ANNA PIZZO - ROMA
OCCORRERA' leggere con attenzione la lettera del presidente della repubblica per coglierne i significati reconditi. La raccomandazione arriva dallo stesso Scalfaro che ieri a Sofia, ai giornalisti che gli chiedevano se la sua era stata una risposta definitiva alla "impercorribilità" della grazia per Sofri, Bompressi e Pietrostefani ha risposto che "non c'è nessuna decisione", che la sua lettera va letta con attenzione e che lui ha "riproposto lo stesso tema" del messaggio al parlamento del 2 giugno 1996. Scalfaro ha detto che nella lettera si è soffermato "sulle vie che possono essere seguite e sulle vie che il capo dello Stato non può seguire pena l'incostituzionalità di eventuali suoi passi". E ha tirato le orecchie al parlamento perché, "occupato in mille cose", ha lasciato tracorrere "oltre un anno".
Questi chiarimenti, non così illuminanti, forse, come dice la vice presidente del senato, Ersilia Salvato, aprono "qualche spiraglio". Nella lettera, dice Salvato, "c'è qualche indicazione e qualche spiraglio che sarebbe sbagliato non tenere nella giusta considerazione. L'approvazione di un provvedimento di carattere generale - prosegue la senatrice del Prc - potrebbe aiutare il presidente a esercitare le proprie prerogative costituzionali, con il pieno conforto del parlamento e con la massima chiarezza verso l'opinione pubblica". E conclude sostenendo di "continuare a nutrire fiducia sulla possibilità che la detenzione di Sofri, Bompressi e Pietrostefani non si protragga ancora a lungo". Il responsabile giustizia del Pds Pietro Folena coglie nella lettera "un invito al parlamento ad affrontare il problema della chiusura degli anni di piombo. Un invito - dice - che va raccolto positivamente, impegnando le Camere fin dai prossimi giorni in un dibattito generale".
Anche i "colleghi" del commissario Calabresi, che aderiscono all'associazione nazionale funzionari di polizia, prendono posizione sulla lettera del Presidente: "L'omicidio Calabresi è stata una brutale esecuzione ma vogliamo che in galera ci siano i veri colpevoli. Poiché da parte di molti, anche autorevoli, ci sono forti dubbi che i veri colpevoli siano Sofri, Bompressi e Pietrostefani nessuno dovrebbe opporsi a una revisione del processo". Per Giovanni Aliquò, segretario dell'Associazione "ci sono nella sentenza punti che suscitano perplessità" come "l'aver usato nel processo due pesi e due misure a seconda che le dichiarazioni venissero dagli imputati o dal 'pentito'".
"Prendiamo atto con rammarico - dice il capogruppo dei Verdi alla camera, Mauro Paissan - che il presidente della Repubblica è indisponibile a un provvedimento di grazia per Sofri, Pietrostefani e Bompressi. In questo modo, il capo dello Stato ha mancato di compiere un atto di gratuita generosità che sarebbe stato ampiamente motivato per la particolarità della vicenda, per la distanza dai fatti (sono passati 25 anni), per l'età degli imputati e per il loro comportamento". Il leader di Rifondazione, Fausto Bertinotti, si dice "molto dispiaciuto" e afferma che "in qualche modo bisogna trovare una soluzione. E' assurdo che Sofri continui a rimanere in carcere" perché, aggiunge, si rischia di "andare incontro a una tragedia che non riguarderebbe solo un gruppo di persone, ma la civiltà dell'intero Paese. Noi siamo per la grazia e, comunque, per ogni soluzione che porti fuori dal carcere queste persone".
Marcello Pera, parlamentare di Forza Italia e firmatario di una lettera con cui si chiedeva la grazia per Sofri, Bompressi e Pietrostefani, dice senza mezzi termini che Scalfaro "non ha avuto coraggio". E precisa che una eventuale grazia "non configurerebbe un ulteriore grado di appello, ma sarebbe una riaffermazione di coraggio". Non è tenera nemmeno la senatrice Francesca Scopelliti di Forza Italia: "A Scalfaro era stato chiesto un atto di giustizia da fare con la mente di giurista e con il cuore di presidente della Repubblica. Invece comportandosi come il portiere di una squadra di calcio, ha parato la palla rimandandola nel campo parlamentare". E aggiunge che "tocca adesso a tutte le forze politiche accogliere il suo invito per un'approvazione rapida dell'indulto. Ma, "Sofri, Bompressi e Pietrostefani non potranno comunque goderne". Anche il presidente della regione Toscana, Vannino Chiti, prende "atto con rammarico della lettera di Scalfaro".