Il Manifesto - 10.02.98 

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Permesso per Negri, nuovo "no" dei giudici

I L TRIBUNALE di sorveglianza di Roma, in seduta collegiale, ha confermato il "no" al permesso esterno per Toni Negri. Nella sentenza, depositata il 5 febbraio scorso, il Tribunale "condivide sia la decisione che le motivazioni" del giudice di sorveglianza che nel mese di gennaio aveva rigettato l'istanza presentata dall'ex ideologo di Potere Operaio "perchè -era scritto nelle motivazioni - la concessione del beneficio potrebbe indurre Negri a non fare rientro in istituto".

"Secondo il Tribunale di sorveglianza -spiega Mauro Palma, presidente di "Antigone" -lo stallo parlamentare della legge sull'induo e i tempi lunghi della giustizia italiana potrebbero aver deluso Negri inducendolo a pensare di riparare di nuovo in Francia una volta uscito dal carcere".

"Il Tribunale, inoltre, - prosegue Palma -contesta la positiva relazione di sintesi sul soggetto redatta dagli operatori penitenziari, osserva che manca un'approfondita osservazione sull'Antonio Negri di oggi, ipotizza che il rientro dall'esilio non sia stato motivato da ravvedimento ma dalla stanchezza dell'esilio e attribuisce a Negri l'incapacità di avvertire senso di colpa personale per le vittime degli omicidi da lui tentati e consumati". "E' importante sottolineare innanzitutto - afferma Palma -che Negri non è stato condannato per omicidio". Secondo Mauro Palma "questa sentenza è la cartina di tornasole di tutte le deviazioni della giustizia penale italiana dove le misure alternative al carcere non sono considerate nell'ottica del reinserimento sociale ma uno strumento discrezionale per attenuare l'afflizione della pena". "Le intriganze psicologiche della sentenza - afferma ancora il presidente di Antigone - lasciano disarmati".