Il Manifesto - 08.05.97

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Un appello per cancellare l'emergenza

Nei mesi scorsi si è costituita un'associazione "tematica" sulla necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica della necessità di una legge sull'indulto rivolta alle centinaia di uomini e donne incarcerati per reati di terrorismo e che contempli, allo stesso tempo, anche delle norme relative agli "esiliati". Dopo molti incontri e discussione, l'associazione, che si è data come none "Sprigionare tutti" ha lanciato un appello per convocare una manifestazione nazionale. La data scelta è il 12 maggio, cioè il giorno in cui ricorre l'anniversario dell'uccisione di Giorgina Masi. Una data considerata come giorno simbolo della legislazione d'emergenza. Obiettivo primario della rete "Sprigionare tutti" è dunque il superamento di quelle legislazione. E nell'appello si legge, infatti, che "in Italia si sono ancora prigionieri politici. Non sono i responsabili di Tangentopoli, né gli autori delle stragi, bensì i protagonisti delle lotte degli anni Settanta e Ottanta che rappresentano la volontà della classe politica di continuare a governare il paese con una logica emergenziale." "La proposta di legge - continua il documento - in materia di indulto uscita dalla commissione giustizia, i cui lavori sono stati accompagnati dal silenzio dei mezzi di informazione, dimostra la volontà di non risolvere in materia definitiva il problema, particolarmente per quel che riguarda gli esuli, la cui posizione non è considerata in nessun articolo del progetto di legge. Oggi più che mai - termina l'appello - è necessario che una battaglia di libertà, giustizia e verità si dia degli obiettivi irrinunciabili. E' necessario che tutte le realtà di base e dell'autorganizzazione, dell'associazionismo e della cooperazione sociale, le sensibilità democratiche presenti nel mondo della cultura, dell'arte, della vecchia e nuova creatività metropolitane e quei settori della sinistra istituzionale che non hanno reciso i legami con il proprio passato, tutte le donne e gli uomini liberi, facciano propria questa battaglia e chiedano con forza un provvedimento oggettivo, uguale per tutti, per la liberazione dei prigionieri politici ed il rientro degli esuli, che non ponga condizioni o pretenda inaccettabili scambi da chi ha scontato in media dieci o quindici anni di prigione".

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