Il Manifesto - 27.12.97
QUIRINALE
RE. INT. - ROMA
I L PRESIDENTE della repubblica, su proposta del ministro di grazia e giustizia Giovanni Maria Flick, ha firmato sei decreti di grazia per altrettante persone condannate per reati di terrorismo e per altri reati collegati. Si tratta di tre uomini e tre donne, alcuni dei quali ex brigatisti rossi, e un ex appartenente al gruppo neofascista di Avanguardia nazionale. Scalfaro ha dato il via libera all'iniziativa il 22 dicembre scorso e il giorno successivo i provvedimenti hanno fatto ritorno al ministero di via Arenula per la controfirma del guardasigilli.
I destinatari degli atti di clemenza sono: Giovanni Di Lellio, attualmente semilibero, con fine pena prevista nel febbraio 2001 (grazia totale); Claudio Cerica, attualmente ammesso al lavoro esterno, con fine pena prevista nel novembre 2001 (grazia totale): Manuela Villimburgo, in libertà condizionale dal 1995, fine pena maggio 2000 (grazia totale e revoca dall'interdizione dai pubblici uffici).
Il provvedimento del capo dello stato prevede invece la riduzione a tre anni di pena residua, che consente l'istanza di affidamento in prova al servizio sociale, per altre tre persone: Carlo Giommi, attualmente in semilibertà, fine pena novembre 2004; Paola Maturi, attualmente in semilibertà, fine pena febbario 2007; Marinella Ventura, attualmente in semilibertà, fine pena settembre 2006.
Nessuno dei beneficiari dei provvedimenti di grazia firmati dal capo dello stato ha subito condanne per aver materialmente compiuto fatti di sangue. Sarebbe stato questo l'elemento più importante, tra i criteri che hanno ispirato Scalfaro e lo stesso Flick, per la concessione della grazia. Anche nei tre episodi in cui alcuni di essi si sono resi responsabili di concorso in omicidio, è stato materialmente e processualmente accertato, fanno notare al ministero di grazia e giustizia, che l'attività fiancheggiatrice o di partecipazione agli eventi in nessun caso è consistita nella materiale esecuzione del delitto. Sempre dal ministero si fa notare che tutti e sei i detenuti da tempo hanno avviato una riflessione critica sul loro passato, una "rivisitazione" degli anni della lotta armata che ha seguito percorsi diversi per ognuno di loro. In qualche caso il "ripensamento" ha preso il via fin dalla fase processuale, attraverso la dissociazione o con il risarcimento del danno; in altri attraverso le attività svolte sia in regime di libertà dopo la fase di custodia cautelare e prima della condanna definitiva, sia nel periodo di detenzione o di lavoro all'esterno.
La diversità di ampiezza del beneficio concesso dipenderebbe invece dal periodo di pena già eseguita e alla durata della pena residua (con termine compreso fra il 2000 e il 2007): pertanto in tre casi la concessione della grazia è parziale, con riduzione a tre anni della pena residua da espiare, così da consentire la richiesta di affidamento in prova al servizio sociale, sulla quale ogni valutazione spetterà al giudice di sorveglianza; negli altri tre casi la grazia è totale e si riferisce all'intera pena residua.
Cinque dei sei detenuti benficiari dei decreti firmati da Scalfaro hanno commesso i loro reati militando nelle Brigate rosse. Marinella Ventura era nella colonna veneta: Paola Maturi, Carlo Giommi e Manuela Vilimburgo in quella romana. Giovanni Di Lellio aderiva invece al gruppo di estrema destra Avanguardia nazionale. Claudio Cerica accusato di reati minori e associazione sovversiva.