza - interessante la lettura storico-politica-giuridica di Mauro Palma - e sui suoi esiti. Folena ammette "gli errori anche a sinistra", lamenta l'immaturità di una parte della classe dirigente e punta sulla necessità di "ritessere una disponibilità politica". Corleone sottolinea come "la sostanziale opposizione testimonia di una inadeguatezza della classe politica come classe dirigente. E' come essere all'anno zero", conclude.

"Parto dal punto di vista delle persone che sono ancora in carcere - esordisce Curcio - e da quello di coloro che sono stati coinvolti: molti sono finiti in carcere per l'efferatezza dei loro delitti o sono invece rimasti intrappolati da una cultura politica emergenzialista?". Contrario alle leggi su pentiti e dissociati che a suo parere hanno creato voragini nella giustizia italiana, colui che fu in capo delle Brigate Rosse precisa: "Non chiedo niente e non mi aspetto niente". Poi racconta del suo attuale lavoro per ritrovare la consistenza politica di un periodo "né mitico né bestiale. Sono stati anni di travaglio della società".

Molte le domande dal pubblico, in un clima sempre più stringente per scavare di più. Folena si dice allarmato perché il patteggiamento, metodo di una giustizia zoppa, si sta diffondendo ovunque. Corleone alza il tiro e conviene, con Curcio, che è ridicolo tirarla ancora per le lunghe: "O l'indulto si ottiene in questa legislatura, oppure lasciamo perdere perché diventa una presa in giro". E propone, comunque, una battaglia di civiltà contro l'ergastolo e per la legalizzazione delle droghe leggere.

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