il Manifesto - 31 luglio 1997

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Internet

FRANCESCO PICCIONI -

L 'indulto per i condannati per la lotta armata degli anni '70, sulla rete, era un argomento presente già da tempo. Certo, se ne occupavano soltanto i siti a loro modo "antagonisti" (tra i più efficaci Isole nella rete al http://www.ecn.org/pad/anni70/ e TacticalMediaCrew al http://vivaldi.nexus.it/commerce/tmcrew/). Chi provava a lanciare un search con questa parola chiave scopriva da solo che "indulto" è termine freqente sulle homepage di lingua spagnola, molto più che sulle italiane. Il voto della commissione giustizia della Camera ha fatto "precipitare" in rete molte prime pagine dei quotidiani di ieri, cosicché oggi c'è un'inflazione di link possibili per "indulto", quasi che improvvisamente in questo paese non si parli d'altro. Trattandosi però quasi sempre di articoli che riprendono dichiarazioni di politici a commento del voto, il "pluralismo" di voci tra le varie testate è quanto mai limitato. Il Sole-24 ore (http://www.ilsole24ore.it/24oreonline/oggi/2/A_INDULTO.htm) relega la polemica in seconda, trattando l'argomento con olimpico distacco. Oltre al manifesto (http://www.mir.it/mani/index.html), interamente in rete sono sia il Corriere della sera (http://www.rcs.it/corriere/) che la Repubblica (http://www.repubblica.it/). Qui è possibile leggere un po' di dichiarazioni riportate per esteso ed è forte l'impressione che ognuno parli con l'occhio a ben altri interessi che non al ritorno in libertà (progressivo, diluito nel tempo...) di un paio di centinaia di persone "over 40". E se non stupiscono le frasi di "peones" polisti che non hanno molte occasioni di farsi notare sulla stampa, si resta allibiti quando un vecchio democristiano di mite aspetto come Mattarella parla di "troppa fretta" nel far avanzare il provvedimento. Non fu proprio il democristianissimo Flaminio Piccoli ad aprire il discorso nel lontano 1986 con una visita nel carcere di Rebibbia durante il processo "Moro-ter"? Se 11 anni significa "andare di fretta"... E che dire dell'avvocato del Polo, Taormina, che profetizza "rivolte nelle carceri" contro un eventuale indulto per i prigionieri politici? Forse i suoi clienti (Berlusconi, Andreotti, ecc.) sono troppo potenti per andare in galera, e quindi anche lui ha smesso di frequentarle: un indulto, chiunque riguardi, non può che esser ben visto dai detenuti, perché, mal che vada, viene visto come un passo verso un atteggiamento generalmente meno "reclusivo" da parte del parlamento e del governo. Ovvio. Ma tanto, sulla pelle di chi "sta dentro", non costa nulla spender chiacchiere, no?

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