Il Manifesto - 24.01.98 

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GIUSTIZIA

Una radio tra silenziatore e megafoni Occupata Italia Radio, accusata di tacere sulla "condanna a morte" di Ricciardi

A. P. - ROMA

H ANNO SIMBOLICAMENTE occupato per un paio d'ore la sede di Italia Radio, che trasmette da Roma in tutta Italia. Erano una ventina di giovani e lo hanno fatto per protestare per il totale black out di notizie della radio, vicina alla Sinistra democratica, sulla vicenda che si sta consumando in questi giorni su un detenuto politico, Salvatore Ricciardi, gravemente ammalato di cuore, che il tribunale di sorveglianza ha deciso di far tornare in carcere. Il tribunale di sorveglianza ha infatti revocato, a fine novembre, la sospensione della pena all'ergastolo concessa nell'aprile del '96 per motivi di salute.

Uno dei giovani è salito su un cornicione e per questo in via Tomacelli, sede dell'emittente, sono arrivati anche i vigili del fuoco, oltre a funzionari della Digos della questura di Roma. L'occupazione, cominciata verso le 14,30 si è conclusa poco dopo le 16. Gli occupanti avevano esposto dai balconi della radio due striscioni, uno dei quali con la scritta "Libertà per Salvatore Ricciardi", e hanno lasciato la sede della radio dopo una breve conferenza stampa. "Abbiamo occupato Italia Radio che si autodefinisce di sinistra - ha detto uno dei giovani occupanti - perché non ha il coraggio né la volontà di rompere il silenzio, tanto è impegnata a costruire gabbie mentali e fisiche proprio come il suo partito di governo, il Pds. Questa sinistra di governo è omertosa proprio su quei temi che dovrebbero far parte del suo stesso Dna".

Gli occupanti, ha detto il direttore della radio, Romeo Ripanti, avevano chiesto di mandare in onda una cassetta registrata o che il direttore leggesse in diretta un loro comunicato. Infine, hanno accettato la proposta fatta loro da Ripanti di mandare in onda un'intervista a un occupante. "Noi con il Pds non c'entriamo nulla, con loro non abbiamo né rapporti politici né, tantomeno, amministrativi", ha detto il direttore spiegando che la Radio è stata acquistata da una cooperativa di giornalisti e che dal gennaio '98 è di proprietà dell'editore Mattia Amato.

Salvatore Ricciardi, condannato all'ergastolo per reati politici, ha già scontato diciassette anni di carcere. Ammalato gravemente di cuore, ha già subito diversi interventi e tutt'ora le sue condizioni devono essere costantemente sotto controllo medico.

Dunque, dicono i ragazzi che hanno protestato ieri, Ricciardi non può tornare in carcere perché tutti conoscono le pessime condizioni sanitarie degli istituti di detenzione. Riportare in carcere Salvatore Ricciardi significa condannarlo a morte, affermano "le compagne e i compagni di Roma" che scrivono in un volantino: "Così accade che un compagno torni in carcere nel silenzio totale, anche se i medici sostengono l'incompatibilità fisica tra le sue condizioni e il carcere".

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