Il Messaggero - 03.01.98

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Ora Scalzone si dice pronto a ritornare in Italia: «Ma non mi costituirò come ha fatto Toni Negri»

ROMA - Oreste Scalzone è pronto a tornare in Italia, ma non si costituirà, come ha fatto Toni Negri. L'ex leader di Autonomia Operaia, rifugiato in Francia, spiega: «Non voglio fare il martire, ma credo che con le ultime prese di posizione di Scalfaro e di Violante si sia giunti al punto di non ritorno. Non mi costituirò, perchè non intendo fare un atto che considero di sottomissione, ma ritornerò per fare uno ”scandalo”, per dare una spallata all'ultimo sottile muro». Come data Scalzone indica quella del 16 marzo, trentesimo anniversario degli incidenti all'università di Roma, quando un banco tirato dai fascisti sulla scalinata della facoltà di Giurisprudenza, gli provocò la rottura di una vertebra. «Potrebbe essere quel giorno - dice Scalzone - o anche un altro, magari prima o dopo, e magari - afferma con il suo solito funanbolismo dialettico fatto di paradossi - potrei essere già tornato. . . ».

Da Parigi Scalzone rivolge un duplice invito a quella che chiama la ”compagneria”: da un lato «a non tirare troppo la coperta delle dichiarazioni di Scalfaro o Violante. La mia vicenda, o quella di Negri, così come quella di Sofri o addirittura qualla di Previti sono dei dettagli, rispetto allo sblocco, all'inversione di rotta che sembrano annunciarsi con la fine della ”giudiziarizzazione” di tutto, della tentazione di estirpare il male dalla storia per via giudiziaria. Insomma, non pensiamo a noi soltanto e con troppa fregola». E poi l'altro invito ai compagni: «Non fatevi ammaliare dal peronismo di Di Pietro o dai forcaioli di destra e di sinistra, da Tremaglia magari allo stesso Bertinotti». (Agi)