La Repubblica - 21.01.98
Negri, no al permesso "E' in cella da poco"
Polemica sul rifiuto di 5 giorni di libertà
ROMA - È prematuro concedere a Toni Negri un permesso di cinque giorni perché, secondo il magistrato di sorveglianza, il periodo di osservazione penitenziaria finora compiuto, pur giudicato "positivo", viene ritenuto "assai breve". È questo il motivo per il quale il giudice di sorveglianza Laura Longo ha rigettato l'istanza presentata da Negri, il quale quest'estate è rientrato dalla latitanza in Francia e deve scontare un residuo di pena di quattro anni e mezzo di carcere.
Nella motivazione del provvedimento si legge che la questura di Roma a richiesta di informazioni "non ha escluso che la concessione del beneficio potrebbe indurre Negri a non fare rientro in istituto". Secondo il magistrato è indispensabile un'adeguata valutazione della personalità dell'ex ideologo di Potere operaio "operata su di un arco temporale più congruo al lungo periodo di latitanza".
"Il provvedimento si commenta da solo - ha dichiarato l'avvocato difensore di Negri, Tommaso Mancini -. Credo che tutto sia sostenibile tranne che vi sia un pericolo di fuga da parte di chi, lasciando non la pesante condizione di latitante braccato, ma una comoda cattedra presso la più prestigiosa università del mondo, si sia spontaneamente costituito".
Sul "no" al permesso per Negri due esponenti di Rifondazione, Ersilia Salvato e Giovanni Russo Spena, hanno presentato un'interrogazione ai ministri della Giustizia e dell'Interno. I due parlamentari chiedono ai ministri "se la generica valutazione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza attenga ad un formulario di rito" che viene "distrattamente ed erroneamente applicato ad una persona che poco più di sei mesi fa si è costituita spontaneamente, rientrando da un Paese da cui non rischiava l'estradizione".