il Manifesto - 13 Agosto 1997

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GIUSTIZIA

L'indulto che piace a Di Pietro è solo per chi non ha sparato

"Sì per i rivoluzionari, no per chi si è macchiato di delitti". Ma un ex pm dovrebbe sapere che chi sta ancora in galera non è lì per solo per aver "cospirato"

- da Roma

A NTONIO Di Pietro ha trovato il modo per rimettersi al centro del dibattito politico, affrontando il tema dell'indulto. "Si può perdonare il rivoluzionario, non l'assassino". Così, nella sua rubrica su Oggi (anticipata dal settimanale), Di Pietro sostiene di dichiararsi favorevole all'indulto, a condizione che da questo beneficio "vengano esclusi coloro che si sono macchiati del sangue di innocenti". "E in ogni caso - aggiunge - sarebbe oppurtuno che a chiederlo non ci fossero in prima fila anche i loro fiancheggiatori di un tempo".

L'ex pm osserva che "sarebbe contrario a ogni principio di umanità continuare a tenere chiuse in galera persone a suo tempo condannate per le loro idee rivoluzionarie e per il modo con cui hanno cercato di realizzare i loro folli sogni". Ma, dice di Pietro, occorre differenziare la posizione di "coloro che si sono macchiati di delitti di sangue". Si può scontare la pena "a chi è stato condannato per aver portato avanti, tanti anni fa, un'ideologia terroristica o anche commesso reati contro il patrimonio o le istituzioni, accecato da una spinta rivoluzionaria della cui follia oggi si sia reso conto. Ma, accidenti - prosegue Di Pietro - gli assassini di tanti poliziotti, magistrati, giornalisti, politici e rappresentanti della società civile, perchè devono pure essere premiati?". "Ammazzare una persona persona per motivi ideologici produce forse meno conseguenze che farlo per una rapina?".

Raccontata così, la posizione di Di Pietro può sembrare più "aperta" rispetto a quella del ministro di grazie e giustizia Giovanni Maria Flick e dell'intero governo, che sull'indulto hanno fatto marcia indietro dopo avere annusato il vento contrario. In realtà, l'ex pm gioca questa carta a modo suo: parole d'effetto ma nessuna concessione nella sostanza. Buone comunque per un candidato elettorale nel collegio dell'Ulivo, a Firenze Mugello.

Lo sfotte Maurizio Gasparri, di An: Di Pietro è "possibilista" sull'indulto perché "potrebbe usufruirne in futuro per la vicenda dei telefonini, dell'auto, dei soldi". "Questa sua presa di posizione - dice Gasparri - è sospetta ed è forse dettata dal timore di passare dallo status di indagato a quello di imputato e quindi di accusato e poter così usufruire dell'indulto".

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