La Repubblica - 08.08.97
E Marini divide gli ex dc
Vigna: "L'indulto non può valere per Tangentopoli"
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ROMA - Dopo aver ricevuto una lettera di Toni Negri (che gli chiede un incontro in carcere: l'ideologo di Autonomia ha già ricevuto una visita di Cossiga), il segretario del Ppi Franco Marini torna su Repubblica a parlare di indulto, dicendo che "non si può a cuor leggero evitare una riflessione più approfondita. Sono passati tanti anni, sono state scontate pene lunghissime e allora su una materia come questa bisogna governare i sentimenti e riflettere con grande serietà". Un'apertura, un possibile spiraglio che hanno riaperto la discussione politica fra ex dc e non solo sul destino da riservare agli ex terroristi ancora in carcere.
Il verde Paolo Cento, trova che "le parole di Marini sono un passo importante per una riflessione seria e serena sull'indulto. Sulla vicenda degli anni di piombo, arriva ancora una volta da esponenti di rilievo del mondo cattolico un contributo non strumentale ma derivante da un vero travaglio interiore e politico cui si deve guardare con profondo rispetto. Bene si è fatto a rompere un tabù che ingabbiava il dibattito".
Ortensio Zecchino, popolare, presidente della commissione Giustizia del Senato: "Marini fa bene a porre in termini problematici la questione, rifiutando soluzioni definitive. Una cosa bisogna acquisire: la sofferta consapevolezza dell'errore di coloro che si sono resi responsabili".
Il capogruppo Ccd Francesco D'Onofrio: "Non si può dimenticare che il prezzo più alto è stato pagato dai cattolici impegnati in politica (Moro, Bachelet, Ruffilli). Non siamo contrari all'indulto in termini di perdono ma all'affermazione di chi dice che i terroristi, in fondo, non avevano sbagliato a colpire la Dc".
"Contrario per principio", invece, si dice Angelo Sanza, cdu, per il quale tuttavia "il Paese deve trovare un momento di pacificazione. Una commissione parlamentare può trovare il punto di mediazione tra questa volontà politica e la volontà più generale del Paese civile".
Resta ferma invece la posizione della maggioranza di An, con il coordinatore Maurizio Gasparri che dice delle parole di Marini: "Incrinano il muro di quanti dicono no al buonismo indistinto per gli ex terroristi. Io, e mi auguro la maggioranza di An, resteremo contro l'indulto finché vivremo".
Il procuratore antimafia Pier Luigi Vigna: "Capisco che è difficile imporre il dovere dell'oblio. L'indulto si dibatte fra l'esigenza di temperare certe pene gravi, forse troppo gravi, che furono inflitte all'epoca del terrorismo, con il fatto che non esistono più al momento movimenti terroristici endogeni. C'è poi il problema dell'oblio che una parte dei familiari delle vittime, non tutti, non riescono ad avere. Vittime verso le quali, probabilmente, c'è stata una dimenticanza legislativa e ci sono progetti di legge per sanarla". Nessuna possibilità di indulti per tangentopoli. "Sono aspetti molto diversi - dice Vigna - se non altro perché tangentopoli e la corruzione esistono ancora, mentre il terrorismo nella forma in cui si mostrò negli anni '70 non c'è più".