Il Messaggero - 03.01.98
Grave ex br, ma tornerà in carcere
E intanto chiede la grazia la donna che visse due volte
di ANTONELLA STOCCO
Presto, uno di questi giorni, lo andranno a prendere a casa per riportarlo a Rebibbia; stato di salute incompatibile con il regime carcerario, recita la perizia medica depositata al tribunale della libertà, ma i giudici hanno deciso in modo opposto. Così Salvatore Ricciardi, ex br gravemente malato di cuore, si è visto negare la proroga della sospensione della pena pochi giorni prima della concessione della grazia da parte di Scalfaro a sei detenuti politici.
A casa, reduce da un intervento a cuore aperto per la sostituzione di una valvola aortica, Ricciardi, 56 anni, aspetta. La sentenza non è revocabile ne appellabile, il carcere è inevitabile, la prospettiva è lergastolo, con il cuore sempre in bilico e lesile scenario di tornare al lavoro esterno al carcere ma con un regime di vita comunque dannoso per le sue condizioni e in rotta di collisione con lesigenza di continue visite cardiologiche e controlli sulla coagulazione del sangue. «Non ho chiesto la grazia e non voglio lamentarmi - spiega Ricciardi -; in carcere ci sono malati terminali di Aids ai quali viene negato di morire a casa. Il problema della malattia e del carcere è collettivo come è collettiva la questione della soluzione politica degli anni di piombo. La grazia concessa da Scalfaro è un primo passo, unapertura, ma la strada è difficile; su amnistia e indulto si scontrano volontà politiche e si allungano i tempi per uniniziativa concreta»
Contro la sentenza del tribunale di sorveglianza, emessa il 28 novembre (lo stesso pm era favorevole alla proroga) sono state presentate due interrogazioni parlamentari, da Paolo Cento e Giovanni Russo Spena. Radio Onda Rossa ha lanciato un appello e una raccolta di firme sostenendo che la decisione dei giudici «rientra nel quadro di una legislazione demergenza ed è forse un ennesimo tentativo di intimidazione per tacitare le voci che vogliono riproporre un dibattito sugli anni 70 rompendo il plumbeo silenzio imposto dai poteri forti».
Di Rebibbia femminile filtra unaltra storia di speranza: Claudia Maggiulli, alias Chiara Mayro e nota come «la donna che visse due volte», avrebbe scritto al presidente della Repubblica chiedendo la grazia dopo aver scontato un anno dei 24 di reclusione ai quali era stata condannata ventanni fa, per omicidio. La donna, 44 anni, assolta in primo grado, venne condannata per lassassinio di un suo ex fidanzato, Davide De Simone, compiuto in concorso con il suo compagno di allora, Riccardo Mazzeo, graziato dopo 14 anni di carcere. Claudia Maggiulli invece fuggì dopo la sentenza, cambiò nome e cambiò vita costruendo una famiglia con un medico, Mauro Virili. È durata ventanni, dallunione sono nati due figli che ora hanno la mamma in prigione, arrestata nel gennaio scorso, e il padre convivente con unaltra donna. «I ragazzi sono affidati alla nonna - spiega il legale della Maggiulli, Rocco Condoleo, che precisa di non essere a conoscenza della domanda di grazia -; la mia cliente è una detenuta modello, è impiegata come spesina ed ha già una richiesta per unoccupazione esterna da parte di una cooperativa. Spero che a fine gennaio possa uscire per lavorare, vedere di più i figli di 15 e 10 anni e contribuire al loro mantenimento come chiede il padre dei ragazzi. Per la grazia, da punto di vista formale bisogna attendere il parere da parte dellequipe di Rebibbia. Purtroppo la madre di De Simone si è pronunciata decisamente contro e nega alla Maggiulli anche il perdono cristiano per un delitto che la mia cliente ha sempre sostenuto di non aver commesso».